diPaolo Fornasari
Lo studio delle giornaliste Michela Finizio e Marta Casadei
Trento si conferma prima per la qualità della vita degli anziani, primeggiando in particolare per la speranza di vita degli over 65. Questo il dato principale che emerge dallo studio del Sole24ore presentato in anteprima al Festival dell’Economia in corso a Trento nel panel «Anziani giovani e bambini: i territori che vincono con la qualità della vita».
Michela Finizio, una delle due giornaliste del quotidiano economico che ha condotto lo studio per stilare la classifica, che è un espediente narrativo nella quale però è entrato un pacchetto di indicatori certificati, ha precisato che «Si tratta di una fotografia del benessere che mostra tante Italie diverse».
Le difficoltà
La collega Marta Casadei è entrata nel vivo, sottolineando che non è semplice produrre questo tipo di classifiche, anche perché gli indicatori si aggiornano di anno in anno. Ma ecco i risultati: «Sondrio primeggia per la qualità di vita dei bambini, Gorizia per i giovani, mentre per Trento c’è l’importante conferma riguardo gli anziani. La città, oltre che essere al primo posto per la speranza di vita, è seconda per la partecipazione civile degli over 50, terza per il minor consumo di farmaci per malattie croniche e quarta per l’utenza dei servizi sociali comunali».
I criteri utilizzati
Casadei ha quindi illustrato i criteri usati nello studio, naturalmente diversi a seconda della fascia d’età considerata, facendo notare la decisa leadership dell’Emilia Romagna, mentre le grandi città vanno male. Dal confronto di questo studio con i precedenti, emerge «un Paese che fa fatica a prendersi cura dei più piccoli, mentre la generazione giovanile, sempre più ridotta, è fortemente bloccata, per cui non c’è spinta all’imprenditorialità».
I modelli a confronto
Alessandro Rosina, professore ordinario di demografia all’Università Cattolica, ha sostenuto che il modello del secolo scorso, che metteva al centro la crescita della quantità anche della vita, ha prodotto diseguaglianze e il rapporto con l’ambiente è andato deteriorandosi. «Dobbiamo invece mettere al centro la qualità della vita, in tutte le fasi».
La giovane amministratrice delegata
Nel suo intervento la giovane Eleonora Angelini, amministratrice delegata di Nova Agenzia, ha posto l’accento sul fatto che: «Il 34% degli under20 pensa di andare all’estero: se da una parte ciò significa che l’ identità europea si sta rafforzando, dall’altra evidenzia come non vi sia prospettiva di crescita nelle nostre imprese. I giovani non vedono un equilibrio tra la gestione e l’accoglienza, perché oltre allo stipendio interessa loro anche costruirsi un pezzo di vita … I giovani non vanno iper protetti, serve piuttosto una filiera di accompagnamento pensata sullo sviluppo non da qui a 25 anni, ma da qui ai prossimi 10. Le Startup innovative sono quelle che riescono a sopravvivere e un giovane andrebbe accompagnato anche per decodificare le norme: in Trentino da tanti anni ci sono contributi a fondo perduto, il Mise e il Pnrr hanno creato delle agevolazioni, ma servono esperienze extra scolastiche che preparino al mercato del lavoro».
Il punto di vista accademico
La professoressa Mariangela Franch dell’Università di Trento ha detto che «Vivere al meglio possibile varia a seconda delle fasce d’età. I dati sulla categoria anziani testimoniano che si è lavorato bene: c’è una qualità della vita straordinaria e in vent’anni si è allungata di sette anni la speranza di vita».
L’utilizzo delle risorse del Pnrr
«Dobbiamo usare il PNRR- ha sostenuto il professor Rosina- per ricostruire un’infrastruttura sociale, con servizi integrati, servizi di incontro tra domanda e offerta e poi i nidi. Questi ultimi aiutano la conciliazione fra famiglia e lavoro per le donne. Inoltre il nido diventa il primo punto di percorso per i bambini, consentendo di ridurre la povertà educativa». Franch ha parlato quindi dell’importanza di un altro attore che può entrare nella filiera, il volontariato perché il Trentino ad esempio è la provincia dove c’è il più alto numero di donatori di organi. «La qualità della vita passa anche da questo e il nuovo welfare deve capire che il volontariato deve agire in maniera semplificata».
Il messaggio ottimistico
Ha chiuso Eleonora Angelini con un messaggio molto forte ed ottimista : «Nella vita lavorativa e personale non dobbiamo pensare che le scorciatoie siano vincenti perché esse non esistono e noi donne non dobbiamo accontentarci della mediocrità: se sapremo gestire questo cammino, puntando al lato e non al successo fine a se stesso, sapremo valorizzare qualsiasi meta che riusciremo a raggiungere».
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