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Le scarpe con la stella di Golden Goose corrono verso la Borsa. L’azienda di sneakers, nata nel 2000 a Marghera, ha chiuso il 2023 con ricavi per 587 milioni . E con le risorse dello sbarco a Piazza Affari estinguerà debiti e rimborserà i bond. Tutti i dettagli

 

Il gruppo Golden Goose, nato a Marghera e diventato noto per le sue sneakers con la stella, si prepara a debuttare a Piazza Affari con una valutazione di circa 3 miliardi di euro, debiti netti inclusi. La decisione di quotarsi a giugno è anche la conseguenza dei buoni risultati raggiungi nel primo trimestre del 2024. Lo società, infatti, sottolinea il Sole 24 Ore, “ha visto una crescita di tutti gli indicatori economici attorno al 20 per cento” e nel 2023 “ha raggiunto ricavi netti di 587 milioni di euro, in aumento del 18% rispetto all’anno precedente, con un Ebitda adjusted di 200 milioni di euro (+19% su anno)”.

I VERTICI DI GOLDEN GOOSE

Golden Goose, che ci tiene molto a sottolineare il proprio impegno nella sostenibilità e nell’inclusività, esalta che nel board dell’azienda – composto da 10 membri, di cui 3 esecutivi e 7 non esecutivi -, ben “il 30% sono donne, compresa la Presidente”, Maureen Chiquet, laureata a Yale e già presidente di Banana Republic e Ceo di Chanel per oltre 10 anni. Tra i membri esecutivi, che in realtà sembrerebbero essere 4, Chiquet è l’unica donna.

Il Ceo del gruppo è Silvio Campara. Laureato in Economia e Fashion Design Management alla Bocconi, ha lavorato in Alexander McQueen e Giorgio Armani. È arrivato in Golden Goose nel 2013 come direttore commerciale.

Riportano direttamente a lui il direttore commerciale, Danilo Piarulli, e il responsabile del merchandising, Sandro Baggiani.

DI ACQUISIZIONE IN ACQUISIZIONE

Nata a Marghera nel 2000, Golden Goose è sbarcata nel mercato americano quattro anni più tardi. Nel 2013 viene prima acquisita da Style Capital Group e nel 2015 passa nelle mani di Ergon Capital, con cui apre il suo primo store in America, a New York, e in Francia, a Parigi. Quando nel 2017 viene acquisita da Carlyle Group sbarca invece in Cina con un negozio a Pechino e online con un proprio e-commerce nel 2019.

Nel 2020, per il suo 20esimo anniversario, arriva l’acquisizione da parte della società londinese di private equity Permira, nel cui portafoglio figurano tra gli altri Valentino, Hugo Boss, Dr. Martens, Engel&Volkers, EF, Flixbus e Klarna.

Permira, con una quota dell’83,% è attualmente l’azionista di maggioranza, Carlyle, invece, è rimasto come socio di minoranza nell’azionariato, insieme al management che detiene una quota dell’8%.

Nel 2021, Golden Goose sposta la sua sede centrale a Milano e nel 2022 il fatturato dell’azienda supera i 500 milioni di euro.

LE PERFORMANCE DI GOLDEN GOOSE NEL 2023 E NEL 2024

Come commentato da Campara lo scorso marzo in riferimento ai risultati dell’esercizio 2023, Golden Goose ha archiviato l’anno con una “solida performance”.

Il gruppo, infatti, scriveva Il Sole 24 Ore, “chiude il 2023 con ricavi netti per 587 milioni di euro, in crescita del +18% a cambi costanti rispetto all’anno fiscale 2022. L’Ebitda adjusted del periodo si attesta a 200 milioni di euro, in aumento del 19% rispetto all’anno fiscale 2022 mentre l’Ebit adjusted è di 149 milioni, in crescita del 22% rispetto al full year 2022. Il Capex è pari a 38 milioni, mentre l’indebitamento netto (incluse le passività per leasing) si attesta a 479 milioni”.

Con un totale di 191 punti vendita nel mondo alla fine del 2023, la crescita è stata registrata in tutte le aree geografiche.

Fonte: Golden Goose

Il trend positivo è poi proseguito anche nel primo trimestre del 2024 con “un incremento dell’11% (+12% su base annua a tassi di cambio costanti) a 148 milioni di euro, con ‘margini solidi’”, scriveva Il Sole a fine aprile. In particolare, “il canale direct-to-consumer nel periodo ha visto una crescita del 18% (20% su base annua a tassi di cambio costanti), grazie all’ottima performance nella regione EMEA e nelle Americhe”.

LA VALUTAZIONE DI GOLDEN GOOSE

Sull’onda di questi risultati e con l’arrivo nel Cda di Marco Bizzarri – ex presidente e Ceo di Gucci, che ha guidato la trasformazione del brand di lusso portando il suo fatturato annuale da 3,9 miliardi di euro nel 2015 a 9,9 miliardi di euro nel 2023 – Golden Goose ha lasciato intuire già lo scorso aprile l’intenzione di quotarsi in Borsa.

La valutazione, per Il Sole, dovrebbe arrivare a circa 3 miliardi di euro, inclusi i debiti netti, mentre Milano Finanza ipotizza che possa essere stimata tra i 3 e i 4 miliardi, ovvero “circa 11 volte gli utili stimati dell’anno in corso”. I joint global coordinator e joint bookrunner dell’Ipo saranno Bofa, Jp Morgan, Mediobanca e Ubs, insieme a Bnp Paribas, Citigroup e UniCredit come joint bookrunner. Lazard è l’advisor finanziario della società.

LA QUOTAZIONE IN BORSA

Come riportato da entrambe le testate economiche, l’offerta consisterà in azioni ordinarie di nuova emissione della società derivanti da un aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione (tranche primaria) e azioni ordinarie esistenti offerte (tranche secondaria) in vendita dall’attuale azionista unico della società, Astrum Sapa.

La struttura dell’offerta prevede minimo il 25% del capitale azionario totale emesso e in circolazione come da requisiti Euronext Milan, una tranche primaria di 100 milioni di euro e un’opzione greenshoe concessa dall’azionista venditore ai joint global coordinator.

Il lock-up sarà di 180 giorni dalla data di quotazione per l’azionista venditore e la società e 360 giorni per membri selezionati del management. Secondo MF, “l’operazione sarà interamente dedicata a investitori istituzionali ed è già stato riscontrato un buon interesse da parte di fondi ‘long-only’ e anche di alcuni importanti hedge fund”.

Il gruppo ha inoltre fatto saper di voler utilizzare tutti i proventi dell’offerta, insieme ai prestiti concessi nell’ambito delle nuove linee di credito, per finanziare l’estinzione anticipata o il rimborso da parte di Golden Goose delle obbligazioni garantite senior a tasso variabile in circolazione con scadenza nel 2027, per rifinanziare qualsiasi importo in sospeso ed estinguere la linea di credito revolving super senior stipulata dalla sua controllata Golden Goose ed estinguere tutte le passività ai sensi dell’accordo fra i creditori relativo alle obbligazioni 2027 e all’Rcf (Revolving credit facility) esistente.

Infine, ricordano MF e Il Sole, la controllata del gruppo Golden Goose ha stipulato un contratto di finanziamento senior di diritto inglese che consiste in una ‘term loan facility B’ per un importo nominale complessivo di 310 milioni di euro e una ‘revolving credit facility multicurrency’ per un importo complessivo impegnato di 150 milioni.

 

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