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In questo articolo esamineremo il delicato argomento della demolizione della prima casa abusiva, che coinvolge la lotta all’abusivismo edilizio e il rispetto della vita privata e familiare.

Esploreremo come la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo affronti questa questione, bilanciando la tutela dell’ambiente e del paesaggio con il diritto alla casa familiare garantito dall’art. 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Analizzeremo le decisioni prese dalla Corte EDU riguardo alla demolizione delle abitazioni abusive e il loro rapporto con il diritto al rispetto della vita familiare e privata.

Ecco quando si può demolire la prima casa abusiva

Il principio di proporzionalità, cruciale per la tutela dei diritti umani, richiede che le misure prese dagli Stati siano adeguate e appropriate rispetto agli obiettivi perseguiti, senza violare eccessivamente i diritti delle persone coinvolte.

Quando si tratta di demolire abitazioni abusive (prima casa abusiva compresa), questo principio implica la necessità di valutare con attenzione se tale misura sia effettivamente indispensabile per raggiungere gli scopi di salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, e se rispetti il diritto alla casa familiare stabilito dall’art. 8 CEDU.

Di seguito un esempio pratico: Mario ha costruito illegalmente una casa in cui vive con la sua famiglia. Le autorità locali hanno emesso un ordine di demolizione, ma Mario ha deciso di contestare tale decisione, sostenendo che violi il suo diritto alla casa familiare.

In questa situazione, il giudice dovrà valutare se l’ordine di demolizione sia proporzionato agli obiettivi di protezione ambientale e urbanistica, e se consideri le esigenze e i diritti di Mario e della sua famiglia, tenendo in considerazione la disponibilità di alloggi alternativi, la presenza di anziani, minori e soggetti disabili.

Riguardo per l’ambiente e diritto alla casa

Secondo la giurisprudenza della Corte EDU, il diritto degli Stati di regolamentare l’edilizia (anche in relazione alla prima casa abusiva) e l’urbanistica per tutelare l’ambiente e il paesaggio è riconosciuto purché le misure adottate rispettino i diritti delle persone interessate, incluso l’articolo 8 CEDU.

La Corte tiene in considerazione vari fattori per conciliare questi obiettivi, tra cui la gravità dell’infrazione edilizia, le circostanze personali e familiari e le possibili alternative alla demolizione, come la regolarizzazione dell’abitazione o una sanzione amministrativa meno invasiva. Inoltre, la Corte potrebbe giustificare la demolizione se l’edificio abusivo rappresenta una minaccia per l’ambiente o se si trova in una zona protetta.

Demolizione prima casa abusiva, i casi precedenti

Non sempre la demolizione di un immobile è sanabile. In ambito giurisprudenziale della Corte EDU, sono stati esaminati diversi casi rilevanti riguardanti la demolizione di abitazioni tra cui prime case abusive e il rispetto del diritto alla casa familiare.

Nel caso Moretti e Benedetti c. Italia (2011), la Corte ha stabilito che demolire un’abitazione abusiva può essere considerata compatibile con l’articolo 8 della CEDU, sempre che tale misura sia proporzionata alle finalità di tutela ambientale e urbanistica, e che si tenga in debita considerazione le circostanze personali e familiari degli individui coinvolti.

Nel caso Ivanova e Cherkezov c. Bulgaria (2016), invece, la Corte ha ritenuto che la demolizione di un’abitazione abusiva, senza una previa valutazione approfondita delle circostanze personali e familiari, e senza esplorare alternative possibili, costituisce una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare garantito dall’articolo 8 della CEDU.

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