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È la Toscana la regione italiana che detiene il triste primato del maggior numero di alberghi finiti all’asta nel 2023. Stando all’analisi realizzata dal Centro Studi AstaSy Analytics di NPLs RE_Solutions, su un totale di 321 strutture alberghiere finite all’asta nel primo semestre del 2023 in tutta Italia, ben 43 sono in Toscana. Al secondo posto l’Emilia Romagna con 35 e al terzo la Sicilia con 30.

A Siena il primato in Toscana

La provincia toscana che è stata colpita maggiormente è quella di Siena con 11 strutture che sono finite all’asta, una in meno di quante ne sono state registrate in tutto il Trentino Alto Adige e l’Umbria. Secondo posto per la provincia di Pistoia e gradino più basso dello sfortunato podio per la provincia di Firenze con ben 7 alberghi finiti all’asta, uno in più di quanti se ne sono registrati in tutto il Piemonte. Nonostante il prezzo medio per lotto andato all’asta in Toscana sia minore della media italiana, 860mila euro contro 1 milione e 200mila euro per un totale di base d’asta di 37 milioni e 117mila euro, sempre nel senese si è realizzata la vendita più onerosa pari a 3 milioni e 380mila euro per un complesso comprensivo di una villa storica in stile liberty e di un parco. Il lotto col valore più alto ma non ancora aggiudicato invece è a Mestre con un secondo prezzo pari 24 milioni e 300mila euro.

“Meglio le vendite dirette”

Secondo l’amministratore delegato di NPLs RE Solutions, per riportare il più velocemente possibile queste strutture a ricevere clienti, sarebbe meglio optare per soluzioni alternative come la vendita diretta invece di quella giudiziaria. “L’auspicata ripresa del turismo, e la concorrenza degli ‘affitti brevi’ – commenta l’ad Massimiliano Morana – condizioneranno l’andamento del mercato alberghiero e, di conseguenza, l’interesse di potenziali acquirenti a investire in immobili la cui gestione richiede consistenti risorse e competenze specifiche. Soluzioni alternative alle vendite giudiziarie, come per esempio le vendite dirette, potrebbero accelerare la collocazione dei cespiti in vendita e il ristoro dei creditori, evitando anche il rischio di definitiva chiusura degli esercizi”.

La spesa dei turisti stranieri è raddoppiata

Eppure nel 2022 la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia è più che raddoppiata rispetto al 2021 arrivando quasi ai livelli precedenti la pandemia, circa il 10 per cento in meno rispetto al pre Covid. Lo stabilisce l’indagine condotta dalla Banca d’Italia sul turismo internazionale. La quota di mercato dell’Italia a livello globale sarebbe passata dal 3,9 per cento al 4,5, con un contributo dato in egual misura da turisti provenienti dall’Unione Europea e dai paesi degli altri continenti con un forte incremento dei viaggiatori statunitensi e in tono minore di quelli britannici. Oltre ad aumentare significativamente i viaggi e le spese per motivi di lavoro, la spesa dei vacanzieri è stata maggiore soprattutto per viaggi culturali e visita alle città d’arte, luoghi maggiormente penalizzati proprio durante il Covid.

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