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Lo Studio Legale Fusario porta avanti una campagna di sensibilizzazione sul nuovo ruolo della professione forense, da considerare come partner di impresa per evitare, ove possibile il contenzioso. In questo intervento abbiamo richiesto un focus rispetto al tema degli adeguati assetti organizzativi per le aziende e alla parità di genere.

“Il mondo imprenditoriale – esordisce Mario Antonio Massimo Fusario, fondatore e titolare dello studio con sede in viale della Vittoria 33 ad Ancona – da qualche anno a questa parte sta affrontando un nuovo scenario: la normativa europea, faro per alcuni ambiti come per esempio la sicurezza sul lavoro e il trattamento dei dati personali, impone all’imprenditore un’attenta valutazione dei rischi. Sia chiaro: il rischio è insito nell’impresa stessa, ma nonostante questo il titolare non può non adottare degli assetti organizzativi che gli permettano di valutare non solo i concreti pericoli che corre, ma anche di evitare come questi rischi possano ledere altri soggetti che collaborano con l’impresa”. Un quadro che si inserisce in un contesto ben specifico: il D.Lgs 14/2019, attraverso il quale il Legislatore ha appunto introdotto l’obbligo per gli imprenditori che operano in forma societaria o collettiva di adottare un assetto organizzativo amministrativo e contabile in funzione della tempestiva rilevazione dello stato di crisi. Questo cosa comporta?

“Sicuramente – risponde l’avvocato Fusario – delle modifiche rilevanti agli aspetti evidenziati dal decreto legislativo. Per quanto riguarda l’assetto organizzativo in sé, l’imprenditore deve stilare organigrammi e mansionari che rispecchino fedelmente le funzioni del personale all’interno dell’azienda, ponendo particolare attenzione ad aspetti come l’inclusione, i piani di carriera e le opportunità formative. Tutti aspetti che, se adeguatamente concretizzati, creano soddisfazione e senso di appartenenza all’azienda da parte del lavoratore, appannaggio dell’impresa stessa. La quale deve anche, attraverso una puntuale gerarchia, definire i ruoli dei singoli dipendenti anche in relazione ai rischi che possono correre”. Come si può intuire, non si tratta di un documento statico, granitico bensì in continua evoluzione. “L’esempio lampante è quanto accaduto tra il prima e il dopo la pandemia: gli assetti organizzativi sono stati modificati, per esempio introducendo lo smartworking in maniera organica”.

L’attenzione verso i controlli

Il secondo aspetto degli assetti riguarda l’amministrazione. “Le imprese – evidenzia il legale – devono utilizzare gestionali aggiornati e implementare le informazioni in modo che si possano evitare possibili squilibri. Questo tipo di prospettiva non viene subito acquisita dalle imprese, che troppo spesso sono orientate più al fatturato che al controllo finanziario. Eppure, si tratta di un passaggio obbligato e che potrebbe essere passibile di sanzione proprio perché emergerebbe che l’imprenditore non ha strutturato l’azienda secondo questi criteri”.

Nuovi scenari

A questo punto, a completare lo scenario subentra la parità di genere, tema quanto mai attuale e che ha come riferimento la Uni/PdR 125:2022 relativa proprio alle linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere.

“Non tutte le imprese – evidenzia l’avvocato Mario Antonio Massimo Fusario – sono a conoscenza di una grande opportunità che hanno a disposizione. Il Pnrr ha infatti stanziato un fondo per le aziende certificate proprio rispetto alla parità di genere. Questo si traduce in un incentivo economico a fondo perduto, per esempio, di 12.500 euro per quelle realtà che dimostrano di aver ottenuto questa certificazione, così come possono vedersi riconosciuto un contributo di 4 mila euro utile a corrispondere l’onorario del professionista che conduce la stessa azienda verso questo traguardo, volto a concretizzare la parità di genere. Inoltre, sono previste delle detrazioni fiscali fino a 50 mila euro sempre per le aziende certificate, che possono anche vedersi riconosciuto un abbattimento del 30% in tema di fideiussioni”.

Un tema molto complesso e articolato, che le imprese è opportuno non affrontino in solitaria. “In altri Paesi sono già in essere delle buone prassi, ma il primo passaggio che gli imprenditori devono compiere è quello di rivolgersi ad avvocati, notai, commercialisti ed esperti di questi rami per comprendere al meglio come poter godere di queste opportunità, crescendo anche dal punto di vista etico”, conclude il legale.

Un percorso lungo vent’anni

Gli adeguati assetti organizzativi per le imprese e la parità di genere sono solo l’ultimo tassello di un lungo percorso che lo studio legale multidisciplinare ha intrapreso in tutti questi anni. L’avvocato Mario Antonio Massimo Fusario – in tasca una laurea in giurisprudenza con una tesi sulla “Tutela delle banche dati aziendali” e la relativa abilitazione che gli ha permesso di aprire lo studio – ha operato e opera nel settore della responsabilità civile, ma anche nel settore del recupero crediti e nella compliance in tema di Regolamento generale sulla protezione dei dati. Nel corso degli anni, l’attività dello studio si è aperta inoltre anche al contenzioso condominiale e, a seguito dell’entrata in vigore nel 2017 della legge Gelli-Bianco, alla responsabilità medica. Un’esperienza ventennale e comprovata che ha permesso al fondatore e titolare dello studio l’apertura di due Network di professionisti legali che distribuiscono, avvalendosi delle moderne tecnologie, servizi in tutta Italia ma in particolare nelle Marche e in Umbria.

www.studiolegalefusario.it

 

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