Utilizza la funzionalità di ricerca interna #finsubito.

Agevolazioni - Finanziamenti - Ricerca immobili

Puoi trovare una risposta alle tue domande.

 

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
#finsubito news video
#finsubitoagevolazioni
#finsubitoaste
01_post_Lazio
Agevolazioni
News aste
Post dalla rete
Zes agevolazioni
   


Dopo previsioni, anticipazioni e smentite, la montagna, è il caso di dirlo, ha partorito un topolino! Cosa cambia con il Dl 212/2023 per il Superbonus 110?

Con il tanto atteso decreto di fine d’anno, il Governo pare aver preso una decisione definitiva, in senso restrittivo, rispetto alla questione Superbonus, con buona pace delle aspettative di ripartenza degli addetti ai lavori che, fino all’ultimo, hanno sperato in una proroga, o almeno in un SAL straordinario, che consentisse il completamento dei cantieri che presentavano un avanzato stato delle lavorazioni di riqualificazione energetica.

E’, infatti, stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 29 dicembre 2023, n. 302 il Decreto Legge 29 dicembre 2023, n. 212 recante “Misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119, 119-ter e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77” ed avente ad oggetto l’ennesima modifica al complesso normativo che disciplina il superbonus, il bonus barriere architettoniche e il meccanismo delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito) di cui al Decreto Rilancio.

Da una prima analisi della norma, però, non è possibile scorgere indicazioni utili rispetto alle due principali problematiche ad oggi irrisolte in materia: il blocco delle cessioni ed il (più che probabile) contenzioso tra committenti ed appaltatori, rispetto ai contratti non (completamente) eseguiti, che riguardano la stragrande maggioranza dei cantieri avviati.

Nel Dl 212/2023 per il Superbonus nessuna soluzione per i crediti incagliati

Il provvedimento, nel suo complesso considerato, nonostante fosse tanto atteso dagli operatori del settore, dagli utenti finali e dagli intermediari finanziari, ha scontentato tutti e si presta ad alcune osservazioni critiche, che ne evidenziano i limiti.

In primo luogo, emerge la mancanza di una disposizione in merito all’attuale blocco delle cessioni. Il testo, composto di pochi articoli, si limita semplicemente ad ignorare la problematica, non tenendo conto del fatto che, almeno nella prospettazione fornita dagli appaltatori a fronte delle censure sollevate dei committenti, la causa principale che ha (o avrebbe) determinato lo stallo dei cantieri, e la conseguente impossibilità oggettiva di terminare le opere pur iniziate, è da individuarsi nell’impossibilità per le imprese di vendere i crediti maturati, che ne hanno irrimediabilmente saturato i cassetti fiscali.

Niente proroga per terminare i lavori.

Allo stesso modo, la versione pubblicata in Gazzetta (difficilmente soggetto a modifiche in sede di conversione), non prevede alcuna proroga del termine di scadenza della misura prevista dal Decreto Legge 34/2020, atteso che l’articolo 1 del Decreto in commento contiene solo una sanatoria per i cantieri aperti, naturalmente in presenza di determinate condizioni.

Nello specifico, si esclude il recupero da parte dell’Agenzia delle Entrate delle detrazioni spettanti per gli interventi realizzati ai sensi dell’articolo 119 del Decreto 34/2020, avvalendosi della cessione del credito o dello sconto in fattura, per i quali, al 31 dicembre 2023, siano stati effettuati degli stati d’avanzamento lavori ufficiali (SAL), quindi effettivi e già presenti in piattaforma ENEA, nonostante non sia stato raggiunto il requisito del doppio salto di classe energetica.

Gli effetti sul futuro contenzioso

Tale disposizione, se per un verso, sembra offrire una possibile clausola di salvaguardia rispetto al contenzioso tributario tra i beneficiari dell’agevolazione fiscale e l’AdE, non pare idonea in alcun modo ad evitare il contenzioso tra i committenti e gli appaltatori per le ipotesi in cui, per effetto della mancata proroga e del mancato completamento dei lavori, si passi dal godimento del beneficio fiscale nella misura piena (del 110 o del 90%, a seconda dei casi), al 70%, percentuale peraltro già prevista dalla norma, prima dell’entrata in vigore del Decreto Legge n. 212/2023.

Nulla si dice, nell’inciso in commento, per i casi in cui si sia effettuato il Sismabonus, affidando alla sensibilità dell’interprete, il compito di stabilire se la disciplina appena richiamata possa, o meno, essere recepita ed applicata in maniera analogica ed estensiva all’ipotesi non espressamente normata.

Dl 212/2023 per il Superbonus: misure di sostegno al reddito e discriminazioni in condominio

Ancora, al numero 2 del medesimo articolo 1, viene prevista una particolare misura di sostegno ai redditi più svantaggiati, mediante la corresponsione di un contributo in favore dei (soli) soggetti beneficiari che abbiano un reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro, per finanziare le spese sostenute dal 1° gennaio 2024 al 31 ottobre 2024, per le quali, entro il 31 dicembre 2023, i lavori finanziati abbiano raggiunto uno stato di avanzamento lavori non inferiore al 60 per cento.

Evidente l’immobilismo che detta disposizione determinerà all’interno dei condomini, posta la disparità di interessi tra gli appartenenti alla medesima compagine condominiale ed aventi un reddito differente.

Pare probabile che solo una parte di essi (ossia i soggetti più deboli) avranno un interesse diretto ed immediato alla prosecuzione delle opere, ferma restando la singolarità per la quale proprio loro dovranno comunque trovare la forza economica di anticipare le somme che potranno, solo successivamente, ripetere attraverso l’accesso al fondo di sostegno.

Al riguardo, poi, un’ulteriore considerazione s’impone: come già accaduto con il decreto semplificazioni bis (DL 77/2021) che ha modificato l’articolo 119 del Decreto Rilancio (prevedendo che la presentazione della CILAS non richiedesse l’attestazione dello stato legittimo dell’immobile, fermo restando il diritto della pubblica amministrazione di verificare la legittimità dell’immobile oggetto d’intervento ai sensi del DL 34/2020), analogamente, l’ultimo comma del numero 1 dell’articolo 1 del DL 212/2023 riserva allo Stato la facoltà di verificare il rispetto (anche parziale) di tutti gli altri requisiti necessari, previsti dall’articolo 121, ai commi 4, 5 e 6 per accedere alle agevolazioni.

Attenzione, dunque, a ritenere le disposizioni in commento come una generalizzata sanatoria delle situazioni comunque non proprio trasparenti.

La stretta sul bonus 75% per le barriere architettoniche

Il DL 212/2023, infine, opera una stretta decisa rispetto al bonus per le barriere architettoniche al 75%, che viene ristretto ai soli interventi aventi ad oggetto scale, rampe ed installazione di ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici, a condizione che i pagamenti siano effettuati con le modalità previste per le spese di cui all’articolo 16-bis del testo unico delle imposte sui redditi (bonifico parlante).

Ancora, a partire dal 1° gennaio 2024 non sarà più consentito esercitare le opzioni alternative alla fruizione diretta (cessione e sconto in fattura), salvo che per i condomìni, per i soli interventi su parti comuni di edifici a prevalente destinazione abitativa, e per le persone fisiche, in relazione a interventi su edifici unifamiliari o unità abitative site in edifici plurifamiliari, a condizione che il contribuente sia il titolare del diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento sull’unità immobiliare, adibita ad abitazione principale.

Necessario, poi, che l’interessato abbia un reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro, anche se tale requisito reddituale non è necessario se nel nucleo familiare del contribuente è presente un soggetto in condizioni di disabilità accertata ai sensi della Legge n. 104/92.

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui