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Dal Superbonus alle barriere architettoniche, quando è ancora possibile la cessione del credito

La cessione del credito legata ai bonus edilizi – Superbonus e non solo – è stata oggetto di accesi dibattiti. Il motivo è che, dopo un via libera generalizzato, il governo e l’Agenzia delle Entrate hanno deciso man mano di restringere le ipotesi in cui contribuenti e aziende possono cedere i loro crediti.

Il vasto ricorso alla cessione del credito ha avuto inizio con l’entrata in vigore del Superbonus 110%, una maxi agevolazione che ha modificato in maniera consistente il sistema delle detrazioni fiscali. Tuttavia con il tempo sono emersi i “limiti” di questo sistema, tanto da spingere l’Agenzia delle Entrate a fare un passo indietro. Così, dopo l’entrata in vigore del DL 11/2023, le cessioni hanno avuto una brusca frenata (attenuata con provvedimenti successivi). Una decisione per molti necessaria ma che, inevitabilmente, ha creato non poche difficoltà agli operatori del settore.

Tuttavia, come vedremo, il blocco della cessione del credito legato ai bonus edilizi è meno drastico di quanto si possa pensare. Ecco i casi in cui è ancora possibile, per quali bonus e con quali requisiti.

Bonus barriere architettoniche, la cessione del credito è ancora possibile

Il divieto stabilito dal DL 11/2023 non si applica indistintamente a tutte le tipologie di bonus. Anzi, la cessione del credito è ancora possibile per chi realizza interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche.

Stiamo parlando del cosiddetto “bonus barriere architettoniche”, ovvero la detrazione del 75% sulle spese sostenute per una serie di interventi volti a facilitare la vita di persone anziane o con disabilità.

Fanno parte di questi interventi agevolati dallo Stato:

  • installazione di ascensori a norma
  • installazione di montacarichi
  • sostituzione degli infissi
  • rifacimento dei bagni (eliminando le barriere esistenti)
  • costruzione di rampe di accesso in alternativa alle scale

Il bonus barriere architettoniche è in vigore fino 31 dicembre 2025, chi lo richiede ha il diritto di opzione tra:

  • lo sconto in fattura da richiedere al fornitore
  • la cessione del credito
  • la detrazione da indicare nella Dichiarazione dei redditi 5 rate annuali di pari importo

Per ottenere i vantaggi fiscali ci sono alcune condizioni da rispettare, stabilite nel DM 236/1998, tra cui le modalità di pagamento dei lavori. Ogni spesa deve essere eseguita con mezzi tracciabili come il bonifico parlante.

Superbonus, in quali casi è ancora possibile la cessione del credito?

Tra le diverse agevolazioni fiscali legate all’edilizia, la più discussa è sicuramente il Superbonus. A causa dell’eccessivo deficit per le casse dello Stato, l’aliquota del Superbonus è stata ridotta dal 110% al 90% con criteri più severi per i beneficiari.

Ad oggi gli edifici non condominiali possono fruire della maxi agevolazione ai sensi dell’art.121 a condizione che sia stata presentata la CILAS prima del 17 febbraio 2023.

Invece per i condomini, oltre alla CILAS, c’è bisogno di provare che entro la stessa data i lavori siano stati approvati dall’assemblea di condominio.

Superbonus, in quali casi è ancora possibile la cessione del credito?Superbonus, in quali casi è ancora possibile la cessione del credito?

Resta ferma la possibilità di optare per la cessione del credito in caso di piano di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio, ma a condizione che l’amministrazione comunale abbia approvato i lavori entro il 17 febbraio 2023 e che gli interventi realizzati:

  • sono volti al risparmio energetico dell’edificio
  • servono per adeguare l’edificio alla normativa antisismica

Negli altri casi la cessione del credito per il Superbonus non è più una via percorribile. Resta la possibilità di detrarre le spese nella Dichiarazione dei redditi; inoltre per agevolare le fasce di reddito svantaggiate dopo la riduzione dell’aliquota agevolabile dal 110% al 90%, il governo ha stanziato un fondo speciale con contributi a fondo perduto. Le domande per accedere al fondo sono aperte dal 2 al 31 ottobre 2023.

La cessione del credito in caso di edilizia libera

La cessione del credito è un’ipotesi ancora percorribile, nei limiti che vedremo, anche in caso di lavori di edilizia libera. Con questa espressione si indicano gli interventi che non richiedono particolari permessi e autorizzazioni.

La cessione del credito in caso di edilizia liberaLa cessione del credito in caso di edilizia libera

Per questa tipologia di interventi la cessione è ammessa se i lavori sono già iniziati. In caso contrario si può chiedere la cessione solo se le parti coinvolte hanno stipulato un accordo di fornitura o prestazione dei servizi vincolante.

La data di inizio lavori deve essere attestata con una “dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà” tra cedente e cessionario se alla data del 17 febbraio 2023 non risulta alcun versamento.

Bonus mobili e Sismabonus

Altra deroga importante allo stop della cessione del credito riguarda il bonus mobili ed elettrodomestici e il Sismabonus. Se alla data del 17 febbraio 2023 risulta il titolo abilitativo si può ancora optare per la cessione dei crediti corrispondenti.

Ciò vale in caso di acquisto di immobile ristrutturato con interventi eseguiti da imprese di costruzione o cooperative edilizie che vendono/assegnano il bene entro 18 mesi.
Nel caso del Sismabonus-acquisti, invece, la cessione si può richiedere in presenza di interventi di demolizione/ricostruzione di interi edifici ubicati nelle zone sismiche 1, 2 e 3. La condizione per optare per la cessione è che l’impresa di costruzione o la cooperativa venda o assegni il bene entro 30 mesi.

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