diFrancesco Rosano
Il sindaco di Ravenna è stato protagonista (con il governatore) del post alluvione. Per la successione resta anche l’assessore regionale Colla
Nei giorni in cui il Pd emiliano-romagnolo ribolle come non accadeva da tempo, tra l’entusiasmo per il risultato delle urne e la partita sulle prossime Regionali, Michele De Pascale rafforza ulteriormente la sua posizione a bordo campo per la successione a Stefano Bonaccini (dove in surplace resta anche l’assessore regionale al Lavoro Vincenzo Colla). «Ho fatto la scelta di non commentare i rumor e questo è il contributo che posso dare. Di sicuro non sarò mai un problema, ma posso essere una soluzione», dice il sindaco di Ravenna, consapevole di giocarsi la partita della vita per un amministratore emiliano-romagnolo.
Intanto, forte del 6,5% che alle Europee l’ha resa la quarta forza politica in regione, Alleanza Verdi e Sinistra va in pressing sul Pd, che ha fissato «entro l’estate» la scelta del candidato governatore. E chiede di «avviare immediatamente un confronto su programma e candidature».
Attacco al centrodestra e a Bignami
Le parole pronunciate dal sindaco e presidente della Provincia di Ravenna, in un’intervista al Corriere di Romagna, non sono ancora una discesa in campo. Ma, dopo settimane in cima al totonomi per il dopo Bonaccini, quello di De Pascale è comunque un segnale chiaro inviato al Pd e agli alleati. Un plauso all’unità del partito («si è dimostrata un’arma potentissima»), necessaria come non mai all’amministratore romagnolo per superare le forche caudine di chi lo considera troppo bonacciniano per essere il candidato governatore di tutti.
Ma anche un attacco a testa bassa al centrodestra e al viceministro di FdI Galeazzo Bignami, che nonostante le molteplici smentite («Non farò il candidato alla presidenza», ha ribadito dopo il voto) tra i dem viene ancora considerato come possibile avversario alle Regionali. «La gestione del post alluvione da parte dei parlamentari del centrodestra e la totale posizione acritica degli esponenti locali ha fatto perdere loro credibilità nei confronti dei cittadini», sostiene De Pascale, che torna a scagliarsi contro il viceministro bolognese come aveva fatto a poche ore dal voto.
«Il governo non ha dato retta a Bignami che minacciava di non destinare i rimborsi agli alluvionati. Il decreto prevede 6 mila euro, ma la norma — conclude il sindaco ravennate — va cambiata in Parlamento. Siamo stati tutti bravi in campagna elettorale, ma 4-5 punti ce li ha regalati lui».
Gli altri in corsa e gli alleati
Quello di De Pascale, per quanto favorito, non è comunque l’unico nome nel mazzo del Pd. L’assessore regionale Vincenzo Colla, impegnato in questi giorni a gestire un’epidemia di crisi aziendali lungo la Via Emilia, è l’altro profilo più in vista. Ce ne sono altri però, dalla vicepresidente Irene Priolo all’assessore Andrea Corsini, pronti a giocare le loro carte. Soprattutto se, nel bene o nel male, si andasse a primarie.
Gli alleati della sinistra non sembrano però intenzionati a essere spettatori passivi. Serve un confronto «immediato» su programma e candidature, fa sapere Avs, che si rivolge a Pd e M5S: «Con cui condividiamo a ogni livello l’obiettivo di costruire un’alternativa al governo delle destre».
Forte dei circa 130 mila voti che in regione l’hanno trasformata nel quarto partito, Alleanza Verdi e Sinistra non fa nomi ma traccia un identikit: «La nostra candidata o candidato ideale è determinata ad avviare una vera svolta verde per rispondere all’emergenza climatica, a combattere il lavoro povero e precario dall’Emilia-Romagna, a sostenere il percorso di decarbonizzazione, a ridurre anziché incrementare il consumo di suolo e difendere la biodiversità».
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