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Agevolazioni per l’imprenditoria femminile: finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto

A sostegno dell’imprenditoria femminile il Governo, per il tramite di Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, mette a disposizione diversi misure agevolative. Tra queste troviamo:

  • Cultura Crea: un prestito a tasso agevolato destinato alle donne intenzionate ad avviare un’impresa in ambito culturale e turistico nel Sud-Italia (Basilicata, Campania, Puglia, Sicilia, Calabria), che prevede anche una parte di contributo a fondo perduto;
  • Resto al Sud: un finanziamento a tasso agevolato rivolto a coloro con meno di 46 anni che vogliono dar vita a un’impresa al Sud o nelle zone del Centro Italia che sono state colpite dagli eventi sismici del 2014 e del 2017. Nei casi indicati dalla normativa è possibile richiedere anche una quota di contributo a fondo perduto.;
  • Smart&Start Italia: un finanziamento agevolato per coloro che vogliono avviare una startup ad alto valore tecnologico. Se l’impresa ha sede al Sud, il 30% del prestito viene concesso a fondo perduto;
  • Nuove imprese a tasso zero: una misura rivolta alle donne che vogliono avviare un’impresa oppure che ne hanno una già avviata. Nei casi di imprese già costituite, per accedere al finanziamento, la proprietà deve appartenere alle donne per più della metà. Il finanziamento copre fino al 75% dei costi ammessi, per un importo massimo di 1,5 milioni, da restituire entro 8 anni dalla data in cui è erogata l’ultima quota del prestito;
  • Selfiemployment: un finanziamento a tasso zero, che va da 5mila a 50mila euro, rivolto ai giovani con meno di 29 anni disoccupati e che non studiano (i cosiddetti NEET).

Fondo Impresa Femminile: le novità del 2022

Una delle novità del 2022 per l’imprenditoria femminile è rappresentata poi dal Fondo Impresa Femminile. Una misura per incentivare le donne ad avviare nuove attività imprenditoriali nell’ambito dei settori dell’industria, dell’artigianato, dei servizi, del commercio e turismo e della trasformazione dei prodotti agricoli. Un incentivo del Ministero dello Sviluppo Economico per sostenere l’avvio, lo sviluppo e il consolidamento di aziende guidate da donne tramite l’erogazione di finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto.

Le imprese destinatarie del Fondo Impresa Femminile e le tipologie di finanziamento

Per il Fondo Impresa Femminile è stata prevista una disponibilità totale di circa 200 milioni di euro, destinati proprio alle imprese, guidate da donne, di qualunque dimensione, di nuova costituzione o già in vita, con sede sul territorio italiano.

Possono presentare le richieste di finanziamento anche le persone fisiche, con l’impegno di dare vita a nuove imprese dopo l’eventuale accesso all’agevolazione. Il Fondo Impresa Femminile è rivolto nello specifico a quattro tipologie di imprese:

  • società di persone o cooperative con almeno il 60% di socie donne;
  • società di capitale con componenti degli organi amministrativi per due terzi almeno di donne;
  • imprese individuali guidate da donne;
  • lavoratrici autonome titolari di partita IVA.

Con il Fondo Impresa Femminile sono previsti finanziamenti  diversi in base al tipo di impresa:

  • nei casi in cui delle libere professioniste vogliano costituire delle nuove imprese o le imprese siano già costituite da meno di un anno, è consentita la presentazione di progetti fino a 250mila euro. Previsto anche un contributo a fondo perduto che cambia però secondo la dimensione dei progetti: per progetti di investimento fino a 100mila euro la misura copre fino all’80% dei costi entro un massimo di 50mila euro; mentre per progetti di investimento fino a 250mila euro la misura copre il 50% dei costi entro un massimo di 125mila euro;
  • nei casi invece di aziende attive da più di un anno è consentita la presentazione di progetti fino a 400mila euro per realizzare delle attività nuove oppure per l’ampliamento di attività già in vita. In questi casi, con il Fondo Impresa Femminile, è previsto un mix di finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto. Per le aziende attive da più di un anno la copertura arriva fino all’80% dei costi ammissibili, per un tetto massimo di 320mila euro.

Non sono previsti dei valori minimi relativamente ai progetti di investimento, che dovranno essere realizzati in 2 anni. Possono essere previsti dai piani di spesa sia i costi di investimento che il costo del lavoro. La misura finanzia anche i costi per il circolante, per le imprese con più di 3 anni di vita i contributi per il circolante sono concessi completamente a fondo perduto.

Come fare domanda per il Fondo Impresa Femminile

Le domande vanno inviate online attraverso la piattaforma di INVITALIA previa una prima fase di compilazione. Lo sportello sarà infatti così accessibile:

  • per le imprese nuove oppure per le imprese costituite da meno di un anno, la fase di compilazione verrà aperta dal 5 maggio 2022, mentre sarà possibile inviare le domande dal 19 maggio 2022;
  • per le imprese costituite da oltre un anno invece la fase di compilazione sarà disponibile dal 24 maggio 2022, mentre sarà possibile inviare le domande dal 7 giugno 2022.

Per l’accesso alla piattaforma di INVITALIA gli interessati devono essere in possesso di SPID, della Carta Nazionale dei Servizi o della Carta di identità Elettronica. Occorre, inoltre, disporre anche di un indirizzo PEC (Posta Elettronica Certificata) e di una firma digitale.

Le istanze per richiedere gli incentivi per la nascita e lo sviluppo dell’imprenditoria femminile saranno valutate secondo dei precisi criteri di valutazione, riportati in apposite tabelle che fanno parte integrante della misura stessa. Per l’accettazione della domanda saranno valutati i diversi criteri che conferiranno alla pratica un punteggio massimo di 41 punti. Per essere ammesse, il punteggio totale non potrà essere inferiore ai 21.

Fondo Impresa Femminile: spese finanziabili e criteri

Con il Fondo Impresa Femminile sono finanziabili le spese relative a:

  • immobilizzazioni materiali, con riferimento in modo particolare a impianti e nuovi macchinari. In questa categoria rientrano anche i costi connessi all’installazione di impianti, attrezzature e macchinari e le spese per i prefabbricati e le strutture mobili, a condizione che siano amovibili e funzionali al raggiungimento delle finalità previste dal programma agevolato;
  • immobilizzazioni immateriali, compresi i costi per acquisire brevetti e i costi per acquisire programmi informatici. Ad esempio, sono compresi in questa categoria, i costi per progettare e sviluppare software applicativi e le piattaforme digitali;
  • servizi in cloud;
  • dipendenti, assunti a tempo determinato o indeterminato, successivamente alla data di presentazione delle domande e impiegati in maniera funzionale nella realizzazione del programma agevolato;

Per essere ammesse all’agevolazione, le spese devono inoltre essere:

  • descritte dettagliatamente e quantificate in fase di domanda;
  • contabilizzate secondo le norme fiscali e contabili in vigore;
  • sostenute per acquistare servizi/beni usati solamente dall’impresa femminile oggetto dell’agevolazione;
  • conformi al DNSH. A tal proposito, l’impresa interessata, per le spese da rendicontare, avrà l’obbligo di dichiarare la conformità ai principi delle norme ambientali dall’UE e nazionali. Gli interventi previsti dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza non devono infatti arrecare danni significativi all’ambiente;
  • pagate attraverso conti correnti ordinari regolarmente intestati all’impresa interessata dalla misura.

Non saranno mai invece ammessi i costi relativi a:

  • impianti, attrezzature e macchinari usati oppure riconducibili a investimenti mirati alle sostituzioni degli stessi;
  • tasse e imposte, IVA compresa;
  • acquisto di automezzi.

 

 

 

L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.

 

 

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