Come rinegoziare il proprio mutuo a tasso variabile? Qualche consiglio utile, secondo la Legge di Bilancio 2023 #finsubitoagevolazioni

I tassi dei mutui variabili continuano a crescere e il Governo interviene a sostegno dei cittadini attraverso la Legge di Bilancio 2023.

L’iniziativa si rifà a una norma salva mutui risalente al 2011 che, in presenza di specifiche condizioni, offre la possibilità di rinegoziare il mutuo con il proprio istituto di credito, lasciando il tasso variabile e passando al tasso al fisso, mantenendo invariato lo spread.

Per beneficiare di questa opportunità occorre, però, valutare sia l’entità del mutuo, sia l’Isee del soggetto interessato, sia, in alcune circostanze, la durata finale del finanziamento.

Scopriamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Rinegoziazione mutuo a tasso variabile a tasso fisso: qual è la norma, secondo la Legge di Bilancio 2023?

La Legge di Bilancio 2023 fa riferimento all’articolo 8 comma 6 della Legge 106 del 2011 che definiva le condizioni necessarie per rinegoziare il proprio mutuo.

Tutti i soggetti che soddisferanno i parametri richiesti potranno ottenere la rinegoziazione del mutuo semplicemente rivolgendosi al proprio istituto di credito.

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Quali sono le condizioni necessarie per rinegoziare il mutuo, secondo la Legge di Bilancio 2023?

Per poter modificare il proprio mutuo occorre soddisfare questi tre requisiti:

1. avere un ISEE inferiore ai 35.000 euro;
2. avere richiesto un mutuo il cui valore è compreso entro i 200.000 euro;
3. essere in regola con il pagamento delle rate (chi ha beneficiato della sospensione del mutuo per un determinato lasso di tempo può comunque ottenere la rinegoziazione del mutuo).

Il mutuo deve inoltre essere dedicato all’acquisto o alla ristrutturazione di casa.

Si può allungare il mutuo?

Tra le possibilità offerte esiste anche quella di allungare la durata del mutuo fino a 5 anni, portando a un massimo di 25 anni la durata dello stesso.

Il nuovo tasso fisso: in cosa consiste?

Il nuovo tasso fisso dovrà essere non superiore al valore minore tra l’IRS (altresì detto Eurirs) a 10 anni e l’IRS in euro, per la durata residua del mutuo per la parte ancora da pagare.

Se questo valore fosse non disponibile, il nuovo tasso verrà ricavato attraverso la quotazione dell’IRS per la durata precedente, riportato alla data di rinegoziazione alla pagina ISDAFIX 2 del circuito Reuters.

A questo valore viene sommato lo spread previsto nel contratto di finanziamento.

* Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.