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L’Agenzia delle Entrate ha aperto il canale per
la presentazione delle istanze di accesso al cd. “Bonus
Restauro edifici storici
”. Fino al 28 febbraio 2022 sarà
possibile presentare richiesta per il credito
d’imposta
per le spese sostenute nel
2021
, dalle persone fisiche, per interventi
conservativi
volti alla manutenzione, protezione e
restauro degli immobili di interesse storico e
artistico
.

Cos’è il bonus restauro edifici storici

Con l’art. 65-bis del Decreto Legge n. 73/2021
(decreto “Sostegni-bis”) è stato introdotto un
credito d’imposta pari alla metà dei costi sostenuti dalle persone
fisiche per interventi edilizi realizzati negli anni 2021 e 2022,
volti alla manutenzione, protezione e restauro degli immobili di
interesse storico e artistico.

Il contributo previsto è pari al 50% dei costi
sostenuti, fino a un importo massimo complessivo di 100mila
euro
per ogni immobile. Il fondo disponibile ammonta a 1
milione di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022. I criteri e le
modalità di gestione e funzionamento del Fondo sono stati definiti
con il decreto 6 ottobre 2021 del ministro della Cultura,
adottato di concerto con il ministro dell’Economia e delle
Finanze.

Oltre che per il restauro degli edifici di interesse storico e
artistico, il credito d’imposta può essere richiesto anche per i
seguenti interventi:

  • realizzazione di impianti che contribuiscono a
    innalzare il livello di sicurezza;
  • conservazione dell’edificio;
  • eliminazione delle barriere
    architettoniche
    .

Sono invece esclusi dall’agevolazione i semplici adeguamenti di
natura funzionale e tecnologica.

Possono beneficiare del bonus le persone fisiche che detengono a
qualsiasi titolo gli immobili agevolabili, per gli interventi
autorizzati, a condizione che il fabbricato non sia utilizzato
nell’esercizio di impresa.

Come richiedere il bonus restauro edifici storici

Per accedere al Bonus, è necessario presentare domanda,
dal 1 al 28 febbraio dell’anno successivo a quello in
cui è stata sostenuta la spesa
, esclusivamente per via
telematica compilando l’apposito modulo disponibile sul sito della
direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio del
ministero della Cultura
(Dg Abap), da inviare tramite
l’indirizzo Pec fondorestauro@mailcert.beniculturali.it.

La domanda dovrà contenere:

  • istanza in bollo compilata con l’indicazione delle generalità
    dell’immobile e il codice fiscale del richiedente, sottoscritta
    digitalmente;
  • estremi del provvedimento di tutela;
  • copia del provvedimento di autorizzazione del progetto di
    restauro;
  • dichiarazione di assenza di contributi o contributi
    goduti;
  • dichiarazione di inizio e di fine dei lavori a firma
    dall’architetto;
  • consuntivo di spesa giurato a firma dall’architetto con
    l’indicazione degli interventi realizzati entro la fine dell’anno
    per cui si chiede il contributo;
  • elenco delle lavorazioni, ciascuna con il relativo costo, per
    le quali si chiede il credito d’imposta a firma
    dall’architetto;
  • documentazione fotografica a consuntivo.

Ricordiamo che le spese devono essere asseverate da un
professionista qualificato secondo la normativa vigente.

Dopo la trasmissione della richiesta, le Soprintendenze
archeologia belle arti e paesaggio territorialmente competenti,
verificheranno l’ammissibilità delle istanze e
comunicheranno alla Direzione generale l’esito delle istruttorie e
l’ammontare complessivo delle spese ammesse al credito d’imposta.
Seguirà un provvedimento del Direttore generale recante credito e
somma assegnata, secondo l’ordine di presentazione delle domande e
fino a esaurimento delle risorse disponibili.

Come utilizzare il credito d’imposta

Il credito può essere utilizzato secondo modalità
differenti:

  • in compensazione tramite modello F24
    presentato telematicamente all’Agenzia delle Entrate, a partire dal
    decimo giorno successivo alla comunicazione del riconoscimento
    dell’agevolazione;
  • nella dichiarazione dei redditi relativa al
    periodo in cui è stato riconosciuto;
  • ceduto dal beneficiario, anche parzialmente, a
    terzi, compresi gli istituti di credito, fermo restando che la
    cessione non è replicabile. In questo caso è necessario comunicare
    alla Direzione Generale Archeologia Belle arti e Paesaggio i dati
    anagrafici e il codice fiscale dell’acquirente, nonché l’importo
    del credito ceduto. La direzione generale comunicherà poi a
    entrambe le parti l’accettazione della
    cessione
    .

Infine, il bonus non è cumulabile con altre
agevolazioni
e con la detrazione prevista
dall’articolo 15 del Tuir per il restauro e la
manutenzione di beni vincolati.

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