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Ogni anno, in Italia, i numeri dello spreco alimentare aumentano, e sono cifre da capogiro: ogni famiglia getta nella pattumiera quasi 3 kg di cibo al mese, soprattutto verdura, frutta e prodotti da forno, per un totale di 28 euro solo di cibo sprecato. In un anno, lo spreco alimentare domestico si unisce a quello dei negozi al dettaglio e della GDO per rggiungere numeri record di 16 miliardi di euro letteralmente gettati nel pattume.
L’otto per cento del cibo sprecato arriva dai mercati rionali e dai piccoli commerci.

LEGGI ANCHE: Come evitare inutili sprechi di cibo: ecco tutte le app e le piattaforme digitali per salvare gli alimenti

FOOD PRIDE TORINO

Lo spreco alimentare è in cima alla piramide dello spreco,  percepito come più urgente e drammatico dagli italiani, ed è un problema che richiede più soluzioni congiunte, immediate e su più livelli: uno è proprio quello del contrasto allo spreco alimentare che parte dai mercati rionali, le bancarelle di cibo e la distribuzione dei piccoli negozi. In quest’ottica è nato quindi il progetto Food Pride, un contenitore di esperienze di associazioni antispreco che già operavano sul territorio di Torino dal 2012. Dopo i finanziamenti della Compagnia di San Paolo i volontari e le volontarie sono riuscite a sistematizzare e a radicare la presenza dei fattorini anti-spreco in città.

Una vera e propria rete di recupero del cibo invenduto nei negozi cosiddetti di prossimità, senza scopo di lucro, che salva il cibo destinato ai cassonetti, l’invenduto e le eccedenze e lo trasforma in cibo ancora buono per mense sociali, laboratori di cucina con gli avanzi e progetti alimentari destinati a persone in condizioni di disagio.

FOOD PRIDERS TORINO

Il tutto è reso possibile dagli angeli del cibo, veri e propri rider come quelli della pizza a domicilio che girano tra le strade del capoluogo piemontese in bici o cargo bike e un capiente portapacchi. Stavolta, però, non portano cibo, lo chiedono e lo recuperano: nei mercati in orario di chiusura e nei piccoli negozi, raccogliendo non solo cibo in eccedenza ma anche prossimo alla scadenza, quello cioè non vendibile ma ancora commestibile. Senza pagare nulla o ricavarci un centesimo.
I food priders, (unione tra la parola riders e la parola inglese pride che significa orgoglio, perché i volontari e le volontarie del progetto sono orgogliosissime di farne parte, a ben ragione) danno nuova vita a prodotti che erano destinati a essere buttati, e una buona pratica che è quella di recuperare ciò che va sprecato riesce a diventare, con il loro contributo, un aiuto fattivo per combattere la fame. Il cibo che prelevano, infatti, viene redistribuito alle persone in condizioni di indigenza, per i quali anche un pacco di pasta e una scatoletta di pomodoro può fare la differenza.

Solo nello scorso anno e solo nel mercato torinese di Porta Palazzo, sono state recuperate e redistribuite quasi 60 tonnellate di frutta e verdura che altrimenti sarebbe finita in discarica. Un gesto che ha permesso a più di 200 persone di poter far fronte al sostentamento della propria famiglia.

food pride torino

 

PER APPROFONDIRE:Mercati bio in Italia: la mappa, regione per regione, dove acquistare dal produttore al consumatore

FOOD PRIDERS CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE

Pride, poi, è anche un acronimo: sigla che sta per  Partecipare Recuperare Integrare Distribuire ed Educare, e proprio per questo il progetto non intende fermarsi alla sola attività su strada, in bici.

In collaborazione con il Comune di Torino, con il quale da anni collabora per la piena applicazione della legge Gadda contro lo spreco alimentare, le aziende sanitarie locali e un elenco lunghissimo di associazioni di lotta alla povertà, l’impegno di Food Pride e dei suoi priders contro lo spreco alimentare non si ferma.
Sono in cantiere, infatti, diverse iniziative nelle scuole e sul territorio: oltre all’espansione oltre la cintura metropolitana di Torino, l’idea è quella di organizzare vere e proprie lezioni che facciano riflettere i ragazzi su una gestione consapevole dei rifiuti. Oppure le cene sociali, gli eventi di piazza, le lezioni di cucina antispreco gratuite rivolte a chi vive in difficoltà economiche, per fare in modo che le buone pratiche si allargano e si diffondano a macchia d’olio. Perché il cibo non finisca mai più nella pattumiera.

(Immagine in evidenza e a corredo del testo tratta dalla pagina Facebook di Food Pride Torino)

NON SPRECARE CIBO:

 

 

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