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ROMA – Il perdono edilizio di Matteo Salvini si fa permanente. A quattro giorni dalle elezioni europee, il leader della Lega aveva fatto intendere che la sanatoria non avrebbe avuto limiti. Detto, fatto. L’incarico, affidato ai deputati del Carroccio, è stato portato a compimento con gli emendamenti al decreto “Salva-casa” depositati in commissione Ambiente, alla Camera, dove la sanatoria è chiamata alla prima validazione parlamentare.

E così l’aumento delle tolleranze costruttive per le piccole irregolarità, che non saranno più considerate abusi, scatterà per tutti gli immobili che saranno realizzati in futuro. Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri, invece, limitava il perimetro agli interventi realizzati entro il 24 maggio.

Ma le maglie si faranno più larghe anche in altri ambiti. Almeno a questo puntano molti dei 458 emendamenti presentati dai gruppi parlamentari (altri 64, al netto dei ricorsi, sono stati dichiarati inammissibili).

Le “mini case”

Un emendamento della Lega riscrive le soglie minime dei requisiti necessari oggi per il rilascio del “bollino” dell’abitabilità. Quindi meno metri quadri a persona e soffitti più bassi. La superficie minima passa da 28 a 20 metri quadri, se il monolocale è abitato da una persona (da 38 a 28 se a viverci sono in due).

L’altezza minima viene ridotta da 2,70 metri a 2,40, che attualmente è possibile solo per corridoi, bagni e ripostigli. In sintesi: mansarde e seminterrati saranno abitabili.

La stanza più larga per i figli

Tra le proposte di modifica presentate dalla Lega spunta anche un “bonus figli”. All’interno delle abitazioni fino a 100 metri quadrati – recita l’emendamento – il limite del 5% per le tolleranze costruttive (un tramezzo spostato o il soppalco più alto rispetto a quando sono stati disegnati nel progetto) viene aumentato al 15% «qualora l’ampliamento è dovuto alla nascita di figli».

I negozi diventano case

Studi, uffici e negozi a piano terra potranno cambiare destinazione d’uso e diventare abitazioni o “strutture tecnico-ricettive”. Per la conversione basterà pagare.

L’unico paletto è costituito dalla “disciplina pianificatoria comunal”: i sindaci potranno vincolare il cambio di destinazione d’uso a condizioni specifiche.

La “Salva-Milano”

Due interventi per sbloccare i lavori nei grattacieli e negli altri edifici costruiti con permessi “light” che sono finiti sotto il faro della procura di Milano.

Saranno salvati gli immobili che oltrepassano i limiti di tre metri cubi per metro quadro di area edificabile e 25 metri di altezza. Il secondo intervento dà al governo e agli enti locali il potere di definire, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, gli interventi che possono essere qualificati come “ristrutturazione edilizia”.

Nel frattempo una disciplina transitoria include in questo perimetro tutti gli interventi di demolizione e ricostruzione effettuati dal 21 agosto 2013 fino a quando la norma non diventerà legge.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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