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di Federica Gisonna

Un progetto concreto, desideroso di crescere e di fare rete. Una collaborazione efficace, con al centro le persone e, nello specifico, le donne vittime di violenza.
E’ stato inaugurato sabato mattina a Chiari, in via Carmagnola 2, il nuovo studio dell’avvocato Silvia Lancini e della psicologa Monica Ghidini e, con i nuovi spazi, è stato finalmente presentato “L’albero della vita”. Un supporto legale (ma anche burocratico), psicologico e di sostegno per coloro che necessitano di uscire dalla «gabbia» di una relazione violenta o malsana, ma non solo.

Sostegno psicologico e supporto legale grazie al progetto “L’albero della vita”

Promotrice dell’iniziativa è stata proprio l’avvocato Lancini, non nuova a questo genere di iniziative. Avvocato dal 2001, specializzata in diritto di famiglia, nel 2015 ha intrapreso un percorso insieme al deputato M5S Claudio Cominardi. Un’esperienza formativa che le ha permesso di perfezionarsi, specialmente nell’ambito normativo e legislativo, che le ha fatto comprendere anche le incongruenze e le arretratezze dell’Italia sull’assistenza e l’aiuto alle vittime. Negli anni è dunque entrata in contatto (e non ha più lasciato) la famiglia di Daniela Bani, brutalmente assassinata dal marito poi scappato in Tunisia, di Federica Pagani, moglie di Pietro Raccagni, morto dopo giorni di agonia a seguito delle ferite riportate durante una rapina violenta in casa sua e di tante altre persone che, nella tragedia, avevano bisogno d’aiuto. Così, per l’avvocato, aiutare gratuitamente le vittime è diventata una vera e propria vocazione, come del resto è il suo lavoro.

Ancor prima che giungesse a termine la mia esperienza con Cominardi avevo deciso che volevo mettere a disposizione gratuitamente le mie competenze, la mia professione e la mia passione – ha raccontato Silvia – E’ scattato in me qualcosa, ho deciso di non fatturare dei servizi relativi a Giusi (la mamma di Daniela, ndr) e al caso Bani, ma a lei, per esempio, l’ho detto anni dopo. Non necessito di visibilità, ma di poter fare qualcosa, di dare un contributo concreto.

Dopo la collaborazione con alcune associazioni sempre nell’ambito dell’aiuto alle vittime e alle loro famiglie (prima con Unavi e poi con Wall of Dolls) è giunta la volontà di provare a fare qualcosa di più. Così, Silvia Lancini ha aperto il suo studio a Chiari (spostandosi da Castelcovati).

Nel marasma legislativo, in un mondo che spesso da poche risposte, c’è bisogno d’aiuto burocratico e psicologico per riprendere in mano le redini della propria vita. Così ho coinvolto Monica affinché possa con me prendersi cura di donne e persone in difficoltà.

L’altra spalla del progetto

L’altra spalla del progetto, infatti, è quella di Monica Ghidini, psicologa clinica, counselor sistemico familiare, terapeuta della coppia, ipnologa, specializzata nelle dipendenze, nel disturbo ossessivo compulsivo, nei disturbi d’ansia e depressivi. La specialista, inoltre, si occupa anche di tutela delle categorie fragili ed è presidente dell’associazione Hibiscus che eroga progetti in favore alla disabilita’ e si occupa di tutela dei diritti dei ragazzi diversamente abili.

Ho sposato appieno il progetto di cui parliamo, insieme alla collega Silvia, ovvero aiutare le persone (donne ma non necessariamente) che sono vittime di violenza. Lo facciamo unendo due professioni così distanti: quella dell’avvocato che definirei di testa e quella dello psicologo che invece definirei emotiva… più del cuore. Uniremo quindi le competenze e le professionalità per mettere in campo interventi a 360 gradi che possano garantire il supporto psicologico e legale alle persone vittime di violenza. Lo faremo attraverso aiuti concreti: da qui si parte ma questo vuole essere solo l’inizio. Auspichiamo che nascano collaborazioni con enti e istituzioni per ampliare questo sostegno e per fare in modo che possano usufruirne più persone possibili.

L’inaugurazione e il coinvolgimento di Moira Cucchi

Presente all’inaugurazione e diventata ormai membro del team anche Moira Cucchi, che ha avuto il coraggio di raccontare la sua storia. Vittima di violenza da parte dell’ex marito, ma che attraverso la sua testimonianza, con forza, spinge altre donne ad uscire dall’incubo:

Silvia e Monica hanno dato vita a un bellissimo progetto. Tante volte chi è vittima di violenza ha paura di essere giudicata, ma davanti a persone accoglienti si possono abbattere i muri. Certo, c’è il numero delle emergenze, ma talvolta un contatto fisico fa davvero la differenza. L’empatia e l’ascolto sono fondamentali e con loro si potranno trovare. Non ci saranno giudizi, ma consigli e aiuto per capire che è necessario tirare fuori la grinta, trovare la forza dalla rabbia, perché si è vive. Sopravvissute e la vita, da persone libere, è meravigliosa.

L’intento, infatti, è che proprio il vissuto di Moira, che nel terrore c’è stata davvero, possa dare la forza e il coraggio ad altre donne di aprirsi.

Il nome e i contatti

E il nome, invece?

Abbiamo deciso di chiamare questo progetto “Albero della vita” perché con esso tuteliamo la vita in tutte le sue forme, come bene primario e perché lo rappresenta a pieno. Per le sue radici forti e profonde che partono da me e si uniscono alle altre e sono diventate noi, perché sono spesse e porteranno nutrimento e vitalità. Ma anche perché ha un tronco robusto e solido, come sono le nostre competenze. E, infine, perché l’unione fa la forza: quella che faremo insieme, facendo rete con persone di ogni tipo che ci vogliono aiutare con le loro conoscenze e qualifiche, ma anche nella semplicità o portando testimonianza che potrà anche essere di conforto. Tutto parte da un’opera appesa nel mio ufficio, mi ha dato l’idea e l’ho condivisa, ma non avrebbe potuto esserci nulla di migliore dell’albero della vita per rendere il concetto.

Chiunque avesse bisogno di aiuto, consiglio, conforto, potrà recarsi nello studio di via Carmagnola dopo aver contattato Silvia al numero 338.1647206 oppure via mail all’indirizzo s.lancini@icloud.com. Ma non solo: basterà entrare nella pasticceria Bottega del dolce a Castrezzato, dove Roberto, compagno di Moira, potrà mettere in contatto con le tre donne, forze della natura, chiunque necessiterà di aiuto.

 

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