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Una rivendicazione per l’attentato del 22 marzo al concerto alla Crocus City Hall di Mosca è stato rivendicato dall’Isis-K. Cosa sappiamo di questo ramo dell’Isis attivo in Asia Centrale?

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Le autorità russe hanno cercato di incolpare l’Ucraina per la strage di venerdì al concerto alla Crocus City Hall di Mosca, la cui responsabilità è stata attribuita a quattro tagiki ora in carcere. Kiev ha smentito ogni coinvolgimento, mentre sul web sono circolate ipotesi di una strage di stato che farebbe gli interessi di Vladimir Putin per giustificare un aumento dell’intensità della guerra.

Fatto sta che a rivendicare l’attentato è stato lo Stato Islamico nel Khorasan (Isis-K, anche conosciuto come Is-Kp). Di che gruppo si tratta?

Cosa è Isis-K, il gruppo che ha rivendicato l’attentato di Mosca

Isis-K opera da una decina d’anni tra Afghanistan, Tagikistan, Turkmenistan, Iran e Uzbekistan, vale a dire la storica regione del Grande Khorasan richiamata nel nome

È stato fondato nel 2015 come ramo locale dell’Isis (lo Stato Islamico dell’Iraq e della Siria, noto anche come Isil, Stato Islamico dell’Iraq e del Levante), il gruppo che ha proclamato lo Stato Islamico nel 2014 dopo avere acquisito il controllo di gran parte di Iraq e Siria.

Dopo la sconfitta dell’Isis in Siria nel 2019 e la morte del “Califfo” Abu Bakr Al-Baghdadi, Isis-K è cresciuto d’importanza (così come accaduto agli altri rami locali di Isis nel Sahel o nel Sud-est asiatico) e per questo è stato al centro di un’offensiva delle forze afgane e statunitensi. 

L’obiettivo del gruppo è creare un califfato in Asia Centrale, con conseguente allarme per i governi locali e soprattutto per Cina e Russia.

La base operativa di Isis-K nell’est dell’Afghanistan

La base di Isis-K sembra sia nell’Afghanistan nord-orientale, nella zona di confine con Pakistan, Cina e Tagikistan. Proprio gli affiliati nei Paesi circostanti, dal Turkmenistan all’Uzbekistan, sono gli operativi del gruppo all’estero avendo possibilità tramite i loro passaporti di viaggiare più agevolmente. 

I finanziamenti arrivano come da tradizione da donazioni, in aggiunta ai proventi derivanti dal controllo della droga e da altri traffici, abbastanza consistenti nella regione.

Sotto la guida attuale di Sanaullah Ghafari, alias Shahab al-Muhajir, Isis-K ha condotto diversi attentati all’interno dell’Afghanistan contro il nuovo governo dei Talebani. Ha attaccato anche obiettivi civili, le ambasciate e le forze militari straniere.

Su tutti spiccano gli attacchi suicidi all’aeroporto di Kabul del 21 agosto 2021, mentre era in corso il ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan, che uccisero quasi 200 persone.

Gli attentati dell’Isis-K in passato in Russia e in Europa

Dal marzo 2023, le varie branche dello Stato Islamico hanno rivendicato un totale di 1,121 attacchi in cui sono rimaste uccise o ferite quasi cinquemila persone nel mondo, secondo il Washington Institute for Near Est policy

Forse è passato inosservato ma sono stati dei cittadini del Tagikistan appartenenti a Isis-K a farsi esplodere in Iran, alla commemorazione della morte del generale Soleimani lo scorso gennaio a Kerman, facendo un’ottantina di vittime.

Nel settembre 2022, Isis-K ha rivendicato l’attentato suicida all’ambasciata della Federazione Russa a Kabul. Nel 2017 un attacco alla metropolitana di San Pietroburgo, che fece 15 morti, venne rivendicato dall’Isis.

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite del 2023, Isis-K conta su cellule terroristiche dormienti e vari centri di finanziamento in Europa. Lo scorso anno, stando alle autorità locali, sono stati sventati diversi attentati che il gruppo preparava in Austria, Germania e nei Paesi Bassi.

 

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