Compass vendeva due prodotti ma l’unico visibile agli occhi dei clienti era il finanziamento, perché la società includeva il premio assicurativo nel computo delle rate da pagare che, di conseguenza, erano un po’ più alte. Assicurazione che veniva presentata come necessaria quando, invece, era solo facoltativa, anche perché non aveva alcun collegamento con il prestito personale. “Di fatto ai consumatori non è stato consentito di esprimere liberamente la propria adesione alle polizze distribuite a copertura di eventi estranei al credito” commenta Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici, una delle associazioni che hanno rappresentato alcuni clienti di Compass in questo procedimento. Del resto anche per il cliente più attento sarebbe stato difficile accorgersi che stava firmando delle polizze, perché tra i comportamenti degli addetti di Compass, scrive Antitrust, c’era anche la “mancata consegna della documentazione precontrattuale e contrattuale contenente le caratteristiche delle polizze”.
Già nei mesi scorsi la società aveva preso alcune misure per evitare di essere sanzionata, come una lettera informativa per ricordare ai clienti del loro diritto di recesso; un contatto sette giorni dopo la stipula per chiedere al cliente la conferma che volesse davvero quel prodotto e documenti pre-contrattuali più trasparenti. Ma il problema di fondo non era stato risolto, perché i clienti hanno continuato a firmare i due contratti nello stesso momento e a pagare i due prodotti all’interno della stessa rata. E secondo l’Autorità, solo firmando i due contratti in due momenti diversi i consumatori possono avere “piena consapevolezza” e “piena libertà di scelta”.
Va anche detto però che Compass si è “ravveduta”, dando la possibilità di recedere dalla polizza, con rimborso integrale del premio, a tutti i clienti che hanno firmato il contratto tra il 23 gennaio al 30 aprile 2020. Dal primo maggio 2020, infatti, la società ha sospeso la vendita di polizze abbinate a prestiti. Non senza rimpianti. Perché, ha spiegato Compass durante un’audizione, ritirare questi prodotti dal mercato comporta un danno, dal momento che la pratica “è attualmente praticata da diversi concorrenti della società”. Il lavoro, per Antitrust, non è finito.
Compass ha affidato il commento della vicenda a una nota, specificando che il provvedimento di Agcm è stato “assunto nell’attesa del pronunciamento del Tar del Lazio contro il precedente provvedimento di fine 2019. Compass Banca continua a sostenere la legittimità del proprio operato che considera in linea con il contesto normativo e improntato alla piena tutela della propria clientela, per questo promuoverà immediato ricorso al Tar del Lazio anche contro questo provvedimento. Nel periodo tra i due provvedimenti la Banca ha proseguito nell’implementazione degli impegni assunti con l’Autorità al fine di migliorare ulteriormente le proprie pratiche commerciali. Infine, la banca ha provveduto, con decorrenza 1° maggio 2020, a interrompere l’attività di intermediazione di coperture assicurative non correlate ai propri prestiti personali”.
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