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Il momento storico che stiamo affrontando ha obbligato molte aziende a ridefinire i propri obiettivi e le attività, oltre che a mettere in campo la propria forza per fronteggiare l’emergenza. In questi giorni vi abbiamo raccontato quello che sta facendo – per esempio – TIM con l’operazione Risorgimento Digitale oppure Enav, che ha lanciato la campagna #torneremoavolare. Per non parlare del settore automotive, che si è speso enermemente durante questa emergenza, come ha dimostrato il gruppo Jaguar – Land Rover o Kia Motors.

Come purtroppo tutti sappiamo, alla terribile crisi sanitaria se ne sta affiancando un’altra di natura strettamente economica, nel contrasto alla quale le banche giocano un ruolo determinante. Andrea Lecce è il responsabile della direzione Sales & Marketing dedicata ai Privati e alle Aziende retail di Intesa Sanpaolo: lo abbiamo intervistato per capire meglio l’entità della crisi che stiamo affrontando e – soprattutto – quali misure e sostegni il suo Gruppo sta mettendo in campo.

Il Covid-19 sta rivoluzionando molti dei settori e dei ruoli ai quali siamo stati fino ad oggi abituati. Dal suo punto di vista, il ruolo della banca cambierà?
Sicuramente ci aspetta un mondo più difficile, in cui il ruolo da intermediario delle banche sarà ancor più strategico perché occorre moltissima liquidità per il rilancio. Siamo stati molto veloci e flessibili nel reagire all’emergenza, attivando in pochissimo tempo processi a distanza, anche con l’obiettivo di proteggere al meglio clienti e colleghi ed evitare, nella prima fase, il ricorso alle filiali. La scommessa è essere altrettanto bravi nella seconda fase, nella quale occorre tornare a progettare il futuro. Intesa Sanpaolo farà leva sulla sua solidità di prim’ordine e sulla coesione della squadra.

Dal vostro osservatorio, qual è attualmente l’impatto della crisi sul tessuto economico del nostro Paese?
Guardando all’economia reale del Paese, abbiamo visto in questi due mesi di lockdown una significativa riduzione dei fatturati aziendali. Un fenomeno sicuramente più marcato sui settori più esposti alla crisi, ma che si è riflesso immediatamente anche sulle richieste che noi riceviamo in termini di sostegno finanziario. Le imprese chiedono finanziamenti per sostenere le spese vive, per pagare gli affitti e gli stipendi.

A questo proposito, in che modo avete pensato di sostenere le imprese e i settori più colpiti?
Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione 50 miliardi di euro di risorse in termini di credito. Le misure sono finalizzate a consentire di far fronte ai pagamenti, nonostante la progressiva riduzione o addirittura assenza di fatturato, e di tutelare così l’occupazione. Ne cito alcune: il plafond per nuove linee di credito aggiuntive rispetto a quelle preesistenti, la possibilità di rendere più ampie e flessibili le linee già deliberate, il plafond che la Banca ha riservato alle imprese e professionisti associati a Confcommercio, l’accordo con Confartigianato Imprese per le imprese artigiane. Molto importante la sospensione di 24 mesi per le aziende del turismo, uno dei settori più colpiti, per il quale abbiamo previsto finanziamenti con preammortamenti a 36 mesi. Siamo stati la prima banca italiana a sottoscrivere il protocollo di collaborazione con Sace per sostenere finanziariamente le imprese danneggiate dall’emergenza Covid-19. Ricordo infine le misure previste dal Decreto Liquidità: ci sono pervenute 150.000 richieste di finanziamenti sotto i 25 mila euro, già erogate o in corso di erogazione.

Quali sono invece le principali misure che avete messo in campo per le famiglie e i cittadini?
Sicuramente la moratoria per le rate dei finanziamenti, varata già il 24 febbraio, estesa anche ai prestiti personali, senza limiti di importo o distinzione tra prima e seconda casa per i mutui. Siamo molto orgogliosi anche dell’anticipo sulla cassa integrazione: i nostri clienti hanno trovato i moduli disponibili online ancor prima dell’accordo con l’ABI o di quelli con le Regioni. Oggi eroghiamo in media 700 anticipi al giorno. In generale, comunque, la flessibilità, poter accedere a tutti i servizi senza dover andare in filiale.

Immagino siano molte le richieste di moratoria per i mutui.
Sono pervenute circa 430.000 richieste di sospensione per un totale di finanziamenti residui di circa 38 miliardi. Un lavoro enorme per la nostra rete.

Cosa succede invece a chi un mutuo decide di sottoscriverlo oggi?
Per quanto riguarda le erogazioni, Intesa Sanpaolo è perfettamente operativa sia in filiale che a distanza, grazie alle perizie fotografiche e alle interviste telefoniche per dar corso alle domande. In ogni crisi ci sono però anche delle opportunità. I tassi di interesse sui mutui, per esempio. Oggi si può aprire un finanziamento trentennale ad un tasso dell’1%. Il settore immobiliare nel nostro Paese continua a essere molto interessante.

Anche i risparmiatori non stanno passando sicuramente un buon momento, avete pensato a tutele anche per loro?
Per i risparmiatori il messaggio è “nervi saldi”. Non è il momento di farsi prendere dal panico con disinvestimenti, anzi potrebbero esserci opportunità grazie ai ribassi. Non bisogna però fare da sé: il risparmio gestito è la migliore tutela. Abbiamo visto, analizzando tutte le grandi crisi dell’ultimo secolo, che a ogni ribasso ha fatto seguito un momento di ripresa. La tutela in generale è un tema molto importante in Italia, poiché la copertura assicurativa delle persone è molto bassa. Cresce, alimentato dalla paura vissuta durante l’emergenza, il bisogno di protezione e di sicurezza. In questo, pensiamo di poter dare risposte utili ed efficaci. Un esempio per tutti: XME salute, un servizio che in questo momento abbiamo reso gratuito e che consente di prenotare visite mediche online e di beneficiare di notevoli sconti.

Uno dei pochissimi aspetti positivi del Covid-19 è stato quello di accelerare i processi di digitalizzazione nel nostro Paese. In che modo questo passaggio è stato determinante per il vostro settore?
Già negli anni la Banca si era molto digitalizzata, ma per rispondere all’emergenza, in due mesi, abbiamo fatto un incredibile lavoro per ottimizzare l’operatività a distanza. In pochi giorni abbiamo messo a punto procedure online per le richieste di moratoria, dei finanziamenti previsti dal Decreto Liquidità, dell’anticipo della cassa integrazione. Tra l’altro, abbiamo assistito ad un aumento esponenziale delle vendite online, per tutte le fasce d’età, anche quelle in passato meno propense ad utilizzare i mezzi digitali. Questo nuovo modo di operare resterà – ritengo – anche in futuro. Noi abbiamo visto, per esempio, un aumento di 5-6 punti percentuali dei pagamenti on line in poche settimane. Un aspetto positivo, che ci auguriamo di capitalizzare anche nella fase che verrà.

In questo periodo così difficile, Intesa ha messo in campo anche delle donazioni?
Anche la nostra risposta all’emergenza sanitaria è stata significativa. La Banca, i suoi manager, tutte le nostre persone sul territorio hanno messo in campo una cifra superiore ai 100 milioni per il rafforzamento delle strutture sanitarie e per progetti a elevato impatto sociale Oggi vogliamo rafforzare in maniera rilevante queste significative misure, messe in campo già all’insorgere dell’emergenza: abbiamo infatti deciso di destinare 125 milioni del nostro Fund for Impact – ovvero il 50% della dotazione totale – al contrasto degli squilibri socio-economici causati dall’epidemia da COVID-19.

 

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