Come ogni anno il conto arriva prima delle vacanze e puntualmente si torna a parlare di tax day e di ingorgo fiscale. Il calendario delle tasse sarà uno dei temi principali della prossima riforma, attesa in Consiglio dei ministri a fine luglio, intanto contribuenti e professionisti in questi giorni hanno di fronte 144 adempimenti.
Si tratta quasi esclusivamente di versamenti, concentrati il 16 e il 30 giugno quando ne sono previsti rispettivamente 59 e 65. Adempimenti che riguardano soprattutto imprenditori, artigiani, commercianti, autonomi, professionisti con partita Iva, società di capitali e intermediari finanziari.
A togliere il sonno a parecchi italiani c’è la deadline del 30 giugno quando riprenderà l’attività di riscossione, visto che l’emergenza Covid ha fermato l’invio di milioni di cartelle. Chi aveva in corso una dilazione ordinaria prima di marzo 2020 per un debito fiscale si troverà a dover pagare il 31 luglio in un’unica soluzione (o meglio entro lunedì 2 agosto) ben 16 rate arretrate, che sono state bloccate, appunto, per 16 mesi. Il governo però sta pensando a un rinvio.
I commercialisti chiedono di far ripartire le rateizzazioni assicurando così maggiore gradualità. Un problema simile ce l’hanno anche i contribuenti che hanno aderito alla rottamazione e al saldo e stralcio. In quel caso però il peso dell’arretrato è minore (le rate erano trimestrali e non mensili) e il dovuto è stabilito in due blocchi: 31 luglio per le incombenze del 2020 e il 30 novembre per gli obblighi del 2021.
Il governo studia un rinvio
Al Mef si sta lavorando a un’ipotesi di proroga dei versamenti al 20 luglio, un allungamento previsto senza interessi, con la possibilità di slittamento al 20 agosto aggiungendo una maggiorazione dello 0,40%. Il provvedimento potrebbe essere approvato da Palazzo Chigi con un Dpcm. La platea interessata riguarda oltre 4 milioni di partite Iva che il 30 giugno devono pagare gli acconti Irpef, Ires e Irap.
Novità in Parlamento sono attese dal Decreto Sostegni bis. La maggioranza ha ipotizzato un differimento dei termini a fine settembre mentre sul fronte cartelle si valuta uno spostamento della scadenza del 2 agosto. Tra le ipotesi anche uno scaglionamento in tre anni delle cartelle arretrate.
Le scadenze
Si parte il 10 giugno con la conservazione sostitutiva delle fatture elettroniche del 2019, un termine che è già slittato due volte (prima a dicembre e poi a marzo) nei decreti economici dell’ultimo anno e mezzo.
Ci sono gli appuntamenti periodici di Iva, Irpef e contributi Inps fino ad acconto e saldo di Ires e Irap. Quindi la Tobin tax, la cedolare secca e l’esonero del canone Rai.
Il 16 giugno è la volta del primo versamento Imu (il secondo il 16 dicembre), influenzato anch’esso dalle normative anti Coronavirus. Esenti alberghi, pensioni, bed and breakfast, agriturismi, villaggi turistici, discoteche e campeggi. Il Decreto Sostegni bis ha allargato il beneficio alle partite Iva che hanno ricevuto gli assegni a fondo perduto e dunque hanno registrato nella loro attività perdite di almeno il 30% del fatturato.
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