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TORINO — Il governo rompe gli indugi e annuncia un sistema di incentivi a medio termine per l’acquisto di auto, elettriche e no. Mentre è in corso una delicata trattativa tra l’esecutivo Meloni e Stellantis per arrivare ad un accordo per riportare la produzione a 1 milione di veicoli, il ministro delle Imprese e del Made in Italy,

Adolfo Urso, certifica che i nuovi bonus 2024 hanno funzionato. Si farà il bis. Non per un anno, ma per tre. «Il 7 agosto presenteremo le linee di indirizzo degli incentivi che mi auguro possano essere di durata triennale per consentire una migliore programmazione negli acquisti».

Le performance soddisfano Urso: «Le misure hanno tirato, sia per l’elettrico sia per le altre tipologie. Hanno tirato bene soprattutto a sostegno dei ceti con i redditi più bassi». Uno dei criteri che rimarrà insieme a sussidi più ricchi se si rottama un’auto vecchia e più inquinante.

“La comprensione reciproca”

Proposta in linea con le richieste di Stellantis? Sì, ma dal ministero spiegano che la misura è slegata dalla trattativa in atto con il gruppo guidato da Carlos Tavares.

L’amministratore delegato del produttore italo-francese, che ha come primo azionista Exor che controlla anche Repubblica, in un intervento sul Sole 24 Ore analizza le difficoltà del settore e dice che «in Italia queste considerazioni sono sempre state al centro del dialogo tra noi, le istituzioni e gli stakeholder coinvolti. Riteniamo che questo confronto abbia rafforzato la comprensione reciproca e la capacità di lavorare insieme in modo efficiente, condividendo scelte difficili e soluzioni positive».

Una mano tesa a Urso che ha partecipato alla festa dei 125 anni di Fiat chiedendo a Stellantis di assumersi la responsabilità del rilancio dell’auto in Italia. «Stellantis è desiderosa di continuare a lavorare per costruire insieme il futuro ed è pronta a fare la sua parte», dice Tavares. L’ad ricorda quello che è stato fatto e dice che ci saranno «nuove assunzioni sia a Mirafiori sia ad Atessa».

L’incontro con i sindacati

Parole che rendono l’accordo più semplice? Si vedrà entro il 7 agosto, data del tavolo auto. Già il 5 agosto, quando Urso incontrerà i sindacati, si capirà l’aria che tira. È da un anno che va avanti la discussione che assomiglia sempre più ad una tela di Penelope.

Molto dipenderà dalle garanzie che arriveranno a Roma nei prossimi giorni, ad iniziare dalle rassicurazioni sulla gigafactory di Termoli realizzata da Acc, joint venture tra Stellantis, Mercedes e Total Energies. Importanti anche le prospettive sulla produzione, ma Stellantis vuole avere ritorni sul costo dell’energia e sull’ampliamento della rete delle colonnine di ricarica.

La Fiom con Samuele Lodi ha preso posizione ieri, richiedendo un tavolo a Palazzo Chigi, non al ministero: «No ad un confronto a mezzo stampa, si ad un tavolo istituzionale, con governo e sindacati dove Stellantis dia garanzie su diversi fronti».

I produttori cinesi

Altro nodo è l’arrivo di produttori cinesi, mossa che Stellantis giudica negativa perché «non farebbe altro che rafforzare la pressione esistente sull’ecosistema automobilistico», dice Tavares.

Il ministro Urso tira dritto: «Stiamo predisponendo un accordo con il ministero dell’Industria cinese su green e mobilità. L’Italia può essere attrattiva per l’industria dell’auto. Mi auguro che l’intesa che possa essere finalizzata durante la missione della premier Meloni a Pechino».

 

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