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Nella bozza del decreto Omnibus, all’ordine del giorno del prossimo consiglio dei ministri, c’è una riduzione dello stanziamento della card destinata ai 18enni per finanziare una serie di altri micro interventi

I libri e gli spettacoli per i giovani sacrificati per le sagre, le feste di paese e i carnevali storici. Il governo Meloni sta infatti pensando di fare ancora cassa sui giovani, usandoli come bancomat per finanziare varie attività, che altrimenti non avrebbero a disposizione risorse adeguate.

La bozza del decreto Omnibus, che sarà esaminato domani (mercoledì 7 agosto) nel consiglio dei ministri, prevede un taglio di 20 milioni di euro – poco più del 10 per cento del totale – al fondo disponibile Carta della cultura giovani e del merito, che garantisce un bonus di 500 euro all’anno ai 18enni.

Se il testo fosse infatti confermato nella versione che sarà licenziata da palazzo Chigi, la riduzione del fondo si farebbe ancora più pesante dopo il precedente intervento realizzato nella manovra 2023. Il plafond scenderebbe a 170 milioni di euro.

Il motivo? Trovare i soldi, tra le varie cose, da dare ai carnevali storici (3 milioni di euro), a feste per bande musicali, spettacoli circensi e altri ancora (altri 3 milioni di euro), alle pubblicazione di rilievo culturale (1 milioni di euro).

Il taglio alla carta dei giovani

Ma procediamo con ordine. Durante l’approvazione della prima legge di Bilancio del governo Meloni, la polemica era stata forte. Un emendamento del deputato di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, in quel caso, prevedeva la sostanziale eliminazione della card per i 18enni, scatenando la protesta delle opposizioni. Su tutti Matteo Renzi, ideatore della misura quando era presidente del Consiglio. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano è intervenuto avviando solo una rimodulazione e un parziale taglio. 

L’obiettivo era una rivisitazione  della vecchia “18app”, introdotta per stimolare i consumi culturali dei giovani, come l’acquisto di libri o la partecipazione a spettacoli dal vivo. 

Alla fine la disponibilità economica annua era scesa da 230 milioni di euro a 190 milioni di euro durante la fase di revisione. Inoltre c’era stato l’inserimento di altri paletti come l’Isee inferiore a 35mila per l’accesso alla carta giovani, mentre per la carte del merito sono stati introdotti altri fattori vincolanti, su tutti il superamento dell’esame di maturità con il massimo dei voti.

La vicenda ha poi attirato l’attenzione anche per la lentezza sull’emanazione del decreto attuativo da parte del Ministero della Cultura, un passaggio necessario per stabilire le nuove regole di accesso. Così si è arrivati all’attuale formulazione del testo e la navigazione sembrava tranquilla. Ma adesso, se il decreto Omnibus non cambia durante le prossime ore, la scure potrebbe di nuovo colpire la carta giovani. Per dare più spazio al folklore.

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