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La riforma delle detrazioni edilizie e dell’Ecobonus, al via dal 2025, intende introdurre una modulazione dei benefici in funzione delle performance generali raggiunte dall’edificio, attraverso interventi graduati in termini di priorità. Previsti un tetto di spesa annua complessivo per la misura e dei costi massimi specifici omnicomprensivi per gli interventi.

L’Ecobonus come lo conosciamo è destinato a ‘terminare’ il 31/12/2024, poi si aprirà un nuovo capitolo non solo per le agevolazioni inerenti il risparmio energetico, ma in generale per tutti i bonus fiscali, visto che il Governo ha l’intenzione di preparare una riforma delle agevolazioni edilizie, a partire, appunto, da quella più gettonata.

In tal senso, in una recente risposta a interrogazione parlamentare, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha fornito le prime linee guida che l’Esecutivo seguirà, con un provvedimento da emanare entro la fine dell’anno, per l’Ecobonus del futuro.

 

Detrazioni per l’efficientamento energetico ed Ecobonus: al momento si prescinde dai benefici energetici generati

L’onorevole Fabrizio Benzoni, nella domanda, ha ricordato che per la maggior parte degli interventi, e soprattutto per quelli finalizzati alla sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale, l’attuale detrazione dall’Irpef o dall’Ires, pari al 65 per cento, cioè l’Ecobonus previsto dall’art.14 del DL 63/2013 e in vigore fino al 31.12.2024, è riconosciuta nella medesima aliquota per qualunque tipologia di intervento, a prescindere dai benefici energetici da questo generati e in un importo massimo per unità immobiliare che prescinde dal valore dell’investimento.

Le pompe di calore, tecnologie capaci di generare energia termica prevalentemente da fonti rinnovabili e che rispetto alle caldaie (anche a condensazione) garantiscono un risparmio di energia primaria fossile superiore al 40 per cento, godono sostanzialmente della medesima aliquota incentivante delle caldaie a condensazione le quali, pur garantendo anch’esse un risparmio di energia primaria rispetto alle caldaie tradizionali a gas (15 per cento), producono calore tramite combustibili fossili e non garantiscono il medesimo tasso di efficienza energetica, né conseguono livelli comparabili di decarbonizzazione e utilizzo di rinnovabili termiche.

Considerando, quindi, che entro il 2030 il settore civile (pubblico e privato) dovrà inevitabilmente contribuire al processo di transizione energetica nazionale al fine di raggiungere gli sfidanti obiettivi di efficienza energetica derivanti dal pacchetto di proposte europee denominato «Fit for 55» e dal RePowerEu, si chiede come il Governo intenda cambiare l’incentivazione degli interventi di miglioramento energetico, cioè quali saranno i ‘paletti’ del provvedimento anticipato dal ministro Pichetto Fratin. 

 

Guida alla Direttiva Case Green (EPBD IV)

La direttiva 2024/1275, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea l’8 maggio 2024, definisce le strategie per migliorare la prestazione energetica degli edifici, con l’obiettivo di contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici del green deal europeo. Stabilisce una serie di obiettivi e requisiti che consentiranno di riqualificare adeguatamente, entro il 2050, il patrimonio immobiliare europeo. In questa guida proviamo ad analizzare i punti salienti della nuova direttiva case green, EPBD IV.

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Come sarà l’Ecobonus del futuro

La risposta del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica è sicuramente importante perché traccia le linee direttrici di quella che sarà la riforma dell’Ecobonus.

Al fine di dare attuazione alle direttive sull’efficienza energetica e alla direttiva case green (EPBD), si legge nella risposta, il MASE intende rivedere il sistema delle detrazioni fiscali affrontando con un approccio integrato ed efficiente le opere di riqualificazione degli edifici residenziali esistenti che superi l’attuale frammentazione delle diverse detrazioni, con un focus sugli interventi più efficaci in termini di costo per favorire la decarbonizzazione energetica.

Più in particolare, la riforma intende introdurre una modulazione dei benefici in funzione delle performance generali raggiunte dall’edificio, attraverso interventi graduati in termini di priorità.

 

I punti fermi dell’Ecobonus 2025

La riforma si articola su questi criteri:

  • la durata dell’incentivo sarà almeno decennale, per rispondere agli obiettivi previsti per il settore residenziale dalla EPBD al 2035;
  • la detrazione sarà rivolta in prevalenza alle unità immobiliari soggette all’obbligo della direttiva EPBD (prime case, unità immobiliari con classe energetica bassa, situazioni di povertà energetica, e altro), escludendo categorie catastali di lusso e le tecnologie non più ammissibili secondo le norme europee;
  • si prevderanno benefici ridotti per gli interventi singoli e benefici crescenti in funzione della performance energetica raggiunta;
  • saranno previsti sia un tetto di spesa annua complessivo per la misura che dei costi massimi specifici omnicomprensivi per gli interventi;
  • saranno studiati e implementati degli strumenti finanziari di supporto da affiancare alle detrazioni, ad esempio finanziamenti a tasso agevolato, anche a copertura totale dei costi di investimento, con condizioni di favore per le persone in condizioni di povertà energetica, anche tramite l’individuazione di sinergie con la riforma del Fondo nazionale efficienza energetica.

Non ci resta che attendere, quindi: il conto alla rovescia è già iniziato, ma l’Ecobonus del futuro sembra avere già i suoi ‘paletti’ con una riforma strutturale dell’incentivo, a perimetro molto più ristretto e basato sulla ‘qualità’ del tipo di lavoro di efficientamento svolto.


L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE CON LA RISPOSTA DEL MASE E’ SCARICABILE IN ALLEGATO

 

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