La festa del primo compleanno di sua figlia finì nel peggiore dei modi. A distanza di un mese dalla prima maxirissa – che coinvolse trenta persone nei pressi di un noto ristorante di via Ammiraglio Ronca e conclusasi in via Tagliamento – sono scattati i divieti di avvicinamento per il papà della piccola festeggiata che malmenò suo suocero, A.D.N., e per altri due partecipanti ad altrettanti episodi violenti registrati il 10 e il 17 settembre in città: Elpidio Galluccio e Antonio Flammia.
Quest’ultimo recentemente tratto in arresto per la tentata rapina al supermercato Despar di Fisciano, difeso dall’avvocato Gerardo Santamaria, il 17 settembre in via Morelli e Silvati dopo aver atteso che giungesse A.S. e dopo averlo bloccato parandosi davanti con l’auto, lo colpì con un pugno in pieno volto.
Con un’azione fulminea dall’auto scese anche Vittorio Casanova, con in mano un martello. I due inseguirono il loro bersaglio, colpendolo ripetutamente con il martello dietro alla nuca, fino a fargli perdere i sensi. Ad assistere alla brutale aggressione un testimone che subito allertò i soccorsi per A. S.
Dunque a far scattare le misure l’alto rischio di reiterazione del reato, condiviso dal gip del tribunale di Avellino, Elena Di Bartolomeo. Ad eseguire le misure i carabinieri del comando Provinciale di Avellino, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Ora i tre non potranno avvicinarsi al suocero di Casanova, A.D.N., e ad un suo parente A.S.
Gli accertamenti degli inquirenti – effettuati attraverso l’analisi dei sistemi di videosorveglianza, acquisizione di documentazione e l’escussione di numerose persone presenti ai due episodi violenti – hanno consentito di ricostruire un’aggressione unilaterale da parte di almeno tre soggetti, identificati ed indagati. Ad avviso degli inquirenti di episodi violenti si sarebbero verificati per pregressi dissapori di natura familiare. Misure, quelle scattate ieri, tese a garantire le esigenze cautelari ravvisate dal gip, nonché a tutelare le persone offese, non solo per il rischio di reiterazione dei reati, ma anche per la particolare efferatezza e spregiudicatezza che hanno caratterizzato le condotte, oltre al rischio di inquinamento probatorio. Del resto i tre sono già noti alle forze dell’ordine.
In particolare Vittorio Casanova è coinvolto nella sparatoria di viale Italia, avvenuta il 7 luglio 2021, con le accuse di triplice tentato omicidio insieme al padre Ciro Casanova. In primo grado fu condannato a 8 anni di reclusione, pena ridotta in appello a sei anni. Sentenza di secondo grado annullata dalla Suprema Corte di Cassazione. I giudici di legittimità annullarono con rinvio davanti alla Corte di Appello di Napoli che avrebbe dovuto tener conto dell’attenuante della minore partecipazione all’evento delittuoso. Ma anche nell’appello bis è stata confermata la condanna a sei anni. E pertanto la vicenda approderà nuovamente in Cassazione.
Mentre Elpidio Galluccio presunto sodale del Nuovo Clan Partenio è stato condannato già in primo e secondo grado per la sua partecipazione all’organizzazione criminale di stampo camorristico operativa in Irpinia. Galluccio ha rimediato in Appello una condanna a dieci anni di reclusione ed era ristretto dall’ottobre del 2019. Dopo poco più di quattro anni di reclusione, a gennaio ha lasciato il carcere dopo che i giudici della Sesta Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli hanno accettato l’istanza di perdita di efficacia della misura cautelare presentata dal suo avvocato.
Mentre Antonio Flammia è stato arrestato di recente per la tentata rapina nel salernitano. Le manette sono scattate dopo un lungo inseguimento con le forze dell’ordine. Ora i difensori dei tre indagati per lesioni aggravate, stanno valutando se impugnare le misure cautelari.
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