di Lucrezia Cirelli
Copparo. “Quale sarà il destino del motore che per anni ha costituito la principale base economica del nostro territorio?” Questa la prima riflessione che il segretario Fiom Ferrara, Stefano Bondi, ha posto a tutti i lavoratori dell’azienda metalmeccanica Berco, che ora rischiano il licenziamento dopo l’annuncio dell’azienda di 480 esuberi, 550 complessivi se si considera anche Castelfranco Veneto.
In mattinata (12 ottobre) si è infatti svolta l’assemblea dei dipendenti davanti ai cancelli dello stabilimento copparese, con i sindacati di categoria dei metalmeccanici (Fim, Fiom e Uilm) che hanno fatto il punto della situazione annuciando di essere pronti alla mobilitazione.
“La comunità – ha aggiunto Bondi – ha già pagato fin troppo le crisi aziendali, come i 611 licenziamenti avvenuti nel corso dell’anno 2013. Berco è come una candela che brucia ma non finisce mai. Va alzata dunque la soglia di attenzione anche a livello nazionale al fine dell’ottenimento di un garante per la salvaguardia dell’azienda, dei lavoratori e così anche dell’intera comunità. Oggi i lavoratori preferiscono lavorare in territori come la Russia, la Cina e l’India, dov’è il mercato è più redditizio, e così noi chiudiamo”.
I sindacati chiederanno già lunedì l’apertura di un tavolo nazionale al ministero delle Imprese e del Made in Italy, mentre la sera di martedì 15 ottobre si svolgerà l’incontro tra i sindacati dei dipendenti Berco e i vertici dell’azienda stessa.
“Noi ci auguriamo – conclude Bondi – che l’azienda non dichiari atti unilaterali. In quel caso noi ci mobiliteremo e voi sarete avvisati subito tramite la Rsu, quindi vi chiediamo di seguirci in questa vicenda, soprattutto in un momento così difficile”. Ha preso parola poi il segretario Fim, Patrizio Marzola, sostenendo che “sono necessari gli ammortizzatori sociali prima di destrutturare il sistema aziendale. Il governo deve farci da garante”, anche perché, aggiunge, “sotto le 800 persone questa azienda non funziona quindi il sindacato deve guardare oltre”. Ha chiuso gli interventi Simone Nonnato, delegato Uil, chiedendo a tutti quei lavoratori che stamattina non si sono presentati di “partecipare e essere responsabili, stavolta, altrimenti non ne usciremo più”.
Al presidio Berco erano presenti anche Enrico Bassi e Marcella Zappaterra, entrambi candidati al Consiglio regionale per il Pd. “Esuberi e cancellazione del contratto aziendale, così come sono stati prospettati – commentano – sono, senza giri di parole, insostenibili, per i lavoratori, le loro famiglie e l’intera tenuta economica e sociale del nostro territorio. Su questo vogliamo essere molto chiari”. “Insieme a Michele de Pascale e all’assessore Vincenzo Colla – proseguono – ribadiamo un impegno concreto: le multinazionali devono capire che in Emilia-Romagna a fronte di decisioni che penalizzano i lavoratori dovranno scontrarsi con una reazione forte della Regione e delle comunità. Dunque è fondamentale che anche il Governo dia a questa crisi importanza di rilievo nazionale. Sono giorni difficili per il Ferrarese colpito da due pesanti crisi aziendali ed è nostro dovere difendere il lavoro, la dignità e i diritti. Non potevamo essere altrove, non oggi, e qui saremo anche domani e finché servirà”.
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