In previsione del 25 ottobre, le istituzioni bancarie cinesi si apprestano a ridurre i tassi d’interesse sui mutui esistenti, un passo decisivo volto ad alleggerire il peso finanziario gravante sulle famiglie del paese. Questa misura, promossa dall’autorità monetaria centrale, la Banca del Popolo della Cina (Pboc), rappresenta un intervento strategico nella gestione del debito privato e si inserisce nel contesto di una serie di adeguamenti mirati alla rivitalizzazione dell’economia nazionale.
Contrassegnati da un taglio significativo, i tassi sui mutui ipotecari subiranno una diminuzione di almeno 30 punti base rispetto al tasso di prestito primario attuale della Pboc. Ciononostante, questa revisione non abbraccerà i secondi mutui nelle metropoli di Pechino, Shanghai, Shenzhen e in alcune altre aree selezionate, mantenendo le condizioni preesistenti in queste regioni a causa delle loro dinamiche economiche particolari.
Questo annuncio segue e anticipa il discorso del ministro delle Finanze, Lan Fo’an, che ha delineato un quadro degli “aggiustamenti significativi” nella politica fiscale del paese attuati per rafforzare la ripresa post-pandemica e incentivare un più rapido rinnovamento economico. L’intento manifesto di queste manovre è di esercitare un impatto positivo sia sul consumo domestico sia sugli investimenti privati, fondamentali per il rilancio dell’attività economica interna.
L’attuale contesto economico cinese è complesso e sfidante. La crescita del PIL ha rallentato notevolmente negli ultimi trimestri, accrescendo l’imperativo di adottare politiche efficaci per favorire la stabilità e la crescita. Inoltre, il settore immobiliare, un pilastro tradizionalmente robusto dell’economia cinese, ha mostrato segni di instabilità, con il crollo di grandi conglomerati edilizi e una generale riduzione della fiducia degli investitori.
Le famiglie cinesi, già alle prese con l’inflazione e le incertezze del mercato del lavoro, auspicano che tali misure possano tradursi in un sollievo concreto per i loro bilanci. È ragionevole aspettarsi che a seguito di questa riduzione dei tassi ipotecari, vi sarà un incremento nella capacità di spesa delle famiglie che, a sua volta, potrebbe stimolare la domanda interna e sostenere settori vitali come il retail e i servizi.
Questo aggiustamento nei tassi di interesse si configura, quindi, come uno strumento di politica economica di ampio respiro, progettato per impattare positivamente sulla liquidità globale e sull’accessibilità al credito. Rimane da vedere come questa misura verrà implementata nella pratica e quale effetto avrà effettivamente sull’economia del paese in un contesto internazionale ancora pervaso da incertezze.
Certo, il taglio dei tassi sui mutui esistenti non sarà una panacea per tutti i problemi economici della Cina, ma è un passo nella direzione giusta per creare le condizioni favorevoli a una ripresa duratura e robusta. La speranza è che, con una serie di politiche accurate e tempestive, la Cina possa non solo mitigare gli effetti della crisi attuale, ma anche posizionarsi per una fase di crescita sostenuta e inclusiva nel medio-lungo termine.
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