Dottor Natali, il 18 ottobre UniCredit terrà ad Ischia un Forum dal titolo: “il Turismo motore di sviluppo del Sud”. Quale è lo stato del turismo nel Mezzogiorno?
«Il trend di presenze turistiche al Sud è senza dubbio positivo: il 2023 ha registrato un incremento di oltre il 7%, con il contributo determinante dei turisti stranieri, cresciuti di oltre il 9% – risponde Ferdinando Natali, Regional Manager Sud di UniCredt -. Giova anche ricordare che il contributo diretto del turismo al Pil del Sud supera il 13% con oltre 820.000 occupati, quasi il 16% del totale. Questa tendenza coincide con una reputazione di tante destinazioni del Mezzogiorno che non è stata mai così attrattiva, dalle città d’arte alle località balneari».
Allora ci possiamo accontentare?
«Direi proprio di no. Il Sud non sta valorizzando come potrebbe il suo enorme potenziale. I flussi internazionali, nonostante gli incrementi registrati, valgono ancora meno del 25% del totale dell’Italia e da una interessante analisi fatta su dati ISTAT si rileva come fra i primi 15 Comuni per incremento di presenze turistiche dal 2014 al 2022 non c’era nessun Comune del Mezzogiorno. Il primo è Sorrento, solo al 16esimo posto. A mio avviso però non c’è nessun settore economico al Sud che palesi una crescita potenziale pari a quello turistico, considerato anche l’impatto indiretto che questo genera come attivatore di altri settori: cultura, artigianato, enogastronomia, moda».
Si è detto però che il Sud non può vivere di solo turismo.
«Quando sento queste frasi mi arrabbio perché è evidente che ci sia uno spazio inespresso impressionante. E attenzione anche ad un altro falso mito e cioè che incentivare il turismo significhi alimentare l’Overtourism, perché questo si genera proprio da un deficit di strategie strutturate che diversifichino l’offerta, dall’assenza di eventi che contribuiscano a destagionalizzare le presenze, dalla mancata valorizzazione delle aree interne, dei borghi del Sud, del turismo paesaggistico, dei cammini, del termale, di nuove forme di turismo come i glamping e della sostanziale assenza di grandi eventi congressuali. È proprio di come poter attivare questo potenziale che discuteremo presso l’Auditorium Carriero di Lacco Ameno».
Ma allora come si fa a garantire uno sviluppo sostenibile del turismo del Mezzogiorno?
«Per rispondere a questa domanda abbiamo strutturato tre tavoli di lavoro che verranno illustrati a Ischia, invitando stakeholders ed esponenti imprenditoriali e del mondo associativo del turismo e dei settori ad esso collegati (agrifood, cultura, trasporti), supportati dal mondo della ricerca con Svimez e Nomisma. Un modo per attivare il Network di riferimento e discuterne in modo strutturato e programmatico».
E cosa è emerso?
«L’industria turistica, al contrario di quanto ritengono in tanti, è molto complessa perché necessita di una grande partnership pubblico-privata, di competenze di marketing e digitale estremamente avanzate e quindi va pensata in una logica sistemica, strutturata e molto ben pianificata. Ma certamente una suggestione di grande fascino è emersa dai tavoli: la possibile candidatura del Mezzogiorno per un evento di massima rilevanza internazionale come le Olimpiadi del 2036».
Una provocazione o cosa?
«No, nessuna provocazione per fare rumore. Dai tavoli emerge infatti che eventi così grandi consentono di attivare investimenti straordinari. Le Olimpiadi di Parigi, ad esempio, hanno attivato investimenti diretti per oltre 7 miliardi e un indotto stimato in circa 12 miliardi. Se ci riflettiamo anche in Italia i grandi eventi si sono concentrati in altri territori: Expo Milano, Giubileo di Roma, Olimpiadi Invernali di Torino e Milano-Cortina. Sarebbe un grande esempio di coordinamento e collaborazione fra i territori del nostro Mezzogiorno e l’occasione di pianificare gli investimenti di lungo termine».
Pensa davvero che questa proposta al di là dell’inevitabile suggestione possa essere concretizzata?
«Non spetta a me né tanto meno all’evento del 18 ottobre rispondere a questa comprensibile domanda. È un dato però inconfutabile che sul Mezzogiorno si concentri da tempo un’attenzione particolare che guarda alle possibili opportunità per garantire e sostenere ulteriore sviluppo».
Di cosa si sono occupati i tre tavoli?
«Il primo di turismo congressuale e sarà presentato Carlotta Ferrari (Convention Bureau, Italia) e Margherita Chiaromonte (Convention Bureau Napoli): l’Italia è la prima nazione in Europa e la seconda al mondo dopo gli USA, per numero di congressi organizzati, con il maggiore numero di città nelle top 100 del turismo congressuale globale; Roma è al 7° posto, segue al 29° posto Milano. Napoli al 66° posto è l’unica città del Sud, fra le 7 Italiane, presente nella Top 100. Fra Sud e Isole si svolgono poco più del 15% dei congressi, contro il 60% del Nord e quasi il 25% del Centro. C’è anche un gap rispetto alle strutture disponibili, che nel Mezzogiorno sarebbero in numero superiore, pari al 22% del totale nazionale. Inoltre, gli eventi ospitati al Sud sono prevalentemente i congressi con un numero più limitato di partecipanti, a causa di evidenti limiti infrastrutturali».
E gli altri due tavoli?
«Il secondo si è occupato di turismo tematico ed esperienziale e sarà presentato da Sara Portera del Gruppo Nicolaus Valtur. Il dato più significativo che emerge è il valore complessivo in termini di spesa dei turisti che le esperienze immettono nel sistema, pari a 170 miliardi di euro nel 2022, un dato in costante crescita. Il terzo tavolo di lavoro si è focalizzato sul potenziamento dell’offerta turistica attraverso lo sviluppo di nuove strutture e la riqualificazione di quelle esistenti e sarà presentato da Marina Lalli, Presidente Federturismo Italia: l’offerta alberghiera al Sud è sostanzialmente flat negli ultimi 10 anni mentre è cresciuta notevolmente quella degli esercizi extra-alberghieri. Inoltre, quasi il 50% delle strutture ha più di 30 anni e necessita di interventi di riqualificazione».
Cosa fa UniCredit per sostenere il settore?
«UniCredit è fortemente impegnata a sostenere il settore turistico. L’ultima edizione di UniCredit per l’Italia promuove nuove soluzioni di finanziamento e Minibond con un plafond di 1 miliardo per il settore turistico per investimenti, quali transizione green, innovazione tecnologica e riqualificazione alberghiera, anche tramite forme di ammortamento flessibili, che tengono conto della stagionalità degli incassi. Accanto alla finanza offriamo il supporto strategico tramite i nostri esperti di Industry, la piattaforma Bandi e Incentivi sviluppata in partnership con PwC per valorizzare le opportunità offerte dal PNRR. La ZES unica del Mezzogiorno ha poi incorporato il turismo fra i settori incentivabili e come UniCredit siamo stati promotori di tale inclusione che rappresenta un assoluto unicum. Inoltre, stiamo pensando anche di costituire con Convention Bureau, Federturismo e Svimez un tavolo di lavoro permanente aperto anche ad altri stakeholder che darà un seguito al lavoro svolto».
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