Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
Affitto Immobili
Agevolazioni - Finanziamenti
Aste Abruzzo
Aste Basilicata
Aste Calabria
Aste Campania
Aste Emilia Romagna
Aste Friuli Venezia Giulia
Aste Italia
Aste Lazio
Aste Liguria
Aste Lombardia
Aste Marche
Aste Molise
Aste Piemonte
Aste Puglia
Aste Sardegna
Aste Sicilia
Aste Toscana
Aste Trentino Alto Adige
Aste Umbria
Aste Valle d'Aosta
Aste Veneto
Auto - Moto
bed & breakfast
Immobili
Rincari sul diesel? Tutte le volte che Meloni&co volevano lasciare i soldi agli italiani, “ma ce lo chiede l’Europa…” #finsubito prestito immediato


Quell’aumento “s’ha da fare” perchè ce lo chiede l’Europa. Ma è un’Europa pret à porter quella a cui il governo si appella: una scialuppa di salvataggio buona per aggrapparvisi quando bisogna giustificare le decisioni più impopolari. Una matrigna da combattere, quando il saldo tra il dare e l’avere in termini di consenso finisce tutto a carico dell’esecutivo. Basti pensare che ad agosto scorso le procedure d’infrazione aperte dall’Europa contro l’Italia erano 69, una lunga lista consultabile sul sito del dipartimento affari europei della presidenza del Consiglio. E anzi, nel caso delle accise sui carburanti, quelle italiane sia sulla benzina che sul diesel, sono già ai vertici nella classifica dei Paesi Ue. In tanti altri casi – alcuni celebri, come l’apertura al mercato delle concessioni balneari – l’Europa ha chiesto. E il governo italiano ha fatto finta di non sentire.

Sulle accise il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin rompe gli indugi e annuncia a Radio 24 che l’allineamento tra le accise del diesel e della benzina “si farà perchè fa parte del lungo elenco di sussidi ambientali dannosi, altrimenti – dice – siamo in infrazione europea”. Dalla misura, spiega Pichetto Fratin, il governo conta di ricavare “qualche miliardo”, essenziale per le coperture della manovra economica. Secondo il Codacons, anche escludendo il settore dell’autotrasporto – che sarà escluso, ha anticipato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – il rialzo dei prezzi produrrà un rincaro di 7,5 miliardi di euro perchè “innescherebbe un effetto domino con rialzi dei prezzi e tariffe in tutti i settori”. A rimetterci, cioè saranno le famiglie.

Ma quanto incidono le accise sul prezzo dei carburanti? Proprio oggi il Centro di formazione e ricerca sui consumi pubblica un dossier che fa chiarezza. Sui carburanti l’Italia applica una tassazione con due voci: l’accise e l’Iva. Veniamo alla benzina. Nel 2023 la componente fiscale è stata di 1,065 euro per litro, al di sopra della media europea che è di 0,911 euro per litro. Peggio dell’Italia hanno fatto solo Finlandia e la Grecia. Sul gasolio, invece, l’Italia si piazza ai vertici in Europa per il caro-tasse: la componente fiscale si attesta a 0,939 euro per litro, seguita da Francia con 0,909 euro per litro e dalla Finlandia (0,883 euro/litro). La media europea è di 0,774 euro per litro.

Vediamo la situazione della benzina nel 2024. Oggi su ogni litro di benzina acquistata ai distributori il 60,1%, pari a 1,04 euro, se ne va in tasse. Per la precisione 0,728 euro per le accise , 0,312 euro per l’Iva. Per quanto riguarda il gasolio, il peso della tassazione è oggi del 56,3%, pari a 0,907 euro/litro (0,617 euro/litro le accise , 0,290 euro/litro l’Iva). L’Italia continua inoltre ad avere in Europa le accise più pesanti sul gasolio, superando oggi Francia (0,609 euro/litro) e Belgio (0,600 euro/litro).

In sostanza gli automobilisti italiani pagano oggi la benzina 10,8 centesimi in più al litro rispetto alla media europea, ossia 5,4 euro in più a pieno, con un aggravio di spesa di 130 euro all’anno ipotizzando due pieni al mese. Per il gasolio la maggiore spesa rispetto alla media Ue è di 10 centesimi al litro (+5 euro a pieno, +120 euro all’anno).
Cosa intende fare il governo italiano? Semplice: siccome il consumo di diesel è di molto superiore a quello della benzina, ritoccare le accise del diesel ancora di più verso l’alto, e abbassare di poco quelle della benzina, “il riallineamento”, farà comunque guadagnare “qualche miliardo”, come dice Pichetto Fratin, alle casse dello Stato.

Ancora qualche numero, per capire quanto incide il consumo di gasolio sul totale dei consumi per carburanti. In Italia il settore dei trasporti concentra il 34,4% dei consumi energetici complessivi, con i prodotti petroliferi che sono la componente più importante, pari al 91% del totale .Lo scorso anno le famiglie hanno speso in carburanti 47,5 miliardi di euro (con un incremento dei consumi del +9,3% nel triennio 2021-2023). Di questi il 52,6% se n’è andato per comprare gasolio, il 41,4% per la benzina, il 4,2% per Gpl, l’1,2% per gas naturale e il rimanente 0,6% per elettricità. Ogni famiglia italiana ha così speso in media 1.843 euro per l’acquisto dei carburanti, consumando in media 1.000 litri all’anno per spostamento con i propri mezzi di trasporto. Sul prezzo medio al consumo del 2023, accise e Iva hanno influito in totale per il 57% sul prezzo della benzina e per il 52,5% sui listini del gasolio, generando per le casse dello Stato entrate per complessivi 38,1 miliardi di euro.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

Se questo è il quadro, si capisce la sensibilità con cui, questa volta, il governo presti ascolto alle raccomandazioni europee. Il “riallineamento” delle accise è un’occasione per fare cassa e imputare i famosi “sacrifici” richiesti agli italiani, alla battaglia europea contro i combustibili fossili. Che non si tratti di una conversione ambientalista sulla strada di Bruxelles, lo si capisce dalle stesse parole del ministro. “Ci sono anche altri sussidi ambientali dannosi” che l’Europa chiede di ridimensionare o cancellare, spiega il titolare dell’Ambiente. “Ma secondo me – aggiunge- non sono ancora da togliere, nel modo più assoluto”. Pichetto cita ad esempio “l’Iva sulla prima casa (che si applica sui prodotti energetici) per la differenza fra l’aliquota del 4% e l’aliquota ordinaria del 22%” e anche “l’accisa agricola”.

Ma ancora di più lo si comprende a scorrere la lista delle 69 procedure di infrazione aperte da Bruxelles contro l’Italia. Dei balneari s’è detto. L’Europa chiede l’applicazione della direttiva Bolkenstein che impone l’apertura al mercato delle concessioni. Il governo italiano ha risposto con proroghe su proroghe, da ultimo con un decreto dei primi di settembre che sposta al 2027 la durata della validità delle attuali concessioni. Di più: in manovra il governo cerca risorse per aumentare gli indennizzi ai vecchi gestori. Intanto, la procedura d’infrazione europea resta aperta.

Altro caso notevole: la riforma del catasto. Era tra i punti dell’agenda Draghi che hanno suscitato maggiori resistenze dall’ala destra della sua strana e larghissima maggioranza. Un’eredita scomoda per il governo Meloni. Tant’è che quando Giorgetti – ancora lui – alla Camera ha provato a ipotizzare che si potesse procedere all’accatastamento almeno degli immobili fantasma e all’aggiornamento delle rendite di quelli che avevano usufruito del superbonus, è stato il suo stesso partito a fermarlo: “Nessuna stangata sulla casa”, ha detto Salvini. Eppure anche in questo caso, è l’Europa a chiederlo. “Ce lo chiede l’Europa? Dovranno passare sul mio corpo”, è la posizione non esattamente dialogante del capo dei senatori forzisti Maurizio Gasparri.

Del resto, prima che le infrazioni europee producano sanzioni passano anni ed anni. La procedura è complessa, prevede prima una fase istruttutoria, con la lettera di messa in mora di uno Stato su una determinata materia, poi, il parere motivato della Commissione, infine il ricorso della Commissione Ue alla Corte europea di giustizia. Quindi la fase del contenzioso, con la condanna a pagare una sanzione. Così delle 69 infrazioni a cui l’Italia è oggi sottoposta – 22 delle quali in materia ambientale – solo in 6 casi è previsto che l’Italia paghi una sanzione. Sono materie per lo più ambientali (prescrizioni su discariche, acque reflue, raccolta differenziata) che risalgono ai primi anni 2000. C’è ad esempio lo smaltimento dei rifiuti in Campania, per la quale i contribuenti campani pagano 120mila euro al giorno di sanzioni fin dal 2015. E’ ancora aperta, poi, dal 2013, la procedura d’infrazione per il recupero dei prelievi arretrati sulle quote latte. E’ aperta, nonostante che le quota latte non esistano più dal 2015. Ma restano da pagare le multe, oggetto di un lungo contenzioso tributario. Tra le condanne più recenti quella in cui i giudici europei hanno condannato l’Italia per il mancato rispetto dei parametri di arsenico e floruro nelle acque di 6 Comuni del Lazio: Bagnoregio, Civitella d’Agliano, Fabrica di Roma, Farnese, Ronciglione e Tuscania. La sentenza è del settembre 2023, ma la procedura d’infrazione era stata aperta 9 anni prima.

Insomma, i tempi delle procedure per infrazione in Europa sono lunghi. E se volesse il governo potrebbe pianificare con più calma un intervento sulle accise prima di essere sanzionato. Ma d’altro canto, è tutto da vedere che la misura annunciata da Pichetto Fratin poi vada effettivamente in porto. In maggioranza cominciano ad alzarsi voci più caute. Persino dal suo stesso partito. “Sulle accise siamo molto prudenti: un aumento potrebbe portare all’incremento dei prezzi dei generi di prima necessità e dei beni di consumo. Questo non deve accadere, noi vogliamo esattamente l’opposto”, dice il portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi. E Elisabetta Gardini di Fdi è sicura: “Non alzereo le tasse e neppure le accise”. Come ai bei tempi in cui, era il 2018, l’Europa chiedeva e Giorgia Meloni rispondeva: “Giù le mani dal popolo italiano. Faremo le barricate”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Finanziamo strutture per affitti brevi

Gestiamo strutture per affitto breve

Source link 

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Consulenza fiscale

Consulenza del lavoro

Finanziamo strutture per affitti brevi

Gestiamo strutture per affitto breve

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui