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Bonus edilizi, cosa resta senza interventi e proroghe in legge di Bilancio #finsubito prestito immediato


Il Consiglio dei ministri di questa sera – 15 ottobre – varerà la legge di Bilancio 2025. Già chiara da tempo la volontà del governo di tagliare i bonus edilizi. Si starebbe ragionando sulla sola proroga del bonus ristrutturazioni, mantenendolo al 50% fermando il naturale décalage che dovrebbe portarlo al 36% calcolato su un tetto di spesa di 48mila euro per unità immobiliare per poi scendere al 30% dal 2028.

Va ricordato, infatti, che il bonus ristrutturazioni è destinato a essere ulteriormente tagliato a partire dal 2028 come disposto dal Dl 39 del 2024, lo stesso decreto che ha cancellato la possibilità di optare per la cessione del credito o per lo sconto in fattura.

Al di là della proroga del bonus per le ristrutturazioni (solo nelle prossime ore si capirà se il governo ha trovato le risorse per mantenere quell’incremento di 14 punti percentuale), cosa ne sarà degli altri incentivi quali l’ecobonus, il bonus mobili, il sisma-bonus e il superbonus, se non ci saranno proroghe? Rimarrà ben poco.

Ecobonus

Senza interventi di proroga l’ecobonus andrebbe a morire, a meno che non si voglia mantenerlo al 55% così come era stato previsto in origine, salvo alcune eccezioni. Stessa sorte per tutte le maggiorazioni previste per le parti comuni condominiali e per l’acquisto di micro-cogeneratori. Resterebbero le detrazioni al 50% per l’acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi, di schermature solari e per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto.

Resterebbe, inoltre, la detrazione al 65% per gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione, di efficienza almeno pari alla classe A di prodotto che prevedono la contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti, appartenenti alle classi V, VI oppure VIII. Stessa percentuale anche per la sostituzione di vecchi impianti con apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione.

Andrebbe a morire anche la detrazione al 50% per gli impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili. Stesso destino per la detrazione al 70-75% per la riqualificazione energetica delle parti comuni di edifici condominiali e per quella all’80-85% per gli interventi congiunti di riduzione del rischio sismico e riqualificazione energetica sulle parti comuni dei condomìni.

Resterebbero le detrazioni al 36% (o al 50% se sarà innalzata l’aliquota del bonus ristrutturazioni) per la realizzazione di opere finalizzate al conseguimento di risparmi energetici e per l’installazione di impianti basati sull’impiego delle fonti rinnovabili di energia. 

Sismabonus

È legato al destino del bonus ristrutturazioni anche l’incentivo per l’adozione di misure antisismiche, la cui aliquota di detrazione è agganciata appunto a quella del bonus ristrutturazioni. Senza interventi normativi il sismabonus calerebbe a picco attestandosi al 36% dal 2025 e al 30% dal 2028. Col 2024 finirebbero anche le detrazioni maggiorate al 70 e all’80% per i lavori che riescono a centrare il salto di uno o due classi sismiche. Morte sicura anche per le aliquote al 75 e 85% per il lavori eseguiti sulle parti comuni di edifici condominiali.

Superbonus

Il superbonus per i condomìni si attesterebbe al 65% per il 2025; quello per le villette – come è noto – è già stato fermato. Resterebbe al 110% la detrazione da applicare ai lavori di ripristino e di ricostruzione nei territori colpiti da eventi sismici per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza. 

Bonus barriere al 75%

Il bonus barriere al 75% resta in vita fino a tutto il 2025.

Bonus mobili

Senza interventi di proroga finirebbe anche il bonus mobili associato agli interventi di ristrutturazione edilizia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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