L’assessore alla Cultura vuole mollare Gualtieri e diventare vicepresidente (carica retribuita) del museo di via Guido Reni. Provocando come effetto domino un rimpasto al Comune di Roma che coinvolge Smeriglio, Catarci, Bugarini e il ritorno di Ruberti. E poi ancora, altre chicche in ordine sparso: il quadro per Panetta, De Rita contro i B&B, Cimbri al Bernini Bristol.
Alla fine in Campidoglio il vero sindaco è sempre Claudio Mancini, il politico del Partito democratico che a Roma detta legge, non Roberto Gualtieri. Se il primo cittadino ha visto come il fumo negli occhi ogni tentativo di rimpasto, la voglia di Miguel Gotor di andare via dal Comune, e in particolare dall’assessorato alla Cultura, ha obbligato Mancini a mettere mano alla giunta. Con Gotor se ne va uno dei tre assessori scelti personalmente da Gualtieri. Ora restano solo Tobia Zevi e Ornella Segnalini. Massimiliano Smeriglio, oggi in Avs, sponsorizzato da Goffredo Bettini che aveva chiesto l’ingresso in giunta dell’ex parlamentare europeo, prende il posto di Gotor: Avs sotterrerà quindi le poche voci contrarie al termovalorizzatore.
In tutta questa rivoluzione c’è un anche un cambio di sedia per Andrea Catarci, che da assessore al personale diventa direttore del nuovo ufficio di scopo all’interno del gabinetto del sindaco che sarà denominato “Giubileo delle persone e partecipazione”. E pensare che Catarci aveva appena portato “a casa” un accordo con i sindacati che prevede per 9 mila dipendenti capitolini, ossia il 40 per cento degli impiegati diretti, il lavoro a distanza senza doversi recare in ufficio per due giorni alla settimana. Un’intesa che rende possibile il ricorso al lavoro da remoto anche in caso di «eventi calamitosi» e straordinari, facendo rientrare in questa categoria pure il Giubileo. Una vera calamità.
E allora entra in squadra Giulio Bugarini, di provata fede manciniana, attualmente capo della segreteria del sindaco. La sua scelta viene motivata come quella dell’esponente che più da vicino ha seguito le situazioni legate al personale capitolino. A sostituirlo arriva Albino Ruberti, figlio del fu Antonio rettore dell’Università La Sapienza, super tifoso della Lazio, uomo macchina delle truppe di Nicola Zingaretti che tanto è mancato dalle sue dimissioni di due anni fa, quando avvenne la “sfuriata di Frosinone” con la famiglia De Angelis. E in tutto questo Gotor che farà? Si dice che per lui è pronto un posto come consigliere d’amministrazione del Maxxi, il museo di via Guido Reni dove al Comune di Roma spetta una sedia. E magari la vicepresidenza, retribuita a differenza dei normali consiglieri senza stipendio.
Un quadro per Panetta dai piccoli del Gemelli
A quel quadro ci tiene tanto, il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta. No, non è un’opera di Caravaggio, né di Picasso, ma è il dono che gli hanno fatto i piccoli pazienti di oncologia pediatrica dell’ospedale Gemelli di Roma che Panetta è andato a visitare: un dipinto realizzato con una tecnica utilizzata in passato in Oriente, l’ebru. Pochi lo sanno, ma il successore di Ignazio Visco ha sempre voluto dedicare parte del tempo libero ad attività sociali, tanto da comunicare ufficialmente che ha ulteriormente motivato «il direttorio della Banca d’Italia a rinnovare il proprio sostegno alla fondazione per l’oncologia pediatrica» presieduta da Antonio Ruggiero, un contributo definito «rilevante» da Elena Beccalli, rettrice dell’Università Cattolica, tanto da assicurare «certezza e solidità» a numerosi progetti di ricerca. Che poi ora il presidente della Fondazione Gemelli è Daniele Franco, ex ministro e che è stato a lungo in Banca d’Italia, che Panetta conosce benissimo.
De Rita contro i B&B: un suggerimento a Meloni?
Ormai non ne può più di vedere la città piena di B&B, e si schiera dalla parte degli albergatori: Giuseppe De Rita, classe 1932, fondatore del Censis, sociologo a tutto tondo, lo dice ad alta voce, e lo ripete nelle interviste che «l’inflazione dei Bed & Breakfast è il trionfo della rendita e non dello sviluppo. È un illusione e non crescita vera. È la trasformazione di tutti noi in rentiers». Che poi alla fine diventa anche un suggerimento a Giorgia Meloni per trovare fondi con nuove tasse a carico dei proprietari di case che trasformano ogni camera di un appartamento in una stanza d’albergo.
Cimbri di Unipol al Bernini Bristol
È arrivato nella serata a Roma per prepararsi alla lunga mattinata del giorno dopo dominata dal convegno Unipol intitolato “Quali opportunità per creare valore nel sistema di Welfare”, con i ministri dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, della Salute Orazio Schillaci, e delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, e col sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon: Carlo Cimbri, il numero uno della compagnia assicurativa, e non solo, ha scelto l’hotel Bernini Bristol per una notte di riposo, scendendo da una gigantesca Bmw.
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