TRENTO. In fatto di welfare, la provincia di Trento è l’amministrazione territoriale con il punteggio più elevato (79,7 punti), seguita dalla regione Emilia Romagna (79,5 punti) e da Bolzano (78,5 punti), secondo lo strumento di monitoraggio del think tank “Welfare, Italia”, promosso dal gruppo Unipol in collaborazione con The European House – Ambrosetti.
Nel 2024 aumenta la divisione tra Nord, Centro e Sud nella capacità di risposta dei sistemi di welfare.
La ricerca, illustrata oggi nel Forum svoltosi a Roma (foto), valuta sia aspetti legati alla spesa in welfare per politiche sociali, sanità, previdenza e formazione sia aspetti legati ai risultati che questa spesa produce attraverso 22 indicatori.
Dal lato opposto del ranking, si posizionano la Basilicata (59,5 punti), la Campania (58,6 punti) e la Calabria (56,1 punti).
Il divario tra Regione migliore e peggiore è infatti pari a 23,6 punti (in aumento di 0,7 punti rispetto all’edizione precedente) ed emerge “una costante polarizzazione” nella capacità di risposta delle Regioni.
La stima presentata con il rapporto è che entro il 2030 sarà necessario reperire 176 miliardi di euro addizionali per garantire la sostenibilità del sistema di welfare dell’Italia dal punto di vista della finanza pubblica, stretta tra le nuove regole europee e i bisogni di protezione crescenti di una popolazione che invecchia.
Secondo il rapporto, la prevenzione rappresenta lo strumento principale per contrastare la dinamica crescente dei costi di welfare e stimolare la crescita : ogni euro che vi è investito genera un ritorno di 14 euro sulla filiera socio-assistenziale. Tuttavia, solo l’8% della spesa sanitaria pubblica è destinata alla prevenzione.
Il think tank indica tre priorità d’azione: una normativa per la Long Term Care – collegata ai Fondi pensione – con una polizza di base obbligatoria, agevolazioni più ampie e incentivi per le imprese; un piano strategico sulla formazione delle competenze del welfare; e un punto di accesso unico digitale per i servizi di welfare come obiettivo di digitalizzazione del Paese.
Il rapporto mostra come il welfare tra sanità, politiche sociali, previdenza e istruzione rappresenti nel 2023 la principale voce di spesa pubblica con 662,7 miliardi di euro dei quali oltre metà è assorbita dalla spesa previdenziale. In questo ambito l’Italia è al primo posto, tra i quattro maggiori Paesi europei, per incidenza della spesa in previdenza sul Pil (il 16,2% a fronte di una media del 12,3% dell’Eurozona).
Al contrario, l’Italia si trova ultima sia con riferimento al valore dell’istruzione (che incide solo per il 4,1% del Pil italiano, rispetto ad una media dell’Eurozona pari a 4,6%) che a quello delle politiche sociali (5,7% del Pil italiano, contro una media dell’Eurozona pari a 7,3%) e penultima con riferimento alla sanità (7,1% del Pil italiano, contro una media dell’Eurozona del 7,9%).
Rilanciare la prevenzione consentirebbe, secondo il think tank promosso dal Gruppo Unipol, di anticipare e ridurre una serie di patologie con un effetto positivo sui costi complessivi del Ssn liberando risorse da impiegare nei grandi interventi e nelle emergenze.
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