Secondo l’ultimo rapporto Symbola parliamo il settore culturale coinvolge imprese (in Italia sono piĆ¹ di 280.000) ed enti non profit (33.000) oltre alla pubblica amministrazione, occupando oltre 1,5 mln di persone e generando un valore aggiunto di oltre 104 miliardi di euro.
Se poi consideriamo l’indotto ossia il valore aggiunto prodotto da settori che beneficiano del traino della cultura come turismo e trasporti i numeri diventano davvero impressionanti. Per ogni euro di valore aggiunto prodotto dalle attivitĆ culturali e creative se ne attivano altri 1,8 in settori economici diversi, per un valore, quindi, pari a 192,6 miliardi di euro portando il totale del valore aggiunto generato a quasi 300 miliardi di euro pari al 15,8% dell’economia nazionale.
Cultura settore economico in crescita
Le imprese culturali e creative rappresentano un settore economico dinamico e in crescita, con decreti in fase di approvazione che ne accentueranno il valore strategico e che non puĆ² prescindere dalle competenze proprie e dalla visione laterale che la professione del commercialista comporta cosƬ come imprescindibile ĆØ la necessitĆ per il professionista di specializzarsi in un campo stimolante che, perĆ², non puĆ² fare a meno di una partecipazione e una passione specifiche e genuine.
Qualche esempio?
La sostenibilitĆ economica della cultura passa attraverso la capacitĆ di esprimere valori condivisi e di valutarne l’impatto mediante l’elaborazione di bilanci sociali sempre piĆ¹ precisi e necessari sia come strumento di autoanalisi che come strumento narrativo particolarmente efficace in grado di creare maggior coinvolgimento e partecipazione all’interno della comunitĆ degli stakeholders e, di conseguenza, di attribuire un vantaggio competitivo sul āmercatoā dei finanziamenti. Bilanci che necessitano di professionisti con occhi esperti e attenti.
E poi, il fine tradizionale delle societĆ commerciali negli ultimi anni si ĆØ arricchito in maniera incrementale di componenti e azioni con finalitĆ sociali.
La Corporate Social Responsibility, e negli ultimi anni il concetto di sostenibilitĆ , sono diventati elementi imprescindibili per l’attivitĆ d’impresa, muovendo dall’idea che il successo durevole di un’organizzazione dipenda dal bilanciamento degli interessi dei soci (shareholders) con quello di tutte le parti interessate (stakeholders).
Oggi, non si puĆ² piĆ¹ tenere in considerazione solo il valore economico ma assume sempre maggiore rilevanza l’impatto sociale delle attivitĆ d’impresa cosicchĆ© l’interesse delle imprese ĆØ sempre piĆ¹ rivolto a questi e agli aspetti reputazionali e di responsabilitĆ sociale. E per questo, a maggior ragione, ha senso parlare oggi anche di Corporate Cultural Responsibility, considerate le potenzialitĆ della cultura nelle azioni di responsabilitĆ sociale, come capitali investiti e risultati relazionali.
Oltre agli indubbi benefici che l’integrazione della responsabilitĆ sociale nella strategia di business comporta, bisogna anche considerare i crescenti obblighi in termini di rendicontazione di sostenibilitĆ che il legislatore europeo sta introducendo per un numero sempre maggiore di imprese, che rendono ormai impossibile per le organizzazioni evitare questo tipo di ragionamenti. Un ambito in cui la presenza di un professionista capace di cogliere le sfumature insite negli interventi a base culturale ĆØ oltremodo necessario.
Infine, in un Paese come il nostro in cui esiste sovrabbondanza di ereditĆ culturali, di progetti attuabili in questo settore, di sensibilitĆ e interesse riteniamo che i commercialisti debbano impegnarsi in primo piano a costruire un sistema culturale moderno, efficiente e trasparente con proposte concrete da portare al vaglio della Politica.
Il ruolo dei commercialisti deve partire dalla fotografia ragionata della cultura nel nostro Paese per descriverne l’andamento dei consumi, le tendenze della domanda e dell’offerta al fine di elaborare politiche e strategie risolutive cosƬ come per elaborare soluzioni per rimuovere i troppi ostacoli e le troppe inefficienze che frenano ancora il completo sviluppo del settore.
Aggiustamenti fiscali, una riforma delle fondazioni di partecipazioni che ne renda piĆ¹ efficiente la governance, lo sviluppo su larga scala dei partenariati speciali, un miglioramento dell’art bonus che ne ampli la platea dei beneficiari e i settori di applicazione, ad esempio, sono materie proprie della professione del commercialista.
GiuffrĆØ Francis LefebvreĀ ĆØ presente alĀ ConvegnoĀ CNDCEC 2024. Ti aspettiamo al nostro Stand a Pesaro dal 15Ā al 16Ā ottobre! |
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