Manovra di bilancio approvata, dunque, dal CdM. Da esaminare con grande attenzione: vi sono lacune, alcune “omissioni”, qualche forzatura, tutte da valutare senza “strillare” e scegliendo con cura cosa contestare, perché l’assetto generale – concordo con il giudizio di tanti, in particolare Cottarelli – è di una sufficienza ed anche di qualche interessante prospettiva.
Mi preoccupa, come sempre, l’aspetto della politicizzazione in chiave di scontro propagandistico e qualche ideologismo che sento nell’aria. Tassazione degli extra-profitti: la discussione è se, quella approvata, è una tassa extra o solo un anticipo.
Inutile girarci intorno: non è una tassa. E, se non c’è, meno male, dico io. Lo sostengo già da quanto, lo scorso anno, si era affacciata questa ipotesi. Si è evitata una aberrazione giuridica ed economica.
Giuridica perché dovrebbe essere stabilito opus legis cosa è profitto giusto e cosa extra-profitto, che è cosa folle, con il corollario di colpire un “maggior profitto” così individuato con una legge fiscale retroattiva.
Sul piano economico perché operazioni di questo genere configurano un’economia lontana da quella di mercato e vicina a quella del socialismo reale: le reazioni degli investitori, italiani e soprattutto stranieri, ed ancor più dei nostri creditori sul debito pubblico sarebbero immediate. Un’avvisaglia, tra l’altro, vi è già stata.
Anche qui un corollario: operazioni di questo genere in aperto scontro con il sistema bancario non comportano alcun beneficio alla collettività. Mi spiego: c’è modo di definire quali sono – e quindi obbligare a – i livelli “giusti” di interesse per prestiti e mutui? Ovviamente la risposta è no.
Il totale del debito privato, cioè mutui e prestiti personali, è pari a 383 miliardi. Uno 0,5% di interesse in più significa quasi 2 miliardi in più di spesa per interessi. Se questo si aggiungesse ad un prevedibile innalzamento dello spread, vorrei capire quali vantaggio la collettività ne ricaverebbe.
In verità qualcuno si: quelli che hanno disponibilità economiche e possono contrattare con le banche per l’interesse sui loro depositi, o compiere operazioni ad alto rendimento come quella dei “pronti contro termine”, ringrazierebbero. Una gratitudine di cui, francamente, faccio a meno.
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