«Non ho mai voluto fare l’allenatore». Eppure ci sta riuscendo benissimo. Raffaele Biancolino va caccia della quarta vittoria consecutiva e del quinto risultato utile di fila alla guida dell’Avellino, impegnato oggi (ore 15) al Pozzo-La Marmora di Biella contro la Juve Next Gen.
Nella conferenza stampa della vigilia, il tecnico dei biancoverdi ha affrontato con il suo solito sorriso le domande relative alla prossima sfida. Senza sottrarsi a un commento sull’inizio del suo percorso da mister della prima squadra: «Quando giocavo pensavo a tutt’altro. Vedevo l’allenatore come una qualcuno con cui alla fine si finiva per scontrarsi. Crescendo ho capito che era una figura che avrei potuto interpretare. Grazie all’Avellino ho scoperto che mi piace davvero questo mestiere. In carriera ho avuto tanti allenatori, da tutti ho preso spunto. Apprezzo molto il modo di intendere il calcio di Spalletti».
E gli undici gol realizzati a fronte dell’unica rete incassate nelle prime quattro partite della sua gestione testimoniano l’efficacia di un gioco alla Spalletti, propositivo ed equilibrato. Da confermare contro il fanalino di coda del girone C di Serie C: «Non bisogna guardare la classifica, loro vorranno sicuramente far bene in casa. Dobbiamo essere bravi a sfruttare ogni minima occasione. Ci arriviamo bene perché veniamo da ottime prestazioni, al di là dei risultati. Siamo adulti per capire il momento e le insidie della partita. Se guardiamo la classifica e i numeri sembra una gara facile. Ma non lo è. I miei ragazzi lo sanno. Andiamo a Biella per cercare di fare punti. L’approccio e il gioco sarà sempre lo stesso. Dobbiamo decidere noi se bisogna correre oppure no. Se attaccare o difendere. Non ci possiamo preoccupare dell’avversario».
La Juve Next Gen ha finora cambiato, sovente, moduli e interpreti: «Mi aspetto qualcosa di diverso rispetto alle ultime partite. Sono una squadra spensierata, con tanti giovani. Sarà fondamentale essere concreti». L’infermeria va svuotandosi. L’Avellino è ormai al gran completo. «È un duello continuo. Sarò il primo a sbagliare perché tutti hanno qualità e possono giocare ovunque. La settimana prossima rientrerà anche Armellino. Scenderà sempre in campo chi vedrò meglio. Il ruolo di Tribuzzi? Può fare la mezzala, il quinto, la seconda punta. L’alternanza Frascatore-Liotti? Paolo è più difensore. Liotti spinge tanto, ha gamba, arriva sul fondo. Inizialmente serviva un calciatore di copertura. D’Ausilio e Gori? Ho parlato con entrambi. Michele è un ragazzo intelligente, sa che adesso tutti parlano di lui e si studieranno mosse per limitarlo. Deve stare concentrato e fare cose semplici. Lo ripeto: può migliorare in fase realizzativa. Gabriele sa la stima che nutro per lui. Deve farsi trovare pronto partendo dalla panchina e quando gli chiederò di giocare titolare».
In settimana si è a lungo parlato dell’ultima sfida tra Juve e Avellino, dell’ottavo di Coppa Italia nel dicembre 2013 all’Allianz Stadium e del mancato utilizzo di Biancolino da parte di Rastelli: «Per me è passato. Non ci penso più. Quel Biancolino non c’è più, adesso faccio un altro lavoro. All’epoca ci rimasi male». Il presente che coincide con la prima sfida nella storia dell’Avellino contro una seconda squadra: «Non so se siano utili. Sono utili se si fanno le cose giuste, se giocano calciatori con qualità. Non sono utili se hanno altri scopi. Di certo tolgono qualcosa a squadre di Serie D che vorrebbero salire in C e investono per cercare di ritagliarsi un posto nel professionismo. Sotto questo punto di vista la penso esattamente come i tifosi». Quei tifosi della Curva Sud che diserteranno la trasferta in segno di protesta. Ma non mancherà il sostegno di oltre mille supporter irpini.
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