Ivrea, città di cultura, storia e… buche. Sì, avete capito bene: buche. Si trovano ovunque. Sono ormai diventate un’attrazione locale. Ce n’è una che non si trova nelle guide turistiche. E’ una bella voragine in via Castiglia, a pochi passi da Porta Aosta. Un’opera d’arte moderna, un’esperienza sensoriale alla Banksy. E’ uno dei tanti “regali” che le strade cittadine offrono a chi si azzarda a viverle quotidianamente.
L’ultimo episodio ha come protagonista una signora che, armata di passeggino e figlioletta a bordo, ha rischiato di trasformare una tranquilla passeggiata in una scena degna di un film di Fantozzi. Un passo in più, e avremmo avuto il debutto di una nuova disciplina olimpica: il salto nel buco con passeggino.
“Che ci vuoi fare? La manutenzione stradale qui è pura utopia”, dice la signora tra il serio e il faceto, e come darle torto?
A Ivrea, ormai, non si sa più se aspettare la Madonna di Lourdes o un assessore in carne e ossa che si prenda la briga di girare per la città a verificare l’impraticabilità delle strade.
Perché sì, sappiatelo, qui le buche non si contano: si ammirano, si scansano, ci si convive.
E qualcuno si chiede, con un filo di speranza, se esista davvero un assessore competente a occuparsi di questa situazione. Certo che c’è! Se ne dovrebbe occupare Massimo Fresc, ma si dà il caso che sembri più difficile trovarlo di un quadrifoglio. Una voce nel vento, un’ombra fugace. O forse semplicemente troppo impegnato a fare altro.
E mentre in molti danno Fresc per disperso e quasi vorrebbero rivolgersi a “Chi l’ha visto”, c’è chi non si stufa a chiedere all’Amministrazione Comune di svegliarsi dal torpore. E’ il consigliere comunale Massimiliano De Stefano. Non le manda a dire.
“La città è messa male – commenta alzando le braccia al cielo – Così non si può andare avanti. I cittadini pretendono un po’ di sana, vecchia manutenzione… Credo nella politica del tombino ma non in quella del buco…”.
E qui, un applauso lo meriterebbe: non solo per la sintesi perfetta, ma per il coraggio di dire ciò che è sotto gli occhi di tutti.
Insomma le buche si tappano, non si collezionano.
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