Fare Startup #1 – by Ariel Di Porto #finsubito prestito immediato

Bentornato su Fare Startup,

sono Ariel e questo è il primo numero di Fare Startup: ogni due settimane, 5 contenuti di vario tipo a tema startup: articoli, template, framework per muoversi al meglio in questo mondo fangoso e tortuoso con l’obiettivo di trovare la pepita d’oro che tutti cercano.

Nell’edizione di oggi, un saggio di Paul Graham, un framework per il modello freemium, un podcast e tanto altro.

E’ il primo numero di questa newsletter, sarà pieno di errori, sbavature e cose da non fare. Se hai qualcosa da segnalarmi puoi rispondermi a questa mail, mentre se vuoi segnalarmi un contenuto che secondo te dovrebbe essere presente in questa rassegna puoi usare questo form.

Questo è uno dei primi essay di Paul Graham (davvero devo spiegarti chi è Paul Graham? Y Combinator, dice niente?) in cui affronta gli aspetti fondamentali necessari per lanciare una startup.

Sostanzialmente, secondo lui per lanciare una startup è necessario trovare un’idea, trovare le persone giuste, capire di cosa hanno bisogno di clienti, raccogliere soldi (ma non spenderli), presentando quindi una serie di domande che l’ascoltatore (l’essay nasce dalla trascrizione di un essay di PG ad una classe di studenti di Harvard) dovrebbe farsi per capire se è una persona adatta a lanciare una startup.

Un contenuto “filosofico” altamente consigliato per chi vuole lanciare una startup.

PS: da un paio d’anni faccio parte del progetto di traduzione di tutti gli essay di Paul Graham, che puoi trovare a questo link. Iscriviti per rimanere aggiornato su tutte le prossime traduzioni.

Christoph Janz di Point Nine (early investor, tra le altre, di Delivery Hero, Revolut, Loom e Zendesk) prova a sviluppare un framework per capire se una startup è adeguata o meno ad un modello freemium, fornendo un blocco di tre domande che un founder deve farsi per capire se abbia senso o meno implementare un modello freemium.

Spoiler: è dannatamente difficile!

Un must read per chi sta pensando di lanciare qualcosa in freemium o di implementare funzionalità freemium all’interno del proprio prodotto.

Un articolo interessante che prova a spiegare come l’arcinota metrica del rapporto tra lifetime value (LTV) e customer acquisition cost (CAC) sia una metrica fuorviante per valutare l’andamento di un business in quanto non considera il tempo necessario per far si che la singola coorte diventi profittevole ed ignora le dinamiche che intervengono nel corso della vita di un utente all’interno della customer base.

Questo articolo propone quindi di spostare l’analisi sul Payback Period, cioè sul tempo necessario per far si che la singola coorte diventi profittevole. Il vantaggio di questa metodologia è che considera il comportamento della singola coorte e non è legato a stime che devono essere obbligatoriamente fatte relativamente al lifetime value dell’utente.

David Sacks di Craft Ventures presenta poi una metrica di efficienza aziendale che ha come obiettivo quello di capire quanto costa in termini di cassa bruciata dall’azienda aggiungere 1$ di nuovo ARR, ponendo dei target di efficienza delle attività di scale-up.

Un contenuto particolarmente consigliato per chi ha appena raccolto un Series A e deve organizzare il proprio team per scalare le proprie vendite in pochi anni, tenendo però sotto controllo l’andamento della propria cassa.

20VC è il podcast dove Harry Stebbings (che ha appena raccolto un fondo da 400 milioni di dollari) dialoga con principalmente con imprenditori, investitori e tech leader, cercando di avere una visione olistica sul mondo dell’innovazione.

Nel corso degli anni ha intervistato, tra gli altri Sam Altman, Reid Hoffman, Tom Blomfield (Y Combinator), Danny Rimer (Index Ventures), oltre che il nostro Luca Ferrari (Bending Spoons). Episodi abbastanza lunghi, ma in ciascuno ci sono 3/4 takeaway interessanti.

Episodio recente da segnalare, l’intervista a Zach Perret, CEO di Plaid, che ha trasformato un’exit da 5 miliardi saltata nell’opportunità di raccogliere 500 milioni a più di 13 miliardi di valutazione, servendo uno dei player con maggiore difficoltà ad innovare, le banche.

Se sei arrivato fino a qui, oltre a ringraziarti, ti chiedo se hai consigli su come migliorare questa newsletter o hai dei contenuti da segnalarmi.

Come si dice a Roma, daje tutta!

Ariel