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80 anni di Confindustria Brindisi: la relazione del Presidente Lippolis #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Autorità civili, militari e religiose,
Parlamentari, consiglieri regionali, Sindaci, rappresentanti del mondo sindacale e associativo,

Care Colleghe imprenditrici, Cari Colleghi imprenditori,
ringrazio tutti Voi per essere intervenuti alla nostra Assemblea Pubblica.

Ancora, un saluto particolare al Presidente Michele Emiliano, al Presidente di Confindustria Puglia Sergio Fontana, al Presidente della Provincia Toni Matarrelli, al Sindaco Giuseppe Marchionna e a SE il Prefetto Luigi Carnevale.

Abbiamo il piacere di ospitare oggi il nostro Presidente Emanuele Orsini.

Caro Emanuele,
La Tua partecipazione, insieme alle tante Autorità presenti, è motivo, per noi, di grande orgoglio e ci sprona a mostrare ancora una volta la straordinarietà di questo territorio, nell’anno in cui la nostra Associazione compie i suoi 80 anni.
Grazie Presidente.

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Ringrazio in particolare tutti gli associati per la partecipazione e l’attaccamento dimostrato nei confronti della nostra Organizzazione.

Prima di iniziare il mio intervento, permettetemi, condividendo quello che è lo spirito di tutti voi in questa sala, di esprimere la nostra solidarietà e la nostra vicinanza alle famiglie, alle aziende e alle popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dalle recenti alluvioni. E’ fondamentale che i nostri territori, le nostre zone industriali, le nostre città vengano messe in sicurezza.

Voglio, inoltre, esprimere vicinanza alle famiglie e ai colleghi delle vittime sul lavoro. Faccio mie le parole del Presidente Mattarella, di qualche giorno fa “le morti sul lavoro sono una piaga intollerabile, ancor più nel tempo dei più grandi progressi tecnologici e dei più grandi avanzamenti della conoscenza che la storia dell’uomo abbia mai conosciuto”.

 

*****

Il traguardo dell’ottantesimo anniversario aumenta la nostra consapevolezza dell’importanza di avere contribuito al lavoro fatto nel corso di questi anni.
E i nostri numeri sono a dimostrarlo: 350 aziende associate, 12 sezioni merceologiche rappresentate, STARTUP, PICCOLE, MEDIE E GRANDI IMPRESE insieme, un numero importante di stabilimenti appartenenti a grandi gruppi industriali, italiani ed esteri, tra questi le partecipate.

A conferma della vitalità che da sempre caratterizza il nostro tessuto produttivo, mi fa piacere ricordare che – solo poche settimane fa – abbiamo festeggiato, insieme alla nostra associata Leonardo – Divisione elicotteri – i 90 anni dalla fondazione della SACA.

SACA..una gloriosa azienda aeronautica, testimonianza della tradizione industriale del nostro territorio. Un’azienda che ha origini endogene, e che si è sviluppata ben in anticipo rispetto ad investimenti esogeni, realizzati nell’ambito delle politiche adottate per lo sviluppo del Mezzogiorno nel secondo dopoguerra.

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Gli 80 anni di Confindustria Brindisi sono stati vissuti intensamente, tra momenti positivi, in termini di crescita e sviluppo economico, soprattutto con riferimento ad alcuni settori (chimica, aeronautica, energia) e fasi difficili di congiuntura… che hanno visto la nostra Associazione lavorare in prima linea, in stretta collaborazione con le Istituzioni e con gli attori sociali, con l’unico obiettivo della crescita del territorio.

Non possiamo dimenticare che questo sviluppo non era scontato, che si sono dovute superare gravi criticità ambientali e sociali.
Nella storia confindustriale, siamo l’unica territoriale il cui Presidente restò purtroppo vittima di un omicidio. Accadde nel 1986 a Francesco Guadalupi, vittima di un efferato tentativo di rapina, nella sua azienda, mentre operava col consueto impegno per la crescita della propria azienda.

 

*****

Fortunatamente quei problemi gravi di ordine pubblico sono alle spalle, superati grazie alla meritoria attività di tutte le forze dell’ordine e della magistratura.
E sono alle spalle anche grazie alla forte determinazione di una società civile sempre più animata da spirito d’impresa e desiderio di creare occasioni di lavoro produttivo.

In questi 80 anni la bussola di Confindustria Brindisi è stata orientata – sempre e a qualunque costo – alla legalità e al rispetto delle regole, considerati prerequisiti essenziali dello sviluppo economico, in un contesto ricco di potenzialità, purtroppo non sempre colte.

Mutuando le parole che il Presidente Orsini ha pronunciato in occasione della recente Assemblea nazionale – vogliamo essere una “CONFINDUSTRIA DEI RISULTATI”.

La delicata fase di transizione, energetica-ambientale e digitale, che caratterizza lo scenario geopolitico ed economico mondiale, va gestita con saggezza e consapevolezza della necessità di coniugare gli obiettivi della tutela ambientale e di uno sviluppo sostenibile anche sotto il profilo della salvaguardia del patrimonio produttivo e occupazionale.

Non possiamo che essere d’accordo con l’invito rivolto dal Presidente Orsini, anche nel corso dell’Assemblea di Confindustria, a smettere di perseguire direttrici di marcia caratterizzate da una sorta di integralismo ideologico ambientalista.

Dalle tempistiche ipotizzate alle opzioni tecnologiche da adottare, occorre rivedere un approccio che rischia di distruggere valori, anziché costruire nuovi modelli di sviluppo.

Per quanto riguarda il nostro territorio, devo tra l’altro registrare come la fase di transizione abbia dato luogo a qualche interpretazione errata.

Brindisi deve cogliere le opportunità della transizione e diventarne protagonista!

Partendo dalla programmata chiusura della centrale “Federico II” di ENEL, alimentata a combustibili fossili, con le inevitabili conseguenze negative sull’occupazione diretta e indiretta collegata al suo processo produttivo, c’è chi nel territorio ha ritenuto fosse partito un tragico processo di deindustrializzazione e, quindi, una debacle sociale ed occupazionale.

È necessario cambiare prospettiva e continuare a pensare alle trasformazioni in atto, intendo quelle necessarie e ineludibili, anche come OPPORTUNITA’ per difendere la dimensione di Brindisi quale polo industriale tra i più importanti del Mezzogiorno e del Paese.

Le transizioni in atto sono state concordate e condivise a livello sovra-nazionale e devono essere governate con i tempi e le modalità giuste per evitare desertificazioni industriali e perdita di posti di lavoro.

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Già da diverso tempo Confindustria Brindisi ha richiamato l’attenzione delle Istituzioni e di tutti gli stakeholders sulle ripercussioni che la cosiddetta “decarbonizzazione” avrebbe comportato per Brindisi e per il suo apparato industriale.

Questi scenari, purtroppo, rischiano di diventare realtà concrete!
Tre anni fa (nel 2021, assieme a sindacati ed altre associazioni di categoria) abbiamo chiesto con forza la stipula di un Accordo di Programma per l’area di Brindisi, consapevoli delle difficoltà cui le nostre imprese e i nostri lavoratori andavano incontro.
Questa che all’epoca sembrò – a molti – una proposta velleitaria, si sta rivelando invece come la strada giusta da percorrere.

Oggi i tempi sono finalmente maturi. E consentitemi di ringraziare il Governo, per aver dato seguito e contenuto concreto alla previsione del Decreto legge adottato dal Governo Draghi per la costituzione di un Comitato di Coordinamento finalizzato a individuare soluzioni per il rilancio delle attività imprenditoriali, per la salvaguardia dei livelli occupazionali e per il sostegno dei programmi di investimento e sviluppo imprenditoriale dell’area industriale di Brindisi. Un sentito ringraziamento va all’Onorevole Mauro D’Attis, per l’impegno e il lavoro svolto per raggiungere questo importante risultato.

 

Il ringraziamento va anche alla Regione Puglia, per la volontà di fare sistema e per il lavoro e l’esperienza messa in campo per il sostegno agli investimenti.

Provincia e Comune di Brindisi, Autorità Portuale e Consorzio ASI hanno contribuito e stanno contribuendo a questo percorso impegnativo quanto necessario.

Un apprezzamento va a loro e al lavoro di coordinamento svolto da Sua Eccellenza il Prefetto Carnevale.

Così come non posso non menzionare l’impegno costruttivo espresso dalle Organizzazioni sindacali, confederali e di categoria.

Non vi è più spazio per contrapposizioni o visioni ideologiche differenti.

Ruoli e interessi diversi, nella dialettica e articolazione delle posizioni, devono, come nel caso richiamato, sapere trovare punti decisivi di convergenza quando è in gioco il superiore interesse pubblico.

L’obiettivo, condiviso da tutti i partecipanti al Comitato di coordinamento, è quello di lavorare insieme per la salvaguardia delle imprese e dei lavoratori del territorio brindisino.

A tal proposito, mi fa piacere citare un passaggio della lettera inviata dal Ministro Urso in occasione dell’ultima riunione del Comitato, letta, in quella sede, dal Capo Dipartimento del MIMIT, avv. Amedeo Teti: “Brindisi merita un importante rilancio industriale affinché diventi un Polo di sviluppo della regione Puglia. Per questa ragione il MIMIT è stato favorevole fin da subito alla sottoscrizione di un Accordo di Programma”.

Brindisi gode – finalmente, possiamo dire – della massima attenzione da parte di tutti i livelli delle istituzioni. Circostanza, questa, che deve ulteriormente spingerci a lavorare insieme per farci trovare preparati a cogliere le occasioni che si presenteranno.

 

In particolare, si registrano 13 proposte di investimento per l’area di Brindisi.
Progetti di investimento sostenibili che porterebbero ad una transizione realmente “giusta”, per consentire a Brindisi e alla sua provincia di conservare una forte identità industriale che deve continuare a concorrere in misura decisiva alla generazione del valore aggiunto territoriale,
alla tenuta dei suoi livelli occupazionali,
alla distribuzione del reddito alla popolazione,
alle attività del sistema bancario,
alle movimentazioni portuali, ferroviarie e stradali,
alle interazioni con il mondo della formazione, della formazione secondaria, universitaria e della ricerca scientifica applicata.

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A ciò si aggiungono le risorse messe a disposizione dal MIMIT per il risanamento e la riconversione dell’area di Cerano che – come emerso sempre nel corso della riunione del Comitato di coordinamento del 20 settembre u.s.
ll MIMIT ha affidato a Invitalia la predisposizione di un piano di sviluppo per i progetti di reindustrializzazione.

Vogliamo lavorare assieme a tutti gli stakeholders del territorio per attrarre nuovi investimenti.

 

Tra poco meno di un mese, inoltre, si svolgerà la prima riunione del tavolo dedicato al comparto della chimica, al quale saremo presenti come Confindustria. Altra circostanza, questa, di significato rilevante per il territorio. Riguarda un settore, quello della chimica e, in particolare, della chimica di base, che finora ha caratterizzato il comparto industriale brindisino. Nell’ultimo anno si sono dovute affrontare non poche criticità originate dalla crisi che – a livello europeo – sta attraversando il settore della chimica, anche a causa della concorrenza di paesi extra UE, e che sta avendo ripercussioni anche in altri settori strategici per l’intero Paese, quale quello dell’Automotive. Proprio ieri ENI/VERSALIS ha reso noto il nuovo piano industriale con impianti coerenti con la transizione energetica e la decarbonizzazione.

Dobbiamo fronteggiare e portare a soluzione i punti di crisi. Dobbiamo tuttavia anche valorizzare le opportunità disponibili e saper promuoverne di nuove, tracciando e dando concretezza a una strategia di marketing territoriale per rendere ancora più attrattivo il nostro territorio brindisino.

La situazione occupazionale della provincia presenta luci ed ombre, con riferimento ai dati ufficiali dell’INPS e dell’ARPAL Puglia che ringraziamo per la consueta collaborazione. Il 2023 registra un saldo positivo nel numero delle assunzioni, 51.432, rispetto alle cessazioni dei rapporti di lavoro, 48.750. Il territorio registra un tasso di occupazione del 53,2% che, seppur in calo rispetto al 2022, rimane superiore alla media regionale (50,7%). Tra le criticità, preoccupano i dati della disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile, in aumento rispetto al 2022.
Tutto questo in un territorio che continua a segnalare un andamento del saldo demografico in costante decrescita da un decennio.
L’ultima rilevazione segnala un saldo negativo tra nascite e decessi di 2.133 unità. Una diminuzione tutt’altro che trascurabile, in un territorio di poco meno di 400.000 abitanti.
Dobbiamo contrastare decisamente questo andamento.

 

Al di là di politiche governative che incentivino le nascite e che si sta cercando di implementare, vanno perseguite con determinazione quelle di sviluppo, cui in parte ho fatto prima riferimento. Vanno create inoltre condizioni che agevolino l’occupazione giovanile e femminile.
Un altro tema cruciale per il futuro di Brindisi è il coinvolgimento dei giovani nel mondo del lavoro. La presenza di NEET (giovani che non studiano né lavorano) rappresenta un freno alla competitività. Confindustria deve impegnarsi a favorire percorsi formativi e occupazionali per trattenere i talenti nel territorio e contribuire alla crescita economica locale.

Uno strumento per lo sviluppo economico e industriale è rappresentato dalla ZES unica per il Mezzogiorno. A fine luglio è stato presentato finalmente il Piano strategico della ZES unica, che individua le filiere da rafforzare in ciascuno dei territori del meridione interessati.

Il Piano è stato frutto della condivisione e del confronto con le Confindustrie regionali e territoriali e Confindustria Brindisi, grazie anche al coordinamento di Confindustria Puglia, ha potuto fornire il suo contributo.
Il documento ha un’importanza fondamentale, perché da esso deriveranno le scelte relative alla ripartizione tra i territori del Mezzogiorno delle risorse per gli investimenti.

Permettetemi di ringraziare, in proposito, il Presidente Orsini per l’iniziativa di Confindustria nazionale volta alla sottoscrizione di un Protocollo di intesa, che dia concretezza ai contenuti del Piano e attribuisca alle Confindustrie territoriali il ruolo fondamentale di filtro e facilitatore.

Confindustria Brindisi è pronta a svolgere la sua parte in modo proattivo, come ha sempre fatto, per accompagnare le imprese che intendono investire. Noi ci siamo!!!

 

*****
L’Accordo di programma che si andrà a sottoscrivere per Brindisi dovrà necessariamente prevedere misure per la semplificazione e la sburocratizzazione dei procedimenti autorizzativi.

Oggi più che mai il fattore tempo diviene decisivo.

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L’azione di marketing territoriale non potrà tra l’altro prescindere dall’affrontare e risolvere una delle problematiche che hanno negli anni limitato l’arrivo di investimenti su Brindisi, e mi riferisco alla definizione della problematica dell’Area SIN con il conseguente svincolo di ulteriori aree disponibili. Riconosciamo il lavoro del Governo, che ringraziamo per aver ripreso a lavorare in tal senso. L’auspicio è che si possa proseguire il percorso intrapreso.

È fondamentale che il territorio di Brindisi colga le opportunità offerte da Transizione 5.0. Questo richiede un continuo investimento nelle filiere produttive strategiche, con il supporto di incentivi e politiche industriali a lungo termine. Una visione pluriennale degli investimenti è necessaria per modernizzare le nostre aziende e renderle competitive nel panorama globale.
In tema di sostegno agli investimenti è quanto mai opportuno focalizzare l’attenzione su due elementi.
E’ ora di semplificare le procedure e di evitare, al contempo, una parcellizzazione degli strumenti.
E’ arrivato il momento di puntare sulla logica del Progetto Integrato, ovvero un piano di sviluppo di medio/lungo termine sostenendo le attività di Ricerca, Sviluppo e Innovazione, digitalizzazione, transizione ecologica ed energetica, formazione e sviluppo delle competenze, potenziamento del trasferimento tecnologico, internazionalizzazione.
Il secondo elemento riguarda la connotazione Strutturale degli strumenti agevolativi. Per essere efficaci le azioni di sostegno devono essere strutturali e pluriennali, così come richiesto dal sistema imprenditoriale.
Occorre puntare a procedure di carattere negoziale e a sportello strutturali, in modo da consentire alle imprese di pianificare il proprio programma di sviluppo e di crescita in ragione delle effettive esigenze e senza dover rincorrere la scadenza di un bando.
Su questi due elementi il lavoro fatto dalla Regione Puglia insieme a Puglia Sviluppo e al Partenariato economico sociale può rappresentare un modello da studiare e forse emulare.
Lo testimoniamo i risultati della programmazione 2014/2020 sintetizzabili in:
€ 8,4 miliardi di investimenti agevolati;
€ 1,8 miliardi di investimenti in R&S;
€ 2,5 miliardi di agevolazioni concesse;
oltre 21.000 imprese coinvolte;
incremento occupazionale per oltre 60mila unità.
E sulla programmazione 2021/2027 in meno di 9 mesi di operatività degli strumenti agevolativi sono stati presentati progetti imprenditoriali per oltre 1,1 miliardi di euro di investimenti.
Un altro tassello importante di questa strategia è rappresentato dalla forte integrazione e interazione tra misure agevolative e strumenti finanziari, e quindi tranched cover e minipia, basket bond e Pia, equity e tecnonidi.
È così che le risorse pubbliche producono un vero e proprio effetto moltiplicatore.
E allora occorre continuare a sviluppare e consolidare questa virtuosa collaborazione tra pubblico e privato che rappresenta un volano per l’innovazione e la crescita del capitale umano qualificato.

E’ urgente che Governo e Regione Puglia firmino quanto prima l’accordo di coesione 2021/2027 per le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione in quanto una parte di queste saranno destinate anche a finanziare oltre 2.700 nostre imprese che sviluppano investimenti per 1,9 miliardi di euro sul territorio regionale.
Sono investimenti ora fermi in attesa dell’accordo.
Risorse che ammontano a 700 milioni di cofinanziamento pubblico necessari a consentire l’adozione delle concessioni alle imprese e la possibilità per le stesse di iscrivere tale credito in bilancio.
Permettetemi di ringraziare pubblicamente la Regione Puglia e Puglia Sviluppo.

E, a proposito di Fondi, mi permetto di sollecitare nuovamente la Regione e la Provincia affinché destinino risorse e sollecitino investimenti per il rilancio della Cittadella della Ricerca. Lo sviluppo industriale, soprattutto in una fase di grandi trasformazioni come questa, non può prescindere dalla ricerca e non valorizzare appieno questo comprensorio.

Il settore dell’aeronautica civile ha sofferto una lunga fase di crisi a seguito della pandemia da Covid-19, che ha causato un sostanziale blocco degli ordini da parte delle compagnie aeree. Gli effetti sono stati particolarmente pesanti, soprattutto per le piccole aziende, con numerosi casi di cessazione dell’attività o comunque drastica riduzione di personale (Tra Brindisi e Grottaglie, si stima la perdita di un migliaio di posti di lavoro).

Il periodo negativo è oggi alle spalle, grazie agli ordinativi di aerei per voli civili che registrano attualmente un incremento del 354%. Ciò sta comportando ritardi di Boeing e di Airbus nelle consegne di nuovi velivoli, in quanto non hanno a disposizione un numero adeguato e proporzionale di fornitori.

In questo quadro è necessario definire specifiche linee di politica industriale, affinché le imprese aeronautiche, soprattutto pmi, possano cogliere al meglio queste importanti opportunità, superando l’attuale situazione di criticità, legata soprattutto alla questione della monocommittenza.

Peraltro, in diverse esperienze di missioni all’estero, è emerso un paradosso: le pmi, presentandosi singolarmente ai grandi players internazionali, hanno suscitato interesse per l’accertato know-how, per la loro qualificazione professionale e le certificazioni, ma non sono riuscite a concludere contratti.

Ciò, soprattutto, per la limitata capacità produttiva – dovuta alle piccole dimensioni di ciascuna azienda – evidentemente incompatibile con le grandi quantità di prodotti necessarie ai big players. Abbiamo, quindi, pmi in grado di rispondere alle esigenze dei grandi gruppi internazionali per la qualità, ma non per le quantità occorrenti, e con debolezze intrinseche di natura finanziaria, operativa e organizzativa.

A tal proposito, con il sostegno di Confindustria nazionale e del Vice Presidente Leopoldo Destro, abbiamo chiesto al MIMIT l’apertura di un tavolo dedicato al settore dell’aeronautica civile con la partecipazione di tutti gli stakeholders (Regioni, Confindustria, Distretti ed Organizzazioni Sindacali) con l’obiettivo di elaborare, con la massima tempestività, un Piano nazionale del settore.

Il Piano, nella nostra proposta, dovrebbe avere lo scopo di agevolare la riorganizzazione di assetti produttivi e investimenti delle piccole e medie imprese, anche in ricerca e sviluppo; sostenerne la crescita e favorirne l’internazionalizzazione e la ricerca di nuovi mercati.
Ma soprattutto stimolare la crescita dimensionale e le aggregazioni delle pmi attraverso strumenti agili e flessibili come quello delle Reti di Impresa.

 

“FACCIAMO IL FUTURO” è il motto che abbiamo scelto oggi per la nostra Assemblea, e il futuro del territorio passa anche dalle nostre tradizioni agroalimentari e dalla nostra rinomata capacità di accoglienza.
Brindisi e la sua provincia possono vantare un comparto agroalimentare che ha saputo migliorare e innovare – seppure con le note difficoltà degli ultimi anni – la propria capacità produttiva, legata alla produzione e distribuzione di vino, olio, prodotti ittici, caffè e conserve alimentari. Il settore dovrà essere necessariamente accompagnato ancora da iniziative promozionali pubbliche regionali e nazionali, per rafforzare la sua penetrazione sui mercati esteri, già comunque avviata da tempo.

L’industria dell’ospitalità e del turismo costituisce ormai da molti anni un punto di forza dell’economia provinciale, grazie all’incremento di capacità ricettive di varia tipologia diffuse nel capoluogo e nei comuni limitrofi (Fasano, Ostuni, Cisternino). Vanta strutture di alto pregio architettonico, storico, artistico, naturalistico.
Per l’ulteriore consolidamento ed espansione di questo importante settore produttivo è fondamentale il potenziamento delle infrastrutture. Al riguardo, abbiamo accolto con entusiasmo la notizia del potenziamento dell’Aeroporto del Salento, con un investimento di 50 mln di euro, di recente annunciato dal Presidente di Aeroporti di Puglia Antonio Vasile.

Abbiamo dato ampia dimostrazione a livello internazionale della capacità attrattiva, della forza ricettiva e della bellezza di questo territorio in occasione dei lavori del G7 grazie, soprattutto, ad una macchina organizzativa perfetta guidata brillantemente da Sua Eccellenza il Prefetto Carnevale.

A dimostrazione della rinnovata vitalità di Brindisi dal punto di vista attrattivo e culturale, ricordo l’alto numero di eventi e appuntamenti di richiamo internazionale, come il Salone Nautico SNIM da poco concluso e giunto alla sua ventesima edizione; la regata internazionale Brindisi-Corfù; la Brindisi-Valona, il campionato internazionale di motonautica, Adriatic Cup. Sono le punte di diamante di una serie di appuntamenti legati a una delle più grandi risorse di Brindisi: il suo mare!
Un mare che continua a fornire opportunità e che consente di pensare in grande. Mi piace ricordare che, al netto del risultato che si riuscirà a conseguire, l’armatore di New Zealand, ripeto, l’armatore di New Zealand, Matteo De Nora, colui il quale sceglie le sedi dell’America’s Cup, ha di recente dichiarato al Corriere della Sera, che gli piacerebbe portare la competizione a Brindisi.
Un endorsement che giunge a distanza di pochi mesi dal G7 e che deve far riflettere sull’importanza di questo territorio e sul ruolo che può giocare nel grande bacino del Mediterraneo. Occorre pensare in grande, se si vogliono ottenere risultati.

 

Territorio, per noi pugliesi, significa anche e soprattutto cultura
Pensate che solo nel 2023 – secondo l’ultimo studio di Unioncamere – cultura e creatività in Puglia hanno generato un utile di 3 miliardi di euro, pari al 3,8% dell’intera economia regionale. Per questo motivo siamo al fianco della candidatura di Brindisi quale capitale italiana della cultura 2027, progetto fortemente voluto dal Sindaco Giuseppe Marchionna.

Vorrei ancora sottolineare come questa sia una fase segnata da una svolta epocale, con una nuova attenzione dell’Unione Europea verso i rapporti con gli altri Paesi dell’area mediterranea, originata anche dalle tensioni sul fronte Est causate dal conflitto Russia-Ucraina e dalla conseguente necessità di rivedere condizioni di dipendenza energetica da Mosca.

La nuova centralità del Mediterraneo apre prospettive nuove per il Mezzogiorno e per poli produttivi come quello di Brindisi.

Dobbiamo saperle cogliere! Confindustria Brindisi è pronta a offrire un adeguato contributo per vincere questa sfida!

 

E chiudo…con una frase di Ford…
“Mettersi insieme è un inizio,
rimanere insieme è un progresso,
lavorare insieme è un successo.”
FACCIAMO IL FUTURO. BRINDISI. *****



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