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Come funziona la pensione per gli italiani che lavorano all’estero e che ritorneranno in Italia #finsubito prestito immediato



Quali sono le norme che disciplinano la pensione finale per gli italiani che lavorano all’estero e torneranno in Italia: i chiarimenti

Quali sono le regole che disciplinano la pensione di chi lavora all’estero e torna poi in Italia?

 Gli italiani che prestano lavoro all’estero, versano i contributi in un solo Paese per volta, quello dove lavorano, e, una volta tornati in Italia, possono recuperare i contributi versati fuori dal proprio Paese ma solo per maturare il diritto alla pensione non per il calcolo del trattamento finale. 

Come funziona la pensione per gli italiani che lavorano all’estero e torneranno in Italia? Per andare in pensione in Italia è necessario maturare specifici requisiti sia anagrafici che contributivi che variano a seconda della tipologia di uscita che si sceglie.

A prescindere dalle forme sperimentali vigenti per andare in pensione prima, i requisiti attualmente richiesti per la pensione di vecchiaia sono di 67 anni di età e 20 anni di contributi mentre per la pensione anticipata ordinaria serve maturare 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne a prescindere dall’età in entrambe i casi. Cerchiamo di seguito di chiarire come funziona la pensione di chi lavora all’estero e poi torna in Italia. 

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  • Chi lavora all’estero dove versa i contributi per la pensione 
  • Come funziona la pensione di chi lavora all’estero ma poi torna a vivere in Italia 

Chi lavora all’estero dove versa i contributi per la pensione 

Gli italiani che prestano lavoro all’estero, versano i contributi nel Paese dove lavorano ed eventualmente in uno per volta, indipendentemente dalla residenza.

Chi ha lavorato in più Paesi della Ue conserva la contribuzione versata in ognuno di essi: ciò significa che i contributi versati non vengono trasferiti dall’ente previdenziale di un Paese a quello di un altro, né vengono restituiti al lavoratore se quest’ultimo cambia Paese.

Come funziona la pensione di chi lavora all’estero ma poi torna a vivere in Italia 

Per chi ha periodi contributivi maturati in un unico Paese ma poi torna a vivere in Italia, come nel caso dei tanti giovani che sempre più spesso lasciano casa propria per poi farci ritorno dopo anni di esperienza fuori, l’importo della pensione viene calcolato in base alla legislazione del Paese dove si presta servizio e secondo le stesse modalità applicate per i cittadini di quello Stato, a prescindere dal fatto che il lavoratore sia residente o meno nel Paese.

I lavoratori dipendenti iscritti all’Inps, all’Enpals e all’Inpgi possono ottenere un riconoscimento gratuito del lavoro svolto nei Paesi dell’Ue e in quelli convenzionati. Precisiamo, però, che il periodo di lavoro all’estero viene, però, considerato solo ai fini del raggiungimento del diritto alla pensione e non per il calcolo della pensione finale. 

Se, per esempio, un lavoratore ha prestato servizio per 10 anni in Germania e ha maturato 33 anni di contributi in Italia, può raggiungere la pensione anticipata avendo accumulato 43 anni di contributi complessivamente.

Tuttavia, il calcolo dell’importo si baserà solo sui 33 anni versati in Italia mentre spetta alla Germania riconoscere la quota corrispondente ai 10 anni versati lì secondo le sue normative.

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Chi ha lavorato all’estero può anche sommare i contributi maturati nei vari Paesi in cui si è lavorato attraverso la procedura della totalizzazione.

Si possono totalizzare solo i periodi di contributi superiori a 1 anno in ambito Ue, mentre per i Paesi convenzionati vigono regole diverse in base alla convenzione.

Alcune convenzioni bilaterali prevedono anche la totalizzazione multipla, cioè la possibilità di sommare i contributi versati in Paesi terzi che hanno attivato, a loro volta, accordi internazionali sia con l’Italia che con l’altro Stato contraente.

Anche nel caso della totalizzazione, i contributi accumulati servono solo a raggiungere il diritto alla pensione e non al calcolo del trattamento finale. 

Ogni singolo Stato liquida, infatti, la prestazione solo relativa ai contributi versati nei propri sistemi previdenziali. 



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