Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, partirà oggi per tornare a Roma, al termine di una visita a Washington in occasione delle riunioni annuali del Fondo monetario internazionale (Fmi) e della Banca mondiale. Il titolare del Mef torna in Italia dopo avere presieduto assieme al governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, una riunione con gli omologhi del G7, che hanno annunciato un accordo ufficiale per rendere operativo un prestito da 50 miliardi complessivi a sostegno dell’Ucraina. “Ribadiamo il nostro impegno, in base al quale gli asset sovrani russi rimarranno congelati fino a che Mosca non metterà fine alla sua aggressione e non avrà ripagato i danni causati all’Ucraina”, si legge nel comunicato diffuso al termine della riunione, in cui i ministri del gruppo hanno sottolineato che il G7 rimarrà al fianco di Kiev per tutto il tempo necessario.
Il capitale e gli interessi relativi all’erogazione, la quale si basa sull’iniziativa Extraordinary Revenue Acceleration (Era) approvata in occasione dell’ultimo summit dei leader del G7 che si è svolto lo scorso giugno in Puglia, saranno ripagati con i proventi generati dagli asset russi congelati nelle giurisdizioni dell’Unione europea e “possibilmente in altri Paesi del G7”, nel rispetto dei singoli sistemi legali e delle norme internazionali. L’iniziativa di prestito includerà anche “prestiti bilaterali” dai membri del G7, i quali saranno “pienamente erogati a beneficio dell’Ucraina tra il primo dicembre del 2024 e il 31 dicembre del 2027, in base alle necessità del Paese”.
Il risultato sul sostegno all’Ucraina, raggiunto durante la presidenza di turno italiana del G7, si accompagna al riscontro positivo delle principali agenzie di rating in merito all’economia italiana. L’agenzia Morningstar Dbrs ha confermato il giudizio BBB per l’Italia, rivedendo al rialzo le prospettive da stabili a positive. Una decisione legata “al miglioramento della traiettoria fiscale nel medio termine, che mitiga i rischi associati a un debito pubblico ancora molto elevato”. Valutazioni condivise anche da Fitch e Standard and Poor’s, che hanno sottolineato prospettive buone per la crescita del Pil italiano sottolineando però la necessità di lavorare per abbassare il debito. La prima ha confermato il rating e rivisto al rialzo l’outlook a positivo, mentre la seconda ha mantenuto entrambi con prospettive stabili.
Il problema del debito pubblico è stato sottolineato anche dal Fondo monetario internazionale (Fmi), che nel rapporto World Economic Outlook pubblicato il 22 ottobre ha confermato la sua previsione di crescita dell’economia italiana per il 2024, pari allo 0,7 per cento, e rivisto in leggero ribasso la stima per il 2025, allo 0,8 per cento. Secondo l’istituto, sull’economia italiana – così come su quella tedesca – continua a pesare la debolezza del settore manifatturiero. “Tuttavia, mentre la domanda interna italiana dovrebbe beneficiare del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) finanziato dall’Unione europea, la Germania è messa a dura prova dal risanamento dei conti pubblici e dal forte calo dei prezzi degli immobili”, si legge nel documento. Per quanto riguarda il debito pubblico, il rapporto Fiscal Monitor del Fmi ha previsto che il dato italiano salirà al 142,3 per cento in rapporto al Pil.
Anche Helge Berger, vice direttore al dipartimento Europa del Fondo, ha risposto in conferenza stampa ad una domanda sull’economia italiana, dopo la pubblicazione del relativo rapporto regionale. Parlando in generale dei Paesi che presentano un debito pubblico elevato (inclusa l’Italia), Berger ha detto che “la chiave è essere più ambiziosi”, affermando che il dato rimane ancora troppo alto nonostante il calo significativo che ha interessato il rapporto tra debito e Pil rispetto al picco del 2020. Le parole dell’economista hanno portato ad una risposta di Giorgetti. “Quando rinasco faccio l’economista al Fondo monetario internazionale”, ha scherzato il ministro con i giornalisti. La questione si è poi chiusa dopo che Giorgetti ha incontrato la direttrice del Fondo, Kristalina Georgieva, che ha “elogiato l’Italia per i suoi sforzi nel campo del consolidamento fiscale e per promuovere la crescita economica”.
Il ministro, che nel quadro della visita ha anche partecipato ai lavori del G20 e avuto bilaterali con gli omologhi di Giappone e Canada, ha anche preso parte a una cena organizzata al ristorante Cafe Milano dalla National Italian American Foundation (Niaf), che stasera terrà il suo tradizionale gala annuale nella capitale Usa per celebrare il retaggio e la cultura italiana e italoamericana. All’occasione, alla quale hanno partecipato 150 ospiti, hanno preso parte anche come ospiti istituzionali il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin; l’ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, Mariangela Zappia; e i presidenti delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Lazio, rispettivamente Massimiliano Fedriga e Francesco Rocca. La serata, appuntamento tradizionale organizzato in vista del gala di stasera, ha avuto come protagonisti anche i membri del board della Niaf, tra cui Robert Carlucci, l’avvocato Joseph Del Raso, John Calvelli, Anita McBride e Joseph Gulino. Presenti anche esponenti del mondo economico e finanziario, vista la concomitanza con le riunioni annuali del Fondo monetario internazionale (Fmi) e della Banca mondiale. Tra questi il presidente di Cassa depositi e prestiti (Cdp), Giovanni Gorno Tempini, il presidente del Gruppo Unipol, Carlo Cimbri, e Mauro Micillo, responsabile della divisione Imi Corporate and Investment Banking di Intesa Sanpaolo, oltre a dirigenti del Mef e di Bankitalia. Il menù ha offerto piatti tipici del Friuli Venezia Giulia, che quest’anno sarà la Regione d’onore 2024 al gala di stasera.
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