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Report Fastweb-EY: l’IA spingerà la domanda di lavoro in Italia fino al 2030. I profili più ricercati nel banking e assicurazioni #finsubito prestito immediato


Lo studio individua anche le competenze tecniche e di tipo trasversale che saranno sempre più richieste dal mercato del lavoro.

Il Rapporto “Intelligenza Artificiale e trasformazione delle organizzazioni e del lavoro. Sfide e opportunità in otto settori” commissionato da Fastweb e realizzato da EY è stato mostrato alla sala stampa della Camera dei Deputati. Lo studia analizza l’impatto trasformativo dell’Intelligenza Artificiale sulle professioni e sulle competenze tecniche e trasversali che saranno sempre più richieste dal mercato del lavoro.

Nel corso della conferenza stampa di presentazione della ricerca alla presenza dell’on. Walter Rizzetto, presidente XI Commissione Lavoro pubblico e privato, Camera dei deputati, di Walter Renna, amministratore delegato di Fastweb, di Irene Pipola, EY Italia sustainability consulting leader, di Carlo Chiattelli, partner people consulting EY Italia, di Francesco Di Costanzo, presidente Fondazione Italia Digitale e di Paola Perrotti, amministratore delegato di FB & Associati sono stati analizzati i principali trend del mercato del lavoro nei prossimi anni.

I profili professionali avranno bisogno di ricevere formazione per l’upskilling o il reskilling delle proprie competenze entro il 2030

Per effetto dell’adozione sempre più diffusa dell’intelligenza artificiale si stima che fino al 2030 la domanda di lavoro in Italia continuerà a crescere e la richiesta di figure professionali tecniche continuerà a essere sostenuta negli otto settori produttivi presi in esame nel rapporto, ovvero Banking & Assicurazioni, Ict, Comunicazione e media, Pubblica Amministrazione, Sanità, Istruzione e Formazione, Manufactoring e Retail. In particolare, si prevede un incremento fino a +5,8% nel settore più tecnologicamente maturo come il Banking e le Assicurazioni in cui l’integrazione con i nuovi strumenti AI based è già in corso. I settori invece per cui si attende una maggiore trasformazione nel prossimo futuro, come effetto dell’introduzione di IA generativa, sono invece l’Istruzione e Formazione, Comunicazione e Media, Sanità e Pa. Alla forte richiesta di profili specializzati si accompagna anche un bisogno crescente di formazione professionale. Nei prossimi anni si stima infatti che fino al 75% dei profili professionali avranno bisogno di ricevere formazione per l’upskilling o il reskilling delle proprie competenze entro il 2030.

A crescere trasversalmente tra i settori oggetto di indagine, e in particolare nel Banking & Assicurazioni così come nella Pa e nell’Istruzione, saranno soprattutto le figure professionali tecniche specializzate nella gestione dei dati – fattore chiave per lo sviluppo di applicazioni e servizi basati sull’Intelligenza Artificiale – come il data scientist (+9,1% nel Banking). Sempre più richiesti anche i profili legati alla protezione dei dati come il responsabile privacy e compliance (+7,8% nella Pa), l’esperto di sicurezza dati (+12,1% nell’Ict), lo specialista in cyber security (+12,5% nel Banking) e in cloud computing. In forte aumento anche le figure specializzate nell’AI come l’AI engineer (+8,7% nel settore Comunicazione e Media) e l’esperto di integrazione dell’AI chiamate a favorire il processo di diffusione e di adozione dell’AI all’interno delle organizzazioni.

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Oltre ai trend legati alla richiesta di figure professionali, lo studio individua anche le competenze tecniche e di tipo trasversale che saranno sempre più richieste dal mercato del lavoro. Oltre alle competenze tecniche di base necessarie come il Data Management e la padronanza dei principi su cui si basa il funzionamento dell’AI e le competenze avanzate come il machine learning e deep learning e di ingegneria del software e dei linguaggi di programmazione sono sempre più centrali anche le competenze trasversali. Attitudini come la capacità di collaborare in team, la flessibilità e l’adattabilità coniugate con la capacità di problem solving e un approccio basato sul pensiero critico saranno infatti sempre più cruciali per integrare efficacemente l’IA.

I tre fattori chiave di successo che possono facilitare l’adozione dell’AI all’interno delle organizzazioni

All’interno del rapporto vengono anche individuati i tre fattori chiave di successo che possono facilitare l’adozione dell’AI all’interno delle organizzazioni. Per massimizzare tutti i vantaggi derivanti dalla sua integrazione sarà sempre più necessario adottare una governance ibrida che promuova, attraverso la leadership, sperimentazioni all’interno dei vari dipartimenti creando delle best practice diffuse in tutta l’organizzazione, lo sviluppo di competenze attraverso programmi specifici di formazione per il personale e investimenti in infrastrutture e in servizi cloud e di cyber security per lo sviluppo di progetti e di applicazioni basate su AI sicure e affidabili.

L’on. Walter Rizzetto, presidente XI Commissione Lavoro pubblico e privato, Camera dei deputati ha dichiarato: «L’Intelligenza Artificiale sta ridefinendo il nostro modo di vivere e lavorare. Per questo è indispensabile lo studio delle sue dinamiche per delineare le politiche necessarie da avviare, con l’obiettivo di favorirne lo sviluppo e mitigare i potenziali impatti negativi. Pertanto, ben vengano le ricerche come quella presentata oggi che ci consente di approfondire l’impatto dell’IA sull’organizzazione e sui processi operativi delle aziende, nell’ambito di importanti settori dell’economia nazionale. E’ chiaro che la vera questione non è tanto la diffusione di questo fenomeno sul mondo del lavoro in senso assoluto, ma come gestire i suoi effetti».

Per Fastweb servono programmi di formazione per le persone e strutture aziendali dedicate 

«La ricerca di EY evidenzia l’impatto dirompente dell’Intelligenza Artificiale su economia e lavoro» afferma Walter Renna, amministratore delegato di Fastweb. «Per governare questo cambiamento epocale, oltre agli investimenti in infrastrutture e prodotti AI, servono programmi di formazione per le persone e strutture aziendali dedicate, con strumenti di governance per un’adozione sicura dell’AI nei processi aziendali. Solo così le organizzazioni potranno integrare progressivamente l’Intelligenza Artificiale, promuovendone l’utilizzo e sfruttandone appieno le potenzialità per migliorare prodotti, servizi ed aumentare la produttività. È un percorso obbligato per rimanere competitivi in un contesto economico sempre più permeato dall’AI».

Irene Pipola, EY Italia sustainability consulting leader, commenta: «L’intelligenza artificiale faciliterà alcune attività come, a titolo esemplificativo, la raccolta dati, la preparazione di testi, la traduzione e molte altre operazioni dispendiose in termini di tempo, ma non sostituirà l’intervento umano. I professionisti saranno chiamati a supervisionare e verificare quanto prodotto dall’AI. In ogni settore, dal giornalismo alla medicina, fino allo sviluppo di software, il ruolo dei lavoratori si trasformerà per un’adozione ottimale di queste tecnologie e per ottimizzarne le potenzialità».

Francesco Di Costanzo, presidente Fondazione Italia Digitale ha dichiarato «L’intelligenza artificiale generativa è una straordinaria opportunità per le pubbliche amministrazioni, le aziende, i professionisti e i cittadini. Come in ogni cambiamento così impattante c’è bisogno di sfruttarne la parte positiva e gestire e combattere l’utilizzo scorretto. Il lavoro di aziende come Fastweb a livello tecnologico, di ricerca, sulle infrastrutture, sui linguaggi e le funzionalità, sulla formazione e l’aggiornamento costante, è molto importante ed è in linea con quello che da anni facciamo con Fondazione Italia Digitale per diffondere cultura, conoscenza, popolarità, corretto utilizzo degli strumenti digitali e delle nuove tecnologie. Ai non deve fare paura e non dobbiamo avere un atteggiamento prevenuto, è un supporto di grande qualità per il lavoro della persona e delle organizzazioni, abbiamo davanti sfide e opportunità da affrontare con attenzione e consapevolezza, ma anche con l’obiettivo di non frenare l’innovazione. Anche per questo come Fondazione Italia Digitale promuoviamo “Mind the gap”, un documento in 11 punti per l’Italia digitale. L’analisi che viene fuori dal rapporto su Ai e mondo del lavoro è molto approfondita e sarà uno strumento molto utile per affrontare al meglio questa rivoluzione».



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