Supermario forza i tempi. Il tecnico farà una valutazione sulla sua condizione domani, a quasi una settimana dall’inizio della preparazione di Supermario a Pegli
Balotelli va di fretta. Perché vuole debuttare presto, dimostrando che in nessun modo la sua è stata una scommessa: e questa è la prima certezza. Al Genoa rifuggono da questo concetto. Guai a considerare un azzardo averlo scelto per dare nuove energie a una squadra in crisi profonda (di risultati, ma non di gioco: la gara con la Fiorentina lo ha confermato), ultima della classe, che negli ultimi trent’anni solo in due occasioni era partita così male (2017-18 e nel 2020-21). Salvandosi, però, aggiungono al Genoa, a fine stagione. Il Genoa di oggi vive in una sorta di mondo sospeso: anche con la Viola è andata male, ma ora restano le due sfide di lunedì a Parma e di giovedì in casa con il Como, prima di diciassette giorni senza partite, che serviranno a Gilardino per ritrovare un po’ di infortunati.
il programma
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L’eccezione è Balotelli. I primi test avevano confermato la necessità di un lavoro supplementare per aumentarne l’autonomia in partita. Mario si è presentato a Genova con una buona condizione atletica, ma gli manca ovviamente il lavoro fatto in gruppo. Ecco perché l’attaccante lavora con i compagni e poi raddoppia al pomeriggio con una seduta-bis individuale, che ha lo scopo di accorciare i tempi prima del suo debutto. Dal giorno del suo arrivo, Gilardino e lo staff tecnico hanno stilato un programma di una settimana, al termine del quale Balotelli verrà rivalutato. Le ipotesi sono tre: la meno probabile, ad oggi, è che il giocatore non venga aggregato ai compagni che domani dopo la rifinitura partiranno per Parma, dove si giocherà lunedì. Vorrebbe dire tenerlo ancora fuori dalle dinamiche vere e proprie di spogliatoio legate alla partita, e Gilardino – che con Balotelli ha parlato a lungo, spiegandogli ciò che il Genoa chiede al giocatore – preferirebbe evitarle. Seconda ipotesi: Balotelli potrebbe entrare nella lista dei convocati per la sfida di lunedì contro gli uomini di Pecchia, ma solo per fare gruppo. La terza, ad oggi quella meno realistica, è pensare di poterlo portare in panchina a Parma, con l’idea di dargli un po’ di minutaggio nel finale della gara, se le condizioni e il risultato del match lo consentiranno.
lavori… forzati
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Più facile che i tifosi genoani possano vederlo ed applaudirlo giovedì prossimo contro il Como al Ferraris, dove con dieci giorni di lavoro nelle gambe svolto a Pegli potrebbe dare un contributo ai suoi compagni, che in attacco hanno oggi disponibili soltanto Pinamonti e il giovane talento Ekhator, con la Viola alla prima da titolare in A nella sua carriera. A quel punto scatterà appieno l’operazione Genoa-Balotelli, che presumibilmente il 24 novembre dovrebbe essere titolare contro il Cagliari al Ferraris. Prima, però, un aiuto da Mario potrà arrivare anche sul piano mentale per accendere uno spogliatoio inevitabilmente ferito dalla mancanza di risultati. A parte il pesante rovescio contro l’Atalanta di Gasperini, la squadra aveva ripreso il Bologna a Marassi e con la Lazio era rimasta in partita per un’ora, prima del crollo finale. E sabato, con i viola, la storia si è ripetuta. “Sono stato giocatore anch’io – ha osservato Gilardino – e capisco dunque che ci siano rammarico e tristezza. Ma ora io sono l’allenatore e mi corre l’obbligo di mantenere lucidità, guardando in faccia la realtà. Questo è un momento di grandissima emergenza, ma ormai sarebbe inutile parlarne. Tutti lo sanno e ne sono consapevoli. Spero che qualcuno di loro possa fare cose straordinarie”. Come Mario, forse: “Vedrò se potrò convocarlo con il Parma, altrimenti ne riparleremo con il Como”.
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