MACERATA La battaglia dell’acqua vede prevalere la maggioranza che sposa l’interesse delle aziende rispetto a quello dei cittadini che dovranno fare i conti nei prossimi due anni con un incremento complessivo delle tariffe del 15,8%. Con una plastica spaccatura tra i sindaci presenti in Aato 3: un incremento che ha scontentato in particolare i sindaci le cui società di gestione avevano ottenuto buoni risultati e che si erano schierati per individuare una soluzione mediana che non portasse alla massima applicazione degli aumenti.
La linea
«Ho mantenuto quella che è sempre stata la mia posizione sin dall’inizio di questa vicenda –afferma Alessandro Gentilucci sindaco di Pieve Torina e presidente Aato3 -. In tutti i passaggi che sono stati fatti in questi mesi ho sempre chiesto che non si procedesse ad alcun aumento e, in seconda battuta, che si trovasse un punto di caduta su un incremento massimo del 4% come peraltro sostenuto anche dal comune di Civitanova. La maggior parte dei sindaci ha scelto diversamente, deliberando un aumento così elevato che mai si è registrato in Aato a favore delle aziende, il 15,8% in due anni, scaricando i limiti della loro gestione sui cittadini. Ebbene io sto dalla parte dei cittadini che sono già vessati da aumenti delle utenze, si vive un momento di difficoltà economica, perché l’acqua è una necessità primaria».
La posizione
Diversa la posizione del sindaco di Macerata, comune che ha invece votato a favore di questo incremento che peserà sulle tasche dei cittadini di tutta la provincia. «Una decisione, approvata con larga maggioranza (63% favorevoli e 22% contrari), che ci permette di salvaguardare tutte quelle società che operano nell’idrico che hanno investito molte risorse in questi anni –ha detto Sandro Parcaroli -. Una decisione, senza dubbio, delicata e complessa ma in merito alla quale abbiamo la responsabilità di fare in modo che le aziende che si occupano della gestione della risorsa idrica abbiano a disposizione le risorse necessarie, garantendo così l’occupazione, e possano continuare ad effettuare gli investimenti e garantire il servizio. Voglio ricordare, inoltre, che le tariffe sono calcolate da Arera in base ai soli costi operativi relativi esclusivamente al settore idrico che vengono forniti dalle varie società e, successivamente, presi in esame dall’Ato e dall’Arera».
Chi invece ha votato in modo netto e contrario all’aumento è stato il comune di Civitanova, pronto ad adottare iniziative per sostenere i cittadini che riceveranno questo salasso in bolletta.
Il voto
«Abbiamo votato contro questi aumenti del servizio idrico – afferma Fabrizio Ciarapica – perché in un momento di difficoltà di aziende e famiglie bisognava tenerne conto. Non abbiamo mai detto no ad un incremento della tariffa, tanto che avevamo assieme ad altri sindaci, proposto una mediazione al 4% che però è stata bocciata dalla maggioranza. A questo punto faremo da soli, nel senso che adotteremo degli sconti a favore delle famiglie che hanno maggiori difficoltà. Cercheremo di venire incontro loro come comune e Atac Civitanova rispetto ad un Aato che invece incrementa la tariffa». Chi ha votato convintamente a favore è invece il comune di Recanati.
«La decisione è stata presa dalla maggioranza dei sindaci che hanno difeso l’operato di aziende che sono sul territorio, offrono un servizio e danno lavoro a tante persone e che talvolta si trovano a gestire emergenze interne dovute ad attività svolte in precedenza -afferma Emanuele Pepa-. La richiesta è pervenuta dalle stesse aziende: abbiamo chiesto ai tecnici delle società e di Aato3 di individuare la percentuale di aumento che era, da media ponderata proprio del 7,4%. Si è cercato un accordo tra tutti i sindaci tra il 4% e il 7,4% ma di fondo tutti eravamo per l’aumento. Altrimenti avremmo rischiato il blocco degli investimenti nelle aziende col rischio di licenziamenti. I problemi emersi nelle aziende sono molteplici e la decisione adottata a maggioranza è stata quella di salvaguardare il lavoro e le prospettive. L’adeguamento delle tariffe non è al massimo come fatto da Urbino e Pesaro, siamo sulla linea di Ancona: Ascoli non l’ha fatto ma dovrà rivedere coi tecnici il quadro generale. Però se questo incremento lo fai prima non perdi la premialità».
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