Una estorsione da 14mila euro per essersi aggiudicato una casa all’asta: è quanto avrebbero dovuto pagare un imprenditore e il figlio ad esponenti del clan Amato Pagano di Melito. Con queste accuse finirono in manette due anni fa Enrico Bocchetti, 27 anni, Pasquale Furiano, di anni 28 e il 50enne Salvatore Silvestri. Il primo è anche genero del boss Cesare Pagano. I due, già reduci da una condanna al ribasso in primo grado a 5 anni e quattro mesi (rispetto agli otto invocati dal pubblico ministero) hanno avuto in appello un altro consistente sconto di pena: tre anni e quattro mesi. Tutto merito della strategia difensiva seguita dai loro legali, gli avvocati Domenico Dello Iacono e Leopoldo Perone.
Secondo l’accusa i tentativi di estorsione si sarebbero verificati nel febbraio del 2022. L’imprenditore sarebbe stato avvicinato in primo luogo da Silvestri, che avrebbe invitato l’uomo ad incontrare gli altri due complici. Gli incontri sarebbero avvenuti in due bar, uno a Melito e l’altro a Sant’Antimo. “Ma non rispetti la famiglia? L’asta te la sei aggiudicata e domani mattina mi devi portare 14mila euro”. Nell’inchiesta figuravano altri due complici, Luigi Tutino e Luciano De Luca, giudicati separatamente e condannati a oltre sei anni a testa
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