“Abbiamo illustrato all’amministrazione che per mettere in sicurezza il tratto più eroso di Scossicci, quello che va dallo chalet Davide fino al Palm Beach, basterebbe costruire quattro pennelli di scogli, che costerebbero al massimo 400mila euro. Altrimenti, valuteremo un ricorso al Tar contro il progetto da 9 milioni che vede la realizzazione di alcune scogliere nel litorale nord di Porto Recanati”. Lo riferisce Andrea Marcelli, titolare dello chalet Barracuda Fish Bar, che ieri mattina insieme con altri colleghi si è incontrato a Palazzo Volpini con il sindaco Andrea Michelini e l’assessore ai lavori pubblici Lorenzo Riccetti. Il focus è stato il progetto da 9 milioni per la difesa della costa di Scossicci, presentato la settimana scorsa. Infatti gli operatori balneari hanno appreso che sorgeranno cinque scogliere nella parte sud di Scossicci, ognuna lunga 25 metri, mentre altre tre scogliere saranno realizzate nella zona nord del lungomare Scarfiotti. Ma ciò, fin da subito, non ha soddisfatto la categoria. “Abbiamo ribadito che l’attuale progetto lascia senza alcuna protezione la parte più erosa della costa, ossia il tratto tra lo chalet Davide e il Palm Beach, dove il mare ha risucchiato tutta la spiaggia arrivando a ridosso della strada provinciale – racconta Marcelli –. Inoltre abbiamo sottolineato che proprio quell’area è residenziale, perché ci sono molte abitazioni private. Il sindaco Michelini ha risposto che lui è un politico e non un tecnico e il progetto è stato deciso dal Provveditorato. Noi siamo delusi, perché in passato lui dichiarava che le nuove scogliere sarebbe state previste a partire dal tratto dove sta il bar L’O di Giotto”.
Al contempo, però, gli operatori balneari hanno lanciato un’idea. “Abbiamo spiegato che ci sarebbe comunque un modo per proteggere la parte più erosa della costa, realizzando entro primavera quattro pennelli di scogli che costerebbe non più di 400mila euro – riprende –. Il sindaco e l’assessore Riccetti hanno detto che ora si confronteranno con Provincia e Provveditorato, per vedere se ciò è fattibile. Noi attendiamo la risposta nel giro di una decina di giorni, visto che ci sono ancora diversi mesi per ottenere tutte le autorizzazioni del caso. Qualora tale intervento non si potesse fare, non escludiamo un possibile ricorso al Tar contro l’attuale progetto da nove milioni, che non ci convince”.
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