L’indagine Acri-Ipsos sugli italiani e il risparmio
Questo è quanto è emerso dalla 24esima indagine annuale Acri-Ipsos “Gli italiani e il risparmio”, realizzata in occasione della 100esima Giornata Mondiale del Risparmio. Il tema è, non a caso, “1924-2024 Cento anni di cultura del risparmio”.
L’indagine porta in evidenza una certa tenuta fra consumatori e risparmiatori: nelle situazioni complesse, le famiglie italiane dimostrano di avere una buona capacità di adattamento e resilienza e una propensione a pianificare il futuro in scia a un approccio cauto.
In questo quadro, non viene meno il ruolo dei prestiti: secondo l’indagine, infatti, se da una parte si conferma alta la quantità di famiglie che sono riuscite nell’intento di risparmiare una parte del loro flusso di reddito, dall’altra c’è ancora chi ricorre a prestiti o ai risparmi accumulati, anche se il numero appare in flessione.
Gli strumenti del credito al consumo
In generale, il credito ai consumatori – ossia quella forma di finanziamento cui si fa ricorso per poter disporre di una somma liquida in più o per comprare beni e servizi per sé o per la famiglia – rimane uno strumento importante nell’arsenale delle famiglie italiane, di fronte al bisogno di liquidità o alla necessità di effettuare un certo acquisto (un’auto nuova, per esempio).
Potremmo anzi cogliere l’opportunità offerta dalla recente indagine Acri-Ipsos per dire che non serve essere a corto di risorse precedentemente accumulate per richiedere un prestito. Idealmente, infatti, potremmo benissimo conciliare l’accantonamento del risparmio con la richiesta di un prestito.
E la domanda, qui, potrebbe essere: se dispongo di risparmi, che bisogno ho di chiedere un finanziamento? Vediamo di capire.
Un conto è il reddito, un altro è il risparmio
Occorre innanzitutto distinguere tra reddito e risparmio:
- il reddito è l’insieme delle entrate periodiche che incassi a titolo di compenso per il lavoro svolto (es. lo stipendio), per una prestazione alla quale hai diritto (es. la pensione) o per l’impiego del capitale (es. l’investimento in azioni e/o in obbligazioni);
- il risparmio è la parte del reddito che hai rinunciato a spendere e che hai messo da parte (per esempio, per reinvestirla).
Nel momento in cui decidi di dar seguito a un qualsiasi progetto di spesa (esempio: un weekend sulla neve o un frigo nuovo di ultimissima generazione), puoi scegliere se attingere al tuo reddito o al risparmio. Entrambe le scelte sono valide e non esiste una risposta unica per tutti. Ciò che possiamo considerare valido per chiunque è il consiglio di ponderare con grande attenzione tutte le possibilità.
Chiedere un finanziamento è un modo per far fronte alla spesa evitando di intaccare il risparmio precedentemente accumulato. Esempio: hai da parte 5.000 euro e devi comprare e installare la caldaia nuova, che ne costa 3.000. Puoi prendere i 3.000 dai 5.000 euro messi da parte oppure, appunto, accedere all’acquisto con un finanziamento e rimborsare le rate con una parte del tuo stipendio (che rappresenta il tuo flusso di reddito), senza toccare i 5.000 euro.
Come funziona l’erogazione (e la restituzione) di un prestito
Nell’esaminare la tua richiesta, la banca o la società finanziaria valuterà il tuo reddito: se ritiene la tua situazione adeguata, ti concederà il prestito. Ma bada bene: è con il flusso di reddito futuro che andrai a pagare le rate del finanziamento. In pratica, a ogni stipendio sottrarrai le varie uscite, tra cui quella prevista per il versamento della rata. In questo modo, invece di impiegare parte del tuo risparmio per far fronte a un certo acquisto o progetto, impiegherai una parte del tuo reddito.
Tieni sempre a mente due cose.
- La prima è che i prestiti vanno richiesti dopo aver valutato attentamente il bilancio personale e familiare: a quanto ammontano le entrate, a quanto invece le uscite, quanto peserà la futura rata. Solo così si potrà realmente beneficiare dei vari strumenti offerti dal credito al consumo.
- Altra cosa importante: ricorda che i finanziamenti hanno un costo, che noi paghiamo attraverso il tasso di interesse (Taeg).
Anche questo, dunque, va valutato con scrupolo, per essere certi di operare la scelta migliore.
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