Le detrazioni fiscali saranno parametrate al numero dei componenti di una famiglia e verranno applicate tenendo conto della fascia di reddito
La legge di bilancio punta a premiare fiscalmente le famiglie numerose con il nuovo meccanismo del quoziente familiare. L’indicatore, che si affiancherebbe al più noto Isee, descrive la situazione economica delle famiglie. Nel 2023 è stato usato in via sperimentale per le agevolazioni edilizie: il riferimento è il decreto legge 176/2022, noto anche come Aiuti-quater). In breve, le detrazioni fiscali vengono parametrate al numero dei componenti di una famiglia e alle caratteristiche del nucleo (similmente a quanto avvenuto per il Superbonus al 90% sugli edifici unifamiliari).
Come funziona il quoziente familiare
Ma cosa cambia con il nuovo sistema? In breve si divide il reddito complessivo del nucleo familiare per il numero dei suoi componenti a cui vengono applicati dei coefficienti in base alle caratteristiche dei singoli. Si pensi ai figli a carico o a eventuali familiari con disabilità. In base alla bozza della Manovra questi i coefficienti per singolo membro del nucleo familiare:
- 1 per single e per le vedove/i con almeno un figlio a carico
- 2 per coppia sposata o convivente
- 0,5 per primo e secondo figlio
- 1 per ogni figlio dopo il secondo
- 0,5 per i genitori soli con almeno un figlio a carico
- 4 per il terzo figlio (e oltre) o di figli disabili a carico
Una famiglia composta da due genitori sposati e due figli con un reddito complessivo di 70.000 euro avrebbe un quoziente familiare di 70.000 / (2 + 0,5 + 0,5) = 23.333 euro. Su questa base imponibile si dovrebbe applicare poi l’aliquota Irpef. Il quoziente finale non tiene però conto della composizione del patrimonio, come invece fa l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente ovvero l’Isee.
Gli effetti su single e senza figli
Il combinato disposto del quoziente familiare e la revisione delle tax expenditure – secondo il viceministro all’Economia Maurizio Leo porterà «risparmi stimati in un miliardo di euro nel 2025» – ma è evidente colpisca al netto di correzioni le tasche di chi non ha figli. Con la revisione delle detrazioni un single con reddito tra i 75mila e i 100mila euro potrà detrarre il prossimo anno al massimo 7mila euro di spese (al netto di quelle sanitarie), che scendono a 4mila se il reddito sale oltre i 100mila euro l’anno. Il tetto per tutte le detrazioni per la fascia di reddito tra i 75mila e i 100mila euro viene, infatti, fissato a 14mila euro ma la cifra resta invariata solo se si hanno più di due figli a carico o un figlio portatore di handicap. Se non si hanno figli, per effetto del meccanismo di quoziente familiare introdotto, la cifra va moltiplicata per un coefficiente dello 0,5 e dunque dimezzata a 7mila euro.
Stesso meccanismo per i redditi superiori a 100mila euro: la cifra massima detraibile di 8mila euro resta invariata per chi ha più di due figli o un figlio portatore di handicap. Per un individuo con un reddito oltre i 100mila euro senza figli la spesa massima detraibile è della metà, ovvero 4mila euro che salgono a 5.600 se si ha un figlio a carico, la cifra detraibile e di 6.800 euro se si hanno due figli.
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