VENEZIA L’aumento era annunciato (ma non troppo), e soprattutto finora non si era ancora visto in bolletta. Ma ora, con l’ultima rata del 2024 della Tari, tutti i residenti della provincia di Venezia se lo sono ritrovato nella fattura della tassa rifiuti, con tanto di conguaglio sulle tre rate precedenti di quest’anno. Una stangatina di fine anno, pari a qualche decina di euro ad utenza, che tocca tutti i 44 Comuni veneziani, più quello trevigiano di Mogliano Veneto, che fanno parte del “Bacino Venezia Ambiente” per il servizio di raccolta dei rifiuti urbani, arrivando anche a sfiorare il 10 per cento in più rispetto a quanto dovuto nel 2023.
LE CAUSE
«Inflazione e aumento dei costi energetici con effetto retroattivo» viene spiegato negli uffici, mentre la fattura attualmente in distribuzione e che andrà in pagamento in dicembre è accompagnata da una lettera che, oltre ad annunciare il conguaglio, ricorda anche alcune “componenti tariffarie aggiuntive” disposte da Arera, cioè l’Autorità nazionale di regolazione del settore: “A partire dall’1 gennaio 2024, le nuove componenti tariffarie perequative UR1, del valore di 0,10 euro ad utenza per anno a copertura dei costi di gestione dei rifiuti accidentalmente pescati e dei rifiuti volontariamente raccolti, e UR2, del valore di 1,50 euro ad utenza per anno a copertura delle agevolazioni riconosciute per eventi eccezionali e calamitosi”. Non proprio chiarissimo, ma ciò che tutti hanno già capito è che il servizio di igiene ambientale costa sempre di più (e una stangata analoga potrebbe arrivare pure nel 2025), anche a fronte del continuo incremento della raccolta differenziata che, invece, dovrebbe abbattere i costi. «L’aumento è comunque inferiore agli incrementi stabiliti da Arera che sono del +13,7% nel 2024 e +8,8% nel 2025, in ragione dei forti incrementi di prezzo dell’energia e del gas e di altre materie prime e beni di consumo – spiegano dal Bacino Venezia Ambiente -. Tale aumento è stato in parte contenuto nel nostro Bacino, e complessivamente l’adeguamento tariffario annuo massimo per la maggior parte dei comuni è pari al 9,59%». Quasi un 10% in più, dunque, con la sola eccezione del Comune di Venezia che ha deciso di destinare 7 milioni ottenuti dall’imposta di soggiorno per contenere l’aumento a carico delle famiglie fra il 4 e il 5%.
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