La Federazione Nazionale Assicuratori (FNA), da sempre attiva nella difesa dell’occupazione e nella tutela della clientela del settore assicurativo, ha lanciato un allarme riguardo ai mutamenti regolamentari e alle nuove dinamiche competitive che stanno trasformando l’industria finanziaria italiana. In particolare, la recente tendenza delle banche italiane a entrare nel mercato delle polizze vita rappresenta una sfida crescente per le compagnie assicurative tradizionali, mettendo a rischio la stabilità del settore e la qualità del servizio per i clienti.
Il Danish Compromise e la crescente presenza delle banche nel settore assicurativo
A spingere le banche a entrare nel settore delle assicurazioni vita è la regolamentazione europea nota come “Danish Compromise”, introdotta durante la presidenza di turno della Danimarca. Questo compromesso offre agevolazioni fiscali e normative che consentono alle banche di gestire e vendere polizze assicurative senza dover accantonare grandi riserve di capitale. Ciò le rende più competitive e permette loro di entrare nel mercato assicurativo in posizione di vantaggio rispetto alle compagnie tradizionali, che sono soggette a requisiti più stringenti.
Esempi di questa strategia sono l’OPA di Banco BPM su Anima Holding, che potrebbe creare un colosso nel campo delle assicurazioni vita e del risparmio gestito, e l’acquisizione di AXA Investment Manager da parte di BNP Paribas.
Le preoccupazioni della FNA: impatto su occupazione e qualità del servizio
La FNA sottolinea come questa nuova concorrenza delle banche, prima partner e ora competitor delle compagnie assicurative, possa avere conseguenze drammatiche su occupazione, professionalità degli addetti e qualità del servizio al cliente. La Federazione ritiene che il CCNL ANIA, che prevede l’impegno delle parti sociali ad agire presso i Regolatori per rimuovere squilibri competitivi, debba essere rispettato e utilizzato come leva per preservare il settore.
Appello alle istituzioni per un mercato più equo
La FNA chiede un intervento delle Istituzioni Nazionali ed Europee per affrontare e correggere le disuguaglianze introdotte dal Danish Compromise, con l’obiettivo di garantire una concorrenza sana e paritaria tra operatori finanziari. “Un mercato equo”, sostiene la Federazione, “è fondamentale per proteggere la stabilità economica del Paese e il contributo delle compagnie assicurative al PIL italiano”.
L’industria assicurativa: un pilastro dell’economia italiana
Secondo la FNA, la posta in gioco va oltre il settore assicurativo, con un impatto potenziale sulla stabilità economica dell’Italia. Le compagnie assicurative contribuiscono infatti con il 6,2% del PIL, gestendo investimenti per oltre 962 miliardi di euro e coprendo oltre 30 milioni di assicurati. In questo contesto, la Federazione sottolinea come la protezione e lo sviluppo del settore siano essenziali per il benessere del sistema Paese e per il mantenimento di un equilibrio economico e sociale.
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