L’allarme arriva dai residenti di Gerbido: “Le Poste chiuderanno, l’ha detto un’impiegata qualche giorno fa: non c’è un avviso appeso, ma se aspettiamo che diventi ufficiale, chi lo riapre più lo sportello?”.
Così i residenti chiedono a gran voce che la sforbiciata dei piccoli uffici in giro per l’Italia non arrivi anche qui, dove già c’è poco o niente, nemmeno un bar. Non c’è neanche l’ufficialità della chiusura, ma circola una data: il primo gennaio.
Voce significativa quella di Anna Maria Giarola, utente fissa: “Io nei prossimi anni non diventerò certo più giovane – precisa – non uso il telefono, faccio tutto allo sportello, ma qui più si va avanti, più con i servizi sembra di stare in alta montagna. Eppure le tasse le paghiamo, sa?”.
Guida la protesta Umberto Venezia, presidente dell’associazione “Noi di Gerbido, Mortizza e Bosco dei Santi”: “Delle Poste c’è bisogno, tra bollette, multe e pensioni da ritirare, lo Spid da fare, i nostri anziani dovrebbero andare a San Lazzaro. Quindi prendere l’auto, ma in molti neanche ce l’hanno”.
I residenti proprio non ci stanno e una speranza la accende Stefano Santarelli: “Volevano chiudere anche 25 anni fa – ricorda – con il consiglio di quartiere ci siamo opposti e l’allora sindaco Roberto Reggi era intervenuto per scongiurare la perdita del servizio. Ce l’aveva fatta”. Tutti invocano che la sindaca Katia Tarasconi intervenga anche questa volta.
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