Nella manovra finanziaria spuntano delle
novità per quanto riguarda il Superbonus, il quotidiano Corriere della Sera, nella sua edizione on line, ha
riportato i dettagli per chi vende casa dopo i lavori.
La vendita di un immobile ristrutturato grazie tale agevolazione potrebbe diventare un vantaggio, poiché un emendamento al decreto fiscale
collegato alla Legge di Bilancio, attualmente in esame al Senato, prevede un
alleggerimento del regime di tassazione delle plusvalenze sugli immobili
ristrutturati e venduti entro 10 anni.
Nel frattempo scenderebbero da 10 a 5 gli anni
dell’imponibilità su tale profitto, inoltre, verrebbero esclusi gli immobili in
vendita con contratto preliminare registrato o trascritto entro il 1° Gennaio 2024 e, nel caso di lavori di riqualificazione sulle parti comuni (e
non sulla singola abitazione), la tassazione sul guadagno non dovrebbe superare
l’ammontare del beneficio fiscale goduto.
Andiamo nel dettaglio delle cosiddette plusvalenze (differenze tra prezzi di vendita e di acquisto): la proposta di
modifica prevede che chi ha optato per la cessione del credito abbia la
possibilità di dedurre gli oneri finanziari sopportati e che la tassazione sia
collegata alla fruizione del bonus nella dichiarazione dei redditi. La manovra ritorna sul tema delle prime case con un tetto di
96 mila euro, confermando così, per il prossimo anno, il bonus ristrutturazione
al 50% (spalmabile in 10 anni). Dalla seconda casa in poi, scende al 36%.
Insomma, bisogna stare attenti nel vendere una dimora ristrutturata con tale bonus, informandosi per bene prima dell’atto notorio, magari tramite agenzia o un agente immobiliare: è utile ricordare che alle plusvalenze citate sopra si può applicare l’imposta sostitutiva (del reddito) nella misura del 26%, facendone espressa richiesta al notaio durante il rogito.
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La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
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