Di lui ne hanno parlato nei loro servizi anche Le Iene. Arrivando a definirlo il “re della truffa”. Stefano Ramunni, 61 anni, originario della provincia di Bari, ha spesso collegato il suo nome alla truffa. L’ultimo caso, in ordine di tempo, è avvenuto il 7 novembre a Roma. Dove si è finto prete – insieme a un complice – e si è recato all’ufficio postale di via Anastasio II, per chiedere un prestito. L’uomo è stato arrestato dalla polizia.
Finto prete all’ufficio postale
Secondo quanto appreso, l’uomo – precedentemente segnalato alla polizia postale dall’Ufficio Fraud Management di Poste Italiane, poiché intento ad effettuare operazioni sospette – era in compagnia di un altro soggetto. Una volta all’ufficio postale, ha richiesto un finanziamento bancoposta esibendo una patente di guida precedentemente sottratta a un alto prelato dello Stato del Vaticano. Immediatamente, è stato bloccato dagli investigatori della polizia postale che, già da diversi giorni, monitoravano gli uffici postali del quartiere, considerati a maggior rischio per la commissione dei reati di truffa.
Arrestato pluripregiudicato
Dagli accertamenti, inoltre, è emerso che Ramunni in passato aveva inviato il proprio certificato di morte contraffatto alle procure che lo vedevano imputato per ottenere l’estinzione dei processi. In più lo stesso, al momento del controllo, è stato trovato in possesso di una carta d’identità, perfettamente riprodotta, intestata a una persona residente nella provincia di Potenza. L’accompagnatore del finto prelato, indagato per concorso nel reato, è risultato essere un quarantenne già indagato per essersi spacciato come carabiniere dei Nas durante un controllo delle forze dell’ordine. Nell’occasione, quest’ultimo aveva esibito un falso distintivo di qualifica insieme a un passaporto contraffatto della presidenza del consiglio dei ministri. L’arresto è stato convalidato, con l’applicazione della misura degli arresti domiciliari e con obbligo del braccialetto elettronico.
Chi è Stefano Ramunni
Di Stefano Ramunni, come detto, in passato se ne sono occupate anche Le Iene. Una serie di truffe a Treviso. E poi un episodio in provincia di Bari. Dove, fingendosi – guarda un po’- un prete avrebbe rubato in questo caso l’identità di un uomo, allora 40enne, costretto a letto da quando aveva 20 anni per una distrofia muscolare. Nella fattispecie, i genitori della persona malata avevano fatto degli appelli in tivù per poter sostenere le spese del figlio. Un giorno, però, li ha contattati un parroco, che si prestava a donare mille euro. Una bella notizia, hanno pensato. Ma poi, come venne raccontato alla trasmissione televisiva, il prelato chiese che gli venisse inviata la carta di identità dell’uomo, con tanto di codice fiscale e stato di famiglia. Richiesta accordata. Ma di quel bonifico nessuna traccia. Finché arrivò una chiamata perché era stata aperta a nome dell’uomo una carta di credito. E ciò che emerse è che Ramunni avrebbe rubato l’identità del 40enne per ottenere quella carta di credito. Per poi svuotarla. Non solo: il nome che utilizzava, fingendosi prete, esisteva davvero. E tutto alle spalle del parroco, che non avrebbe saputo nulla.
Stefano Ramunni denunciato ad Arezzo
Stefano Ramunni, tra le altre cose, venne denunciato anche in Toscana. Come riportò Arezzo Notizie, l’uomo venne fermato dal personale della polizia di Stato, dopo la richiesta di intervento di alcune persone in zona. Ci sono stati attimi di caos al momento in cui Ramunni – che si trovava in via Petrarca, appena uscito da un esercizio pubblico – sarebbe stato riconosciuto come il truffatore seriale più volte al centro di servizi tv delle trasmissioni Le Iene e di Striscia La Notizia. Nel caso specifico, Ramunni avrebbe presentato altre credenziali. Avrebbe avuto, nel dettaglio, un tesserino (non un vero documento, ma un abbonamento dei trasporti) che indicava il nome di un’altra persona. Così, quando le forze dell’ordine gli hanno chiesto di identificarsi, l’uomo avrebbe fornito false informazioni. Gli agenti, allora, hanno voluto vederci chiaro. Pertanto, venne portato in questura. Scoperta la vera identità, il protagonista della vicenda è stato denunciato per false generalità e per sostituzione di persona.
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