Mimmo Pirro è diventato un punto di riferimento per chi arriva in città: «Soprattutto i giapponesi fanno filmati e chiedono foto»
Per tutti è Mimmo. Con il banchetto di caldarroste è una sorta di crocevia di Salerno. Da lui arrivano tutti: residenti ma anche tanti turisti stranieri attratti, come calamite, dalla sua simpatia, dal profumo delle castagne e dai colori del suo banchetto. Tra i suoi clienti più affezionati figura anche il presidente della Lazio, Claudio Lotito, che è stato anche presidente della Salernitana. Lui, Domenico Pirro, 49 anni di Salerno, da 15 anni è un venditore ambulante. La sua merce segue le stagioni, proprio come raccontato nel ’56 da De Sica in «Ieri, oggi e domani». In estate il banchetto accoglie le pannocchie, in inverno è tempo di caldarroste. «Già sono diversi giorni che sono a lavoro con le castagne – ci racconta Mimmo – mi piace farmi chiamare castagnaro. La gente però non è molta, c’è ancora poca affluenza».
Com’è quest’anno l’andamento? Si vende?
«Speriamo! Le castagne sono ottime e quindi almeno sappiamo che i clienti saranno soddisfatti. I prezzi della materia prima sono alti ma io non ho voluto aumentare. Da me, un cuoppo con 13 o 14 castagne costa 5 euro. E se mi accorgo che il cliente è uno che non troppo se lo può permettere, glielo faccio pure a 3 euro».
Lei ha contatti con colleghi anche in altre città italiane, come Roma. Ci sono differenze nel vostro lavoro?
«I prezzi sono gli stessi, ma lì – ci tiene a precisare – nel cuoppo ci sono poche castagne».
Anche il suo mestiere necessita di aggiornamenti?
«Ora parlo un pochino l’inglese, ho dovuto impararlo, mica posso fare una brutta figura se viene un turista che non parla italiano. Anzi, molte volte proprio noi caldarrostai siamo quelli che forniamo le informazioni turistiche. Molti si avvicinano all’inizio non per comprare. Sono attratti dal bancariello come se fosse una cosa di folklore. Soprattutto i giapponesi! Fanno video, selfie. Si fanno le foto con me. Poi però sentono il profumo delle castagne e cedono alla gola».
I migliori clienti?
«I napoletani! Non chiedono nemmeno il prezzo. Se nel gruppo ci stanno 15 bambini… comprano 15 cuoppi e ringraziano!».
In tanti anni che è in piazza ha incontrato sicuramente tantissime persone. C’è un episodio che proprio non si aspettava?
«Assolutamente sì. Quando Lotito, il patron della Lazio, mi lasciò una sostanziosa mancia. Lui all’epoca era il proprietario anche della Salernitana. Quando si giocava in casa, spesso con le sue guardie del corpo pranzava al centro. Una volta me lo trovai davanti. Mi chiese due cuoppi, uno per sé e uno per le guardie del corpo. Non aspettò nemmeno che dicessi il prezzo. Mi porse 50 euro. E mi disse: il resto è mancia! Penso di essere rimasto a bocca aperta. E pensare che dicono che non sia largo di manica».
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